Libro 2 - Favola 9 - Studentville

Libro 2 - Favola 9

Aesopi ingenio statuam posuere Attici, servumque collocarunt aeterna in basi, patere honoris scirent ut cuncti

viam nec generi tribui sed virtuti gloriam. Quoniam occuparat alter ut primus foret, ne solus esset, studui, quod superfuit.

nec haec invidia, verum est aemulatio. quodsi labori faverit Latium meo, plures habebit quos opponat Graeciae. Si Livor

obtrectare curam voluerit, non tamen eripiet laudis conscientiam. Si nostrum studium ad aures pervenit tuas, et arte fictas

animus sentit fabulas, omnem querellam submovet felicitas. sin autem rabulis doctus occurrit labor, sinistra quos in lucem

natura extulit, nec quidquam possunt nisi meliores carpere, fatale exilium corde durato feram, donec Fortunam criminis pudeat

sui.

Versione tradotta

All’

ingegno di Esopo gli Attici posero una statua, e collocarono uno schiavo nella eterna base, perché tutti sapessero che la via

dell’onore è aperta e la gloria non si attribuisce alla stirpe ma al valore. Poiché un altro aveva preceduto per esser primo,

perché non fosse solo, m’impegnai, per quel che restò. Né questa è invidia, ma emulazione.
Che se il Lazio avrà favorito la

mia fatica, avrà parecchi da contrapporre alla Grecia. Se il Livore avrà voluto biasimare l’impegno, tuttavia non strapperà la

coscienza del merito. Se il nostro impegno è giunto alle tue orecchie, e il cuore sente le favole costruite con arte, la

fortuna toglierà ogni lamentela. Se invece la dotta fatica incontra abbaiatori, che la natura sinistra mise in luce, e non

possono nulla se non cogliere i migliori;
sopporterò con cuore fermo il fatale esilio, finché Fortuna si vergogni della sua

accusa.

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