At medias inter caedes exsultat Amazon
unum exserta latus pugnae,
pharetrata Camilla,
et nunc lenta manu spargens hastilia denset, 650
nunc validam dextra rapit indefessa bipennem;
aureus ex umero sonat arcus et arma Dianae.
illa etiam, si quando in tergum pulsa recessit,
spicula converso
fugientia derigit arcu.
at circum lectae comites, Larinaque virgo 655
Tullaque et aeratam quatiens Tarpeia securim,
Italides, quas ipsa decus sibi dia Camilla
delegit pacisque bonas bellique ministras:
quales Threiciae cum flumina
Thermodontis
pulsant et pictis bellantur Amazones armis, 660
seu circum Hippolyten seu cum se Martia curru
Penthesilea refert, magnoque ululante tumultu
feminea exsultant lunatis agmina peltis.
Quem telo primum, quem
postremum, aspera virgo,
deicis? aut quot humi morientia corpora fundis? 665
Eunaeum Clytio primum patre, cuius apertum
adversi longa transverberat abiete pectus.
sanguinis ille vomens rivos cadit atque cruentam
mandit humum moriensque
suo se in vulnere versat.
tum Lirim Pagasumque super, quorum alter habenas 670
suffosso revolutus equo dum colligit,
alter
dum subit ac dextram labenti tendit inermem,
praecipites pariterque ruunt. his addit Amastrum
Hippotaden,
sequiturque incumbens eminus hasta
Tereaque Harpalycumque et Demophoonta Chromimque;
quotque emissa manu contorsit
spicula virgo,
tot Phrygii cecidere viri. procul Ornytus armis
ignotis et equo venator Iapyge fertur,
cui pellis
latos umeros erepta iuvenco
pugnatori operit, caput ingens oris hiatus 680
et malae texere lupi cum dentibus albis,
agrestisque manus armat sparus; ipse catervis
vertitur in mediis et toto vertice supra est.
hunc illa exceptum
(neque enim labor agmine verso )
traicit et super haec inimico pectore fatur: 685
‘silvis te, Tyrrhene, feras agitare
putasti?
advenit qui vestra dies muliebribus armis
verba redargueret. nomen tamen haud leve patrum
manibus hoc
referes, telo cecidisse Camillae.’
Protinus Orsilochum et Buten, duo maxima Teucrum 690
corpora, sed Buten aversum
cuspide fixit
loricam galeamque inter, qua colla sedentis
lucent et laevo dependet parma lacerto;
Orsilochum
fugiens magnumque agitata per orbem
eludit gyro interior sequiturque sequentem; 695
tum validam perque arma viro perque
ossa securim
altior exsurgens oranti et multa precanti
congeminat; vulnus calido rigat ora cerebro.
incidit huic
subitoque aspectu territus haesit
Appenninicolae bellator filius Auni, 700
haud Ligurum extremus, dum fallere fata
sinebant.
isque ubi se nullo iam cursu evadere pugnae
posse neque instantem reginam avertere cernit,
consilio
versare dolos ingressus et astu
incipit haec: ‘quid tam egregium, si femina forti 705
fidis equo? dimitte fugam et te
comminus aequo
mecum crede solo pugnaeque accinge pedestri:
iam nosces ventosa ferat cui gloria fraudem.’
dixit,
at illa furens acrique accensa dolore
tradit equum comiti paribusque resistit in armis 710
ense pedes nudo puraque
interrita parma.
at iuvenis vicisse dolo ratus avolat ipse
haud mora, conversisque fugax aufertur habenis
quadripedemque citum ferrata calce fatigat.
‘vane Ligus frustraque animis elate superbis, 715
nequiquam patrias
temptasti lubricus artis,
nec fraus te incolumem fallaci perferet Auno.’
haec fatur virgo, et pernicibus ignea
plantis
transit equum cursu frenisque adversa prehensis
congreditur poenasque inimico ex sanguine sumit: 720
quam
facile accipiter saxo sacer ales ab alto
consequitur pennis sublimem in nube columbam
comprensamque tenet pedibusque
eviscerat uncis:
tum cruor et vulsae labuntur ab aethere plumae.
Versione tradotta
Ma in mezzo alle stragi esulta
l'Amazzone
scoperto un sol fianco per lo scontro, la faretrata Camilla,
ed ora moltiplica con la mano spargendo
flessibili dardi, 450
ora instancabile strappa con la destra la forte bipenne;
alla spalla risuona l'arco d'oro e
le armi di Diana.
Ella snche se a volte ricacciata si è ritirata indietro,
con l'arco girato lancia frecce
fuggenti.
Ma attorno le compagne scelte, la vergine Larina 655
Tulla e Terpea che scuote una scure di
bronzo,
italiche, che lei stessa scelse per sé quale gloria
la divina Camilla e buone aiutanti di pace e di
guerra:
come le Trace quando battono i fiumi di Termodonte
e le Amazzoni combattono con armi dipinte, 660
sia attorno
ad Ippolita o quando la marzia Pentesilea
si reca sul cocchio, e con grande ululante tumulto
le schiere femminee danzano
con scudi lunati.
Chi con l'arma abbatti per primo, chi per ultimo, o vergine
aspra? O quanti corpi morenti riversi a
terra? 665
Euneo per primo, di Clizio padre, trapassa
con una lunga asta d'abete il petto aperto di lui di
fronte.
Egli vomitando rivoli di sangue cade e mangia la cruenta
terra e morendo si gira sulla sua ferita.
Poi Liri e
Pagaso sopra di lui, il primo di loro mentre 670
raccoglieva le briglie rotolato dal cavallo trafitto, l'altro
mentre
accorre e tende la destra inerme al cadente,
ugualmente crollano a testa in giù. A questi aggiunge Amastro
Ippotade, ed
insegue minacciandoli con l'asta da lontano
Tereo, Arpalico, Demofonte, Cromi;
quante frecce inviate la vergine lanciò
con la mano,
altrettanti eroi frigi caddero. Lontano Omito con armi
strane e cacciatore galoppa su cavallo
iapige,
gli copre le larghe spalle la pelle strappata ad un giovenco
battagliero, la testa l'han protetta una enorme
apertura 680
di bocca e le guance di un lupo con denti bianchi,
uno spiedo arma le rustiche mani; egli si girain mezzo
alle schiere e sta sopra con tutta la testa.
Lei, preso costui ( non è fatica, giratasi la schiera)
lo trafigge e con
cuore nemico aggiunge così: 685
"Pensasti, Tirreno, di stanare bestie dai boschi?
E' giunto il giorno che rimproveri
le vostre parole
con armi femminee. Tuttavia riferirai ai mani dei padri
questa fama non piccola, esser caduto per
l'arma di Camilla."
Subito anche Orsiloco, Bute, due corpi, i più grandi 690
tra i Teucri, ma Bute lo trafisse con la
punta, voltato,
tra la corazza e l'elmo, dove il collo di chi siede ( a cavallo)
risplende e dal braccio sinistro
pende lo scudo;
Orsiloco invece mentre lei fugge e svelta con un grande cerchio
lo inganna all'interno del giro ed
insegue l'inseguitore; 695
allora ergendosi più alta sull'uomo che prega e molto
scongiura raddoppia la forte scure
sulle armi e
sulle ossa; la ferita riga il volto di caldo cervello.
Con costei s'imbatte ed atterrito
dall'improvvisa visione si bloccò
il figlio guerriero di Auno abitatore dell'Appennino, 700
non ultimo dei Liguri,
finchè i fati permisero di imbrogliare.
Egli quando vede di non poter più scappare per nessuna
strada ed evitare la
regina che incalza,
entrato nell'idea di tentare tranelli e con astuzia
comincia così: " Cosa di tanto nobile, se da
donna ti affidi 705
ad un forte cavallo? Smetti la fuga e mettiti con me in suolo pari
corpo a corpo con me e datti allo
scontro a piedi:
poi conoscerai a chi rechi frode una gloria ventosa."
Disse, ma ella furente ed accesada forte
dolore
consegna ilcavallo alla compagna e resiste con pari armi 710
a piedi con la nuda spada ed impavida con il puro
scudo.
Ma il giovane pensando aver vinto con l'inganno vola via lui
senza indugio, e si sottrae fuggendo girate le
briglie
ed affatica il veloce quadrupede con lo sperone ferrato.
" Falso Ligure invano innalzato da superba animosità,
715
inutilmente insidioso tentasti le arti patrie,
né la frode ti porterà incolume al bugiardo Auno."
Così dice la
ragazza, ed infuocata con le veloci piante
sorpassa il cavallo di corsa e prese le briglie davanti
l'affronta e dal
sangue nemico prende le vendette: 720
come facilmente il falco, volatile sacro, da un'alta roccia
raggiunge con le
penne una colomba altissima su di una nube
ed afferrratala la tiene e la sviscera con gli artigli adunchi:
allora il
sangue ele pime strappate scivolano dal cielo.
- Letteratura Latina
- Libro 9 - 12
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