Le Nazioni Unite hanno un ruolo fondamentale riguardo il mantenimento della pace e la sicurezza nel mondo, dispiegando 118.000 caschi blu in 15 missioni nei quattro Continenti, con una budget annuale di 8 miliardi di dollari.
I caschi blu devono principalmente possedere grande capacità di relazionarsi con le varie popolazioni e una solida componente di forze di polizia. L’Italia è il decimo Paese contributore di caschi blu tra tutti i membri dell’Onu, il sesto per quanto riguarda l’apporto finanziario, e su 15 missioni di pace, 8 hanno avuto come protagonisti uomini italiani. Inoltre le missioni sono alimentate dalla Base Logistica dell’Onu a Brindisi, supportata dal governo italiano dal 1994. Il luogo si trova in una posizione strategica perché situato all’incrocio tra Europa, Africa e Medio Oriente. La base fu realizzata con il fine principale di operare in modo logistico per gli interventi delle Nazioni Unite, e attualmente ha una funzione fondamentale per il controllo della gestione delle operazioni di pace e il dispiegamento di nuove missioni. Inoltre questa base funge da centro di smistamento delle comunicazioni satellitari e da sostegno informatico alle operazioni dell’Onu. Ci sono inoltre attrezzature per l’addestramento specializzato. Il nostro Paese mette anche a disposizione varie competenze per migliorare le capacità operative delle Nazioni Unite, e a Vicenza il centro di eccellenza dei Carabinieri ha addestrato più di 2000 uomini provenienti da Paesi in via di sviluppo, soprattutto dall’Africa.
Tra le tante missioni di pace a cui ha partecipato l’Italia, tra quelle organizzate dall’Onu ricordiamo gli interventi a Cipro, India-Pakistan, Libano, Marocco, Medio Oriente, Sudan.
La missione di pace a Cipro fu condotta nel 2005 da quattro sottufficiali dei carabinieri di Nicosia. Gli interventi dell’Onu a Cipro erano già attivi dal 1964, con l’intento di prevenire nuovi conflitti tra Greci e Turchi, entrambi abitanti dell’isola.
Osservatori militari operano dal 1949 nel distretto del Kashmir, per impedire il conflitto tra Pakistan e India. Tra questi osservatori speciali, otto sono italiani.
Con l’invasione del Sud del Libano da parte di Israele, la missione qui iniziata nel 1978 è stata prorogata. In particolare è avvenuto un potenziamento nel 2006, quando i caschi blu hanno svolto un ruolo di “forza cuscinetto” tra l’esercito del Libano e quello israeliano. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha schierato circa 15000 uomini. L’Italia partecipa a questa missione fin dall’inizio, e ha svolto un ruolo fondamentale nell’ultima operazione, autorizzando l’invio di circa 1700 militari con una componente navale. Nel 2011 sotto il comando del generale spagnolo Cuevas hanno partecipato uomini provenienti da 33 Paesi, e il contingente italiano è stato quello più numeroso. Nel quartier generale degli Italiani a Shama, sempre nel 2011 si è svolto il passaggio del comando del Settore Ovest dalla brigata di cavalleria del Friuli a quella meccanizzata Aosta, e il generale De Cicco ha preso il comando. E’ la prima missione in Libano per la brigata Aosta, stanziata in Sicilia, mentre in passato ha svolto diverse operazioni nei Balcani. De Cicco comanda due gruppi di battaglia, unità specialistiche e di supporto logistico, corpi dell’aviazione e una componente di polizia militare.
Nel 1991 furono stabilite le missioni in Marocco, per realizzare i piani di pace a favore del popolo del Sahara occidentale. Il contingente delle Nazioni Unite ha il dovere di supervisionare il rispetto del “cessate il fuoco” tra le fazioni in guerra, inoltre deve accordarsi con le due parti per liberare i prigionieri e i detenuti politici. Gli osservatori provengono da 31 Paesi, e 4 sono italiani.
La missione in Medio Oriente è quella più vecchia, e provvede a far mantenere il rispetto del trattato di pace tra Siria, Egitto, Giordania e Israele. Inoltre controlla il “cessate il fuoco” nel canale di Suez e sulle alture del Golan, dopo la guerra arabo-israeliana del 1967. Gli osservatori provengono da 23 Paesi e otto ufficiali sono italiani.
Nel 2007 l’Onu ha organizzato la missione per mantenere la pace nella regione del Sudan, e l’Italia partecipa dal 2008 con tre militari.
L’Italia dunque ha avuto, e ha tuttora, un ruolo primario nella politica estera delle Nazioni Unite, assumendo un serio impegno riguardo l’attuazione delle iniziative dell’organizzazione, come la tutela ambientale, la democrazia e i diritti umani. Ha svolto un grande lavoro per mettere in pratica le riforme che servivano a rilanciare le Nazioni Unite e a tentare di essere più efficaci nella risoluzione dei vari problemi.
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