Ride la gazza, nera sugli aranci - di Salvatore Quasimodo - Studentville

Ride la gazza, nera sugli aranci - di Salvatore Quasimodo

Analisi del testo (tipologia A) svolta su Ride la gazza, nera sugli aranci di Salvatore Quasimodo

MATURITA’, ANALISI DEL TESTO SVOLTA: Ride la gazza, nera sugli aranci – di Salvatore QuasimodoEcco l’analisi del testo svolta su Ride la gazza, nera sugli aranci di Quasimodo.

Forse è un segno vero della vita:
intorno a me fanciulli con leggeri
moti del capo danzano in un gioco
di cadenze e di voci lungo il prato
della chiesa. Pietà della sera, ombre
riaccese sopra l’erba così verde,
bellissime nel fuoco della luna!
Memoria vi concede breve sonno;
ora, destatevi. Ecco, scroscia il pozzo
per la prima marea. Questa è l’ora:
non più mia, arsi, remoti simulacri.
E tu vento del sud forte di zàgare,
spingi la luna dove nudi dormono
fanciulli, forza il puledro sui campi
umidi d’orme di cavalle, apri
il mare, alza le nuvole dagli alberi:
già l’airone s’avanza verso l’acqua
e fiuta lento il fango tra le spine,
ride la gazza, nera sugli aranci.
QUASIMODO, ANALISI DEL TESTO SVOLTA. Il poeta siciliano, ormai da tempo lontano dalla sua terra natìa, sollecitato dall’ora serale d’un plenilunio, che gli richiama altre notti di altri pleniluni, si abbandona all’onda dei ricordi, rievocando con ardente partecipazione lontani ricordi della sua fanciullezza, trascorsa in selvaggia libertà presso il mare di Sicilia, terra d’origine del poeta, con i suoi odori e i suoi colori, le radici, i legami, il mitico mondo dell’infanzia. L’isola diventa, attraverso la mitizzazione del ricordo, una terra felice, fuori dalla storia, priva di ogni connotazione geografica, una terra promessa, un sogno.
Ride la gazza è in questo senso un testo esemplare: al ricordo, tanto forte da sembrare vero, dei giochi di fanciulli sul prato antistante la chiesa, della marea, del vento con il suo odore di zagare, dell’airone che s’avanza verso l’acqua,della gazza nera sugli aranci, dei puledri che corrono si contrappone, ugualmente intensa, la consapevolezza che tutto ciò non potrà più tornare: la poesia vive allora del dissidio tra passato e presente, tra sogno e realtà, tra illusioni e delusioni.
Tema centrale della lirica è quindi l’affermazione dell’irripetibilità di certe
momenti della nostra vita, momenti dell’infanzia, dell’innocenza, della purezza,
che il tempo trasforma inevitabilmente; si tratta di una poesia ricca di immagini, che si susseguono una dopo l’altra nella mente del poeta, immagini fatte di suoni, colori e profumi.

Fonte: Balbruno Altervista

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