LA TEORIA DEL CAMPO DI LEWIN. La Gestalt. I principi teorici elaborati da Kurt Lewin (1890-1947) nella teoria del campo si inscrivono nella più ampia cornice della teoria della forma, la Gestalt. La Gestalt fu un movimento di innovazione radicale nell’ambito della nascente psicologia di inizio secolo, che consentì di sviluppare nuove ipotesi rispetto ai fenomeni psichici e ai metodi di indagine di tali fenomeni. In primo luogo i Gestaltisti si opposero alle concezioni elementaristiche e associazionistiche ottocentesche proponendo il concetto di Gestalt come totalità. L’idea della totalità, data immediatamente e non sommata o associata alle componenti, si esprime nel seguente assunto: il tutto è qualcosa di diverso e di più rispetto alla somma delle parti che lo compongono. La nostra mente infatti fornisce una struttura, una forma alla realtà, organizzando gli stimoli secondo leggi peculiari e indipendenti dalla stimolazione proveniente dall’esterno. Proprio all’ interno di quest’ottica Lewin approfondì la nozione di campo e la concezione che i fenomeni psichici debbano essere indagati in base alla configurazione globale che assumono e in base al sistema di relazioni che intercorre tra le parti. Nel campo interagiscono dinamicamente forze diverse, con la tendenza a mantenere uno stato di equilibrio tra loro. Se forze nuove alterano questo equilibrio vi è una riorganizzazione del campo. Ne deriva che i fenomeni psichici debbano essere studiati nella loro specificità, secondo l’equilibrio provvisorio e mai definitivo che le forze in campo assumono.
LEWIN: TEORIA DEL CAMPO. Il campo è definito da Lewin (1936) come la totalità dei fatti esistenti ad un dato momento. La natura di questi fatti è triplice, essi sono: lo spazio di vita, l’ambiente esterno e la zona di frontiera.
- Lo spazio di vita può essere definito come la totalità dei fatti che determinano il comportamento (C) di un individuo in un dato momento e include la persona (P) e l’ambiente (A). Lo spazio di vita rappresenta inoltre la totalità degli eventi psicologici possibili.
- L’ambiente esterno include i fatti che non influiscono sullo spazio di vita in un dato momento, che non sono presenti in quel momento nel campo.
- La zona di frontiera include l’insieme dei fatti che si collocano tra lo spazio di vita e l’ambiente esterno, tra le dimensioni del soggettivo e dell’oggettivo. Tale frontiera è permeabile e consente all’ambiente esterno di entrare nel campo.
Qualsiasi comportamento dipende dalla configurazione del campo in quel dato momento. Qualsiasi comportamento può essere poi sintetizzato con la formula proposta da Lewin C=f(PA) ovvero il comportamento è funzione della persona per l’ambiente. Tale formula consente a Lewin di affermare che la dinamica dei processi deve sempre tenere conto della relazione tra la persona e la situazione. La teoria del campo descrive in maniera dinamica una situazione in cui persona e ambiente assumono pari dignità. Lewin inoltre evidenzia quali forze in campo nel determinare un dato comportamento sia fattori interni, quali motivazioni e bisogni, sia fattori esterni, che compaiono nelle sue analisi come dati psicologici, poiché esperiti nel campo psicologico oggetto di indagine.
Ulteriori fondamentali contributi dell’opera di Lewin sono quelli relativi alla teorizzazione del gruppo come totalità dinamica e alla metodologia della ricerca-azione, che unisce la dimensione conoscitiva di un fenomeno con la pratica dell’intervento attivo.
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