Eneide, Libro 11, traduzione vv. 597-647 - Studentville

Eneide, Libro 11, traduzione vv. 597-647

At

manus interea muris Troiana propinquat,
Etruscique duces equitumque exercitus omnis
compositi numero in turmas. fremit

aequore toto
insultans sonipes et pressis pugnat habenis 600
huc conversus et huc; tum late ferreus hastis
horret

ager campique armis sublimibus ardent.
nec non Messapus contra celeresque Latini
et cum fratre Coras et virginis ala

Camillae
adversi campo apparent, hastasque reductis 605
protendunt longe dextris et spicula vibrant,
adventusque

virum fremitusque ardescit equorum.
iamque intra iactum teli progressus uterque
substiterat: subito erumpunt clamore

furentisque
exhortantur equos, fundunt simul undique tela 610
crebra nivis ritu, caelumque obtexitur umbra.
continuo

adversis Tyrrhenus et acer Aconteus
conixi incurrunt hastis primique ruinam
dant sonitu ingenti perfractaque

quadripedantum
pectora pectoribus rumpunt; excussus Aconteus 615
fulminis in morem aut tormento ponderis acti

praecipitat longe et vitam dispergit in auras.
Extemplo turbatae acies, versique Latini
reiciunt parmas et equos ad

moenia vertunt;
Troes agunt, princeps turmas inducit Asilas. 620
iamque propinquabant portis rursusque Latini

clamorem tollunt et mollia colla reflectunt;
hi fugiunt penitusque datis referuntur habenis.
qualis ubi alterno

procurrens gurgite pontus
nunc ruit ad terram scopulosque superiacit unda 625
spumeus extremamque sinu perfundit

harenam,
nunc rapidus retro atque aestu revoluta resorbens
saxa fugit litusque vado labente relinquit:
bis Tusci

Rutulos egere ad moenia versos,
bis reiecti armis respectant terga tegentes. 630
tertia sed postquam congressi in

proelia totas
implicuere inter se acies legitque virum vir,
tum vero et gemitus morientum et sanguine in alto

armaque corporaque et permixti caede virorum
semianimes volvuntur equi, pugna aspera surgit. 635
Orsilochus Remuli,

quando ipsum horrebat adire,
hastam intorsit equo ferrumque sub aure reliquit;
quo sonipes ictu furit arduus altaque

iactat
vulneris impatiens arrecto pectore crura,
volvitur ille excussus humi. Catillus Iollan 640
ingentemque

animis, ingentem corpore et armis
deicit Herminium, nudo cui vertice fulva
caesaries nudique umeri nec vulnera terrent;

tantus in arma patet. latos huic hasta per armos
acta tremit duplicatque virum transfixa dolore. 645
funditur ater

ubique cruor; dant funera ferro
certantes pulchramque petunt per vulnera mortem.

Versione tradotta

Ma la schiera troiana s'avvicina intanto alle mura,
ed i capi etruschi

etutto l'esercito dei cavalieri
divisi per numero in squadre. Su tutta la piana freme
saltando lo zoccolo sonante e

lotta contro le briglie strette 600
voltandosi qua e là; poi attorno il ferreo campo
è irto di aste le pianure ardono di

armi altissime.
Contro anche Messapo ed i veloci Latini
e Cora col fratello e l'ala della vergine Camilla
appaiono

oposti in campo e protendono lo aste da lontano 605
ritirate le destre e le frecce vibrano,
l'arrivo degli eroi ed il

fremito dei cavalli s'infiamma.
Ed ormai le due avanzate s'eran arrestate entro
il tiro d'una lancia: subito si

slanciano con urla ed incitano
i cavalli furenti, insieme rovesciano ovunque dardi 610
fitto come la neve, il cielo si

copre di ombra.
Immediatamente Tirreno e l'aspro Aconteo impegnati
si scontrano con le aste opposte e per primi

crollano
con gigantesco rimbombo e coi petti rompono
gli spaccati petti dei quadrupedi; sbalzato Aconteo 615
come un

fulmine o una massa spinta da una catapulta
precipita lontano e sparge la vita nell'aria.
Subito schiere sconvolte, ed

i Latini sconfitti
gettano gli scudi e girano i cavalli alle mura;
i Troiani spingono, Asila per primo guida le truppe.

620
Già s'avvicinavano alle porte e di nuovo i Latini
alzano un grido e rivoltano i docili colli;
questi fuggono e

si portano lontano a briglie sfrenate.
Come quando il mare correndo avanti co alterno gorgo
ora corre a terra e l'onda

ricopre gli scogli 625
spumoso, ed avvolge ad arco l'ultima sabbia,
ora rapido indietro e con il flutto risucchiando

i sassi
rotolati fugge e lascia il lido, mentre la secca scivola:
due volte i Toschi spinsero i Rutuli volti alle

mura,
due volte respinti dalle armi si fermano coprendosi le spalle. 630
Ma dopo che scontratisi per un terzo

combattimento
mischiarono tutte le schieretra loro ed un eroe scelse un eroe,
allora davvero i gemiti dei morenti ed armi

e corpi
dentro profondo sangue e mescolati nella strage di eroi
si rotolano cavalli semivivi, sorge un'aspra lotta.

635
Orsiloco, poiché inorridiva ad affrontarlo, scagliò
l'asta al cavallo di Remulo e lasciò il ferro sotto

l'orecchio;
a tale colpo lo zoccolo sonante alto s'impenna e sbatte
altele zampe a petto drizzato insofferente alla

ferita,
lui scosso si rotola a terra. Catillo abbatte Iolla 640
gigantesco per coraggio ed Erminio gigantesco di

corpo
e di armi, egli ha una rossa capigliatura sulla testa nuda
nude le spalle né lo spaventano le ferite;
tanto

largo si apre alle armi. Un'asta lanciata gli trema
sulle larghe membra e trapassato l'uomo lo piega per il dolore.

645
Si rovescia ovunque un sangue nero; duellando col ferro
danno morti e cercanonelle ferite una bella morte.

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