Libro 8, vv.1-30 - Studentville

Libro 8, vv.1-30

Ut belli signum Laurenti Turnus ab arce 8.1
extulit et rauco strepuerunt cornua cantu,
utque acris

concussit equos utque impulit arma,
extemplo turbati animi, simul omne tumultu
coniurat trepido Latium saevitque

iuventus 5
effera. ductores primi Messapus et Ufens
contemptorque deum Mezentius undique cogunt
auxilia et latos

vastant cultoribus agros.
mittitur et magni Venulus Diomedis ad urbem
qui petat auxilium, et Latio consistere Teucros,

10
advectum Aenean classi victosque penatis
inferre et fatis regem se dicere posci
edoceat, multasque viro se

adiungere gentis
Dardanio et late Latio increbrescere nomen:
quid struat his coeptis, quem, si fortuna sequatur,

eventum pugnae cupiat, manifestius ipsi
quam Turno regi aut regi apparere Latino.
Talia per Latium. quae

Laomedontius heros
cuncta videns magno curarum fluctuat aestu,
atque animum nunc huc celerem nunc dividit illuc 7.20

in partisque rapit varias perque omnia versat,
sicut aquae tremulum labris ubi lumen aenis
sole repercussum aut

radiantis imagine lunae
omnia pervolitat late loca, iamque sub auras
erigitur summique ferit laquearia tecti. 25
nox

erat et terras animalia fessa per omnis
alituum pecudumque genus sopor altus habebat,
cum pater in ripa gelidique sub

aetheris axe
Aeneas, tristi turbatus pectora bello,
procubuit seramque dedit per membra quietem. 30

Versione tradotta

Come Turno innalzò dalla rocca il segnale
di

guerra ed i corni con rauco canto rimbombarono,
e come frustò i forti cavalli e come agitò le armi,
subito gli animi si

scossero, insieme tutto il Lazio
con trepido tumulto giura e la fiera gioventù 5
infuria. Per primi i capi Messapo ed

Ufente
ed il disprezzatore degli dei Mezemzio da ogni parte
radunano le truppe e svuotano di coltivatori i vasti

campi.
Si manda Venulo alla città del grande Diomede,
che chieda aiuto, informi che i Teucri s'nsediano nel Lazio, 10

Enea è sbarcato con la flotta e porta i vinti
Penati e si dece chiesto dai fati come re,
che molri popoli

s'uniscono all'eroe dardanio
ed il nome si sparge a vasto raggio nel Lazio:
che cosa combini con tali inizi, quale

evento di scontro 15
voglia, se la fortuna lo segue, appare piuù chiaramente
a lui stesso (Diomede) che al re Turno ed al

re Latino.
Così per il Lazio. Ma l'eroe laomedonzio vedento
tutto questo è agitato dalla grande tempesta di

affanni
e divide la veloce mente ora quua ora là, 20
lo strappa in diverse parti e dappertutto si volge,
così la luce

tremula nei bronzei catini d'acqua
quando rifranto dal sole o dall'immagine della raggiante luna
volteggia intorno

per tutti i luoghi, e già si erge
all'aria e ferisce i soffitti della sommità del tetto. 25
Era notte ed un profondo

sopore per tutte le terre possedeva
i viventi stanchi, la specie degli uccelli e degli armenti,
quando il padre Enea

sulla riva e sotto la volta del gelido
etere, turbato in cuore per la triste guerra,
si sdraiò e concesse un tardo riposo

alle membra. 30

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