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Ramsete II

La figura del faraone Ramsete II e le vicende relative al suo regno.

Ramsete II ( 1279 – 1212 a.C. ) terzo re della XIX Dinastia e figlio di Seti I, che alla sua morte assunse la titolatura di "Toro possente amato da Maat, Signore dei Giubilei come suo padre Ptah, Protettore dei Due Paesi e Dominatore dei Paesi stranieri, ricco di anni, grande di vittorie, Usimare Setepenre ( possente è la Verità di Ra, l'Eletto di Ra ) Ramessese, amato da Amon", fu uno dei più grandi sovrani che la storia egizia abbia mai avuto e segna l'apice della ricchezza e dello splendore dell'Egitto.

Durante la prima parte del suo regno si preoccupa soprattutto di controllare lo stato dei monumenti paterni e trovati in deplorevoli condizioni, ordinò di riaprire immediatamente i cantieri e di riprendere i lavori. Così venne portato a termine il grande tempio di Seti I ad Abido, dove restaura anche le tombe dei suoi predecessori e costruisce un tempio a se stesso.

A Tebe diede ordine di completare la costruzione della grande sala ipostila del tempio di Amon. Durante tutto il suo regno le cave d'Egitto lavorarono ininterrottamente per più di mezzo secolo fornendo materiale per edifici, statue e obelischi e quando il materiale non era sufficiente si sopperiva demolendo i vecchi edifici per reperire e riutilizzare il materiale.

Tutto l'Egitto divenne un unico grande cantiere e solo grazie a Ramsete possiamo ammirare oggi tantissimi splendidi esempi di architettura che assunse un carattere di smisurata grandiosità: il tempio di Abu Simbel, la grande sala ipostila del tempio di Amon a Karnak e il suo tempo mortuario a Tebe detto il Ramesseum.

Molte energie furono spese anche nella costruzione di una nuova città nel Delta, Piramesse, le cui rovine giacciono nei pressi della moderna Qantir. Abbellita da grandi obelischi, statue e monumenti di vario genere, Piramesse divenne ben presto la fiorente e prospera residenza di tutti i sovrani ramessidi.

Come si può vedere anche tutto il Delta orientale fu sottoposto a un'intensa attività di sviluppo edilizio. E' probabilmente da tali lavori, dove venivano impiegate manovalanze di origine siro-palestinese, che trae spunto la storia della persecuzione degli ebrei in Egitto (vedi Egitto e Bibbia: l'Esodo).

L'Esodo è stato posto in un periodo compreso tra i regni di Ramsete II e Merenptah. La realtà storica parla di spostamenti di popolazioni seminomadi nell'area compresa tra il Delta e la costa siro-palestinese proprio in questo periodo.
L'Antico Testamento dà un enorme risalto a tutti gli avvenimenti che avrebbero condotto alla nascita della nazione d'Israele. Le fonti egizie tacciono a questo proposito: l'unico riferimento a Israele noto nei documenti egizi è riscontrabile sotto Merenptah.

Nonostante tutto questo fervore l'obiettivo principale di Ramsete era quello di riconquistare i territori dell'Africa e dell'Asia Occidentale che erano già dell'Egitto durante il XVI e XV secolo a.C. ma soprattutto la sua più grande ambizione era di compiere un'impresa che non era riuscita nemmeno a suo padre : sconfiggere una volta per tutte gli Ittiti, un popolo molto potente originario dell'Asia Minore che in quel periodo storico era al massimo della potenza.
Preparatosi numerose basi di appoggio, Ramsete decide che è giunta l'ora di attaccare ed inizia così una lunga serie di battaglie che porterà l'Egitto, e Ramsete, a misurarsi continuamente contro questi potenti avversari.

Di tutte le battaglie, quella più importante soprattutto perché il sovrano ne fu sempre orgoglioso, fu quella combattuta a Quadesh, nella Siria Settentrionale, nel 1258 a.C. Questa battaglia è stata descritta su numerosi papiri, fu incisa sui muri di tutti i templi costruiti da Ramsete.
Nessuno dei due contendenti riuscì mai ad avere la meglio e nel 1258 a.C. venne addirittura stipulato un trattato di pace. Infatti in quel periodo in Asia l'equilibrio delle forza andava mutando e ai confini Ittiti si stava ammassando anche la sorgente potenza degli Assiri.
Così, il re ittita non potendo battersi su due fronti decise di offrire a Ramsete un trattato di pace. Questo trattato è un importantissimo documento storico, pervenutoci sia nella versione egizia che in quella ittita, in quanto è il primo trattato internazionale di cui è pervenuta la versione completa. Ramsete da parte sua sancì il trattato prendendo in moglie la figlia del re ittita.

Nel sessantasettesimo anno di regno, Ramsete II, che aveva appena superato i novantanni, fu chiamato ad Occidente a raggiungere gli dei. Fu sepolto nella Valle dei Re e il suo cartiglio rimase il più diffuso di tutto l'Egitto.

Il suo fu uno dei più lunghi regni della storia egizia, assieme a quello di Pepi II (VI Dinastia). Ramsete II festeggiò ben quattordici feste sed, dalle sue moglie principali e secondarie ebbe un centinaio di figli e molti di essi morirono prima di lui.
Tuttavia, il lungo regno di Ramsete II, che portò stabilità nell'impero e ricchezza nel paese, pose anche le basi per la caduta della dinastia, dato che l'innumerevole progenie del re e l'età avanzata dei pretendenti al trono (data l'età di morte di Ramsete) non potevano non creare problemi di successione, anche se questa fu assicurata per la prima generazione.
Vari principi ereditari infatti morirono prima del padre, cosicchè il trono andò all'ultimo principe ereditario designato alla morte di Ramsete, Merenptah, suo tredicesimo figlio, che il re aveva avuto dalla regina Isisnefret. La successione avvenne senza problemi, ma alla morte di Merenptah scoppiò l'inevitabile contesa dinastica.

La tomba di Ramsete II, KV7 nella Valle dei Re, profanata fin dall'antichità, rimase aperta per migliaia di anni; in epoca classsica era una di quelle accessibili, almeno in parte; quando l'archeologo H. Burton vi condusse gli scavi nella stagione 1913/1914, parte della tomba era stata riempita da detriti trascinati dalle acque piovane e non rimaneva nulla del corredo funerario.

La magnificenza del corredo funerario deve essere stata incredibile, se si tiene presente quello di Tutankhamon, che aveva avuto vita assai più breve di quella di Ramsete II. Sono pochissimi gli oggetti sopravvissuti che possono essere associati alla sua sepoltura: una statuetta di legno del re (British Museum), quattro vasi pseudo-canopi (Museo del Louvre), la metà superiore di un ushabty in bronzo (Museo di Berlino), nonchè due grandi ushabty in legno (Brooklyn e British Museum).
Le pareti della tomba sono decorate con alcuni libri funerari: vi si trovano la Litania del Sole, il Libro dell'Amduat, il Rituale dell'Apertura della Bocca, il Libro delle Porte e il Libro della Vacca Celeste.
La mummia di Ramsete II fu rinvenuta nel 1881 nel nascondiglio di Deir el Bahari. Un'iscrizione ieratica sul sarcofago in cui essa giaceva registra lo spostamento del corpo dalla tomba di Ramsete II a quella di Seti I, nel quindicesimo anno di Smendes. Il sarcofago e la mummia furono in un secondo tempo portati nel nascondiglio.

Negli ultimi anni l'illustre mummia è stata oggetto di particolari cure da parte dei ricercatori di Parigi che l'hanno salvata dalla distruzione, ripulendola da batteri e funghi che vi si erano installati nella sua permanenza al Museo del Cairo, ove oggi riposa in una vetrina protetta.
Come si conviene a una alta personalità in visita ufficiale, Ramsete II, sebbene morto da 3200 anni, fu accolto all'aeroporto di Parigi da un completo Picchetto d'Onore presidenziale.

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