Lucano - Studentville

Lucano

[P]Vita[/P]
Marco Anneo Lucano, nato a Cordova nel 39 d.C., fu portato in tenera età a Roma, dove fu educato da un filosofo stoico, Anneo Cornuto.
Grazie alle sue doti poetiche, entrò a far parte della corte di Nerone, che lo ebbe tra i suoi più intimi amici; subentrò poi una brusca rottura tra l’imperatore e il poeta, dovuta forse all’invidia di Nerone per i successi letterari di Lucano o, più probabilmente, al fatto che il poeta aveva espresso, nei primi tre libri del suo poema, un indirizzo ideologico apertamente repubblicano e libertario.
Allontanato da corte e passato all’opposizione, Lucano aderì, nel 65 d.C., alla congiura di Pisone; denunciato e arrestato in seguito alla scoperta del complotto, ricevette l’ordine di darsi la morte. Coerentemente con la propria vita e con i propri principi, volle morire da stoico, recitando alcuni versi del ‘Bellum civile’che narravano dell’eroica morte di un soldato: era il 30 aprile del 65 e il poeta aveva poco meno di 26 anni.

[P]Opera[/P]
Di Lucano sono noti i titoli di vari componimenti poetici di genere epico, mitologico o drammatico, che rientravano nei gusti di Nerone : ricordiamo un ‘Iliacon’, componimento in versi sulla guerra di Troia, una tragedia incompiuta, ‘Medea’, un ‘Catachtonion’,carme sulla discesa agli Inferi, un ‘De incendio urbis’e dieci libri di ‘Silvae’, una raccolta di poesie di vario genere.
A noi è pervenuta l’opera maggiore, il’Bellum civile’o ‘Pharsalia’, un poema epico-storico in dieci libri che ha come argomento la guerra civile tra Cesare e Pompeo, dal passaggio del Rubicone alla guerra alessandrina del 47 a.C. Il poema è senz’altro incompiuto: il X libro,molto più breve degli altri, si interrompe bruscamente; l’intenzione del poeta era forse quella di giungere fino al XII libro, secondo il modello dell’Eneide virgiliana, proseguendo nel racconto sino al suicidio di Catone o alla morte di Cesare. Il genere del poema epico-storico, che non era affatto nuovo nella letteratura latina ma anzi rientrava pienamente nella tradizione, viene affrontato da Lucano con estrema originalità. In contrapposizione al modello virgiliano,l’autore del ‘Bellum civile’elimina quasi del tutto la materia mitologica relegandola in digressioni marginali ed impiega procedimenti tipici delle opere storiche, come i discorsi dei personaggi e le riflessioni sugli argomenti trattati. Egli si cura di documentare rigorosamente la sua narrazione attraverso l’uso di fonti attendibili, ma la fedeltà scrupolosa alle fonti storiche si alterna spesso a deformazioni della verità a fini ideologici: l’alterazione a volte riguarda il modo di presentare alcuni degli avvenimenti tramandati dalle fonti, altre volte consiste nell’inserimento arbitrario di episodi del tutto estranei alla realtà dei fatti. Inoltre, la personalità del poeta si intromette molto frequentemente nel racconto, rivolgendosi ai personaggi o al fato con apostrofi dense di pathos che si pongono agli antipodi dell’oggettività epico-storica.
Se nell’epos virgiliano il tema delle guerre civili occupava una posizione marginale, nell’epos lucaneo esso diviene l’argomento centrale del poema, proposto con tutti i suoi tragici risvolti:si è parlato così del poema lucaneo come di una sorta di anti-Eneide, in quanto con Lucano il poema epico perde, o per meglio dire stravolge, le caratteristiche che gli erano state assegnate dalla tradizione sin dai tempi di Nevio e di Ennio, presentandosi non come un monumento della gloria romana ma come un’indignata denuncia delle nefaste conseguenze della guerra fratricida.
Data la drammaticità dei fatti narrati, prevalgono nel poema toni cupi, con frequenti descrizioni di rovine, stragi, pestilenze, sogni terrificanti, visioni di mari in tempesta e scene di masse in tumulto. Il senso dell’orrido e del macabro caratterizza alcune delle pagine più note dell’opera, così come occupano un largo posto nel poema gli elementi magici e demoniaci, ad esempio prodigi, incantesimi, apparizioni di ombre.

[P]Stile[/P]
Lo stile di Lucano si caratterizza per una spiccata tendenza al pathos e al sublime, oltre che per un incalzante ritmo narrativo.
Molto frequenti sono, nel poema, le apostrofi e gli interventi del poeta a commento di ciò che sta narrando:l’io dell’autore è dunque onnipresente per giudicare o spesso per condannare indignato ciò che sta raccontando. Nelle riflessioni personali e nelle apostrofi molto vi è dello stile senecano, per la presenza di forti antitesi e per il martellare di brevi e incisive sentenze.

  • Latino
  • Approfondimenti di Letteratura Latina

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti