Habent insidias hominis blanditiae mali; quas ut vitemus, versus subiecti
monent. Canis parturiens cum rogasset alteram, ut fetum in eius tugurio deponeret, facile impetravit. Dein reposcenti locum
preces admovit, tempus exorans breve, dum firmiores catulos posset ducere. Hoc quoque consumpto flagitari validius cubile
coepit. ‘Si mihi et turbae meae par’ inquit ‘esse potueris, cedam loco’.
Versione tradotta
Le lusinghe di un uomo malvagio hanno insidie; e per
evitarle, i versi proposti insegnano. Una cagna partoriente avendo chiesto ad unaltra,
di deporre il parto nel suo covile,
lottenne facilmente. Poi alla richiedente pregò per il posto, chiedendo un breve tempo, fin che potesse guidare cuccioli più
robusti. Passato anche questo, cominciò a chiedere il covile
più insistentemente. Se avrai potuto essere pari a me ed alla
mia folla, disse, mi ritirerò dal posto.
- Letteratura Latina
- Le Fabulae di Gaio Giulio Fedro
- Fedro