Tema sulle Catastrofi Naturali: traccia svolta - StudentVille

La forza inarrestabile della Natura

Tema svolto sulle Catastrofi Naturali: la scienza dell’uomo di fronte alla forza inarrestabile della Natura.

Tema Svolto sulle Catastrofi Naturali e la Forza Inarrestabile della Natura

Fin dai tempi antichi, l’uomo ha avuto rapporti con la Natura. Da essa ha sempre tratto sostentamento, tanto da rispettarla e salvaguardarla. Tuttavia il rapporto di amicizia uomo-natura è andato via via diminuendo, a causa del progresso che si è attuato attraverso i secoli. Oggi, infatti, sembra che l’uomo voglia imporsi su di essa, quasi come volesse schiavizzarla per ottenere sempre più materie prime.
Ma la Natura mal sopporta questo affronto e, periodicamente e inaspettatamente, ricorda all’uomo la sua piccolezza e lo invita a non essere avido, moderando la sua azione distruttrice. Soprattutto in questi ultimi anni, si stanno verificando terribili catastrofi naturali che si abbattono sull’uomo, provocando numerosi danni e vittime. È come se la Natura rispondesse agli attacchi invadenti della creatura umana. E questi nulla può contro di essa.
La forza della Natura è stata oggetto di riflessione fin dai tempi antichi ed è sempre apparsa come un qualcosa di misterioso, da scoprire. Infatti Goethe, nel Frammento sulla natura, afferma che l’uomo «vive in mezzo a lei, ma le è straniero». Ciò significa che egli non può capirne i significati più profondi e non può prevedere né dove né quando la Natura si scaglierà contro di lui. L’essere umano può tentare solamente di difendersi dai suoi attacchi e sperare che essa voglia essergli benevola.


Platone, nel Timeo, vede nella forza distruttrice della Natura una punizione degli dei alle azioni nefaste dell’uomo. Basti pensare a quello che accadde all’isola di Atlantide, che, nell’arco di un giorno, a causa di terremoti e inondazioni, scomparve inghiottita dal mare. La Natura si ripete negli anni e nei secoli. Infatti un’analoga situazione si è verificata nel 2004 in Indonesia. Dopo un violento maremoto, una gigantesca onda assassina si è versata con impeto sulle spiagge asiatiche, spazzando via parte di quelle meravigliose coste e cambiando, così, la formazione geo-fisica del territorio.
Nonostante il progresso e le tecniche sempre più raffinate, l’uomo continua a contrastare la Natura senza ottenere, però, grandi successi. Le catastrofi naturali sono diventate molto più frequenti e distruttive. Come mai? L’uomo, per sete di ricchezza, ha ormai l’illusione di essere più potente della Natura e interviene sull’ambiente senza più rispetto per esso. Molteplici sono le conseguenze: l’assottigliamento dello strato di ozono, lo scioglimento dei ghiacciai, uragani, alluvioni… ma l’uomo può prevedere quando avverranno queste catastrofi? Boncinelli, in un articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 2/1/2005 intitolato Dall’asse distorto ai grappoli sismici. Quando la scienza vuol parlare troppo, si dice scettico riguardo questa possibilità. Egli, infatti, afferma che anche la Terra è fragile ed è «difesa soltanto dalle leggi della fisica e dall’improbabilità di grandi catastrofi astronomiche». Siccome l’uomo ignora tante cose soprattutto nell’ambito delle scienze della Terra, è chiaro che «eccetto in casi particolarmente fortunati, non siamo ancora in grado di prevedere terremoti e maremoti».
L’uomo può comunque intervenire quando si manifestano catastrofi naturali. Il suo intervento, però, non è sempre lo stesso. Infatti, come afferma Thom in Modelli matematici della morfogenesi, «il mondo brulica di situazioni sulle quali visibilmente possiamo intervenire, ma senza sapere troppo bene come si manifesterà l’effetto del nostro intervento». Di conseguenza, ci sono momenti in cui l’uomo può intervenire per ridurre gli effetti delle catastrofi naturali e altre situazioni in cui è praticamente impotente di fronte alla violenza della Natura. Concludo citando Rusconi che, in un articolo pubblicato sulla Stampa il 30/12/2004 intitolato L’Apocalisse e noi, afferma che la Natura ricolloca l’uomo nella sua condizione umana, mostrandogli continuamente la sua debolezza e la sua impotenza. Infatti,
a mio avviso, non bisogna dimenticare che la Natura è madre e l’uomo il figlio che da essa dipende. Dunque, se l’uomo continuerà con questo suo atteggiamento irrispettoso, la Natura diventerà sempre più aggressiva e imprevedibile e punirà ancor di più questo suo figlio ribelle.

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