Tipologia D. La circolazione degli immigrati in Europa - Studentville

Tipologia D. La circolazione degli immigrati in Europa

Tema svolto sull'immigrazione e sulla circolazione degli immigrati in Europa.

TEMA SVOLTO SULL'IMMIGRAZIONE. Leggi il tema svolto sull'immigrazione e la circolazione degli immigrati in Europa. A partire dagli accordi di Schengen si è cercato di dare una normativa alla circolazione degli immigrati nei Paesi dell’Unione Europea. Descrivi in che modo si gestisce l’immigrazione, come si è tentato di risolvere il problema degli immigrati clandestini e come si cerca di far integrare gli stranieri nell’Unione Europea.

IMMIGRAZIONE, TEMA SVOLTO. Verso gli anni Ottanta furono molte le discussioni tra gli Stati membri riguardo la libera circolazione delle persone; alcuni sostenevano che bisognava distinguere alle frontiere i cittadini europei dagli altri, altri invece proponevano di eliminare i controlli e consentire una libera circolazione. Nel 1985 Paesi Bassi, Lussemburgo, Germania, Francia e Belgio firmarono un accordo creando una zona senza frontiere interne, lo “spazio Schengen” dal nome della città del Lussemburgo dove furono siglati gli accordi. Nel 1990 questi Stati firmarono una convenzione che eliminava i controlli interni tra di loro e creava un’unica frontiera esterna, con ispezioni esterne e regole comuni riguardo visti e diritto d’asilo. La convenzione entrò in vigore nel 1995, e in seguito lo “spazio Schengen” si estese agli altri Paesi dell’UE: nel 1990 si unì l’Italia, nel 1991 Spagna e Portogallo, nel 1992 la Grecia, nel 1995 l’Austria, nel 1996 la Danimarca, Finlandia e Svezia. Nel 1999 il Regno Unito chiese di partecipare solo ad alcuni aspetti della cooperazione Schengen, come quella giudiziaria e di polizia in materia penale, e nel 2000 anche l’Irlanda volle partecipare alle stesse condizioni. Nel 2007 lo spazio Schengen è stato esteso anche ai Paesi entrati nell’UE nel 2004, ovvero Estonia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Slovenia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Malta e Polonia. Nel 2008 sono state abolite anche le frontiere aeree.
La convenzione di Schengen quindi trasferisce i controlli alle frontiere esterne, uniforma le norme e le procedure per il controllo delle persone, controlla l’immigrazione illegale, stabilisce una dichiarazione obbligatoria per i cittadini di Paesi terzi che si spostano da uno Stato all’altro. Inoltre istituisce un diritto di osservazione e di inseguimento oltre le frontiere per la polizia della zona Schengen e ha creato un Sistema d’Informazione Schengen.
Riguardo la circolazione dei cittadini di Paesi terzi nell’Unione Europea, nonostante si cerchi di adottare una politica comune, le misure vengono prese a livello nazionale. La legislazione europea ha risolto i problemi riguardo i diritti dei residenti non comunitari di periodo lungo, i diritti allo studio e al ricongiungimento familiare e il contrasto dell’immigrazione illegale. Molte altre problematiche sono ancora da risolvere.
La politica migratoria europea si concentra sostanzialmente sulla selezione degli immigrati, la lotta contro l’immigrazione illegale e l’integrazione di questa gente nell’UE. Integrare i migranti è molto complesso però, e molto spesso le conseguenze dei problemi dell’integrazione ricadono sulle persone più deboli.
Per quanto concerne il controllo dell’immigrazione illegale, l’Agenzia europea per il controllo delle frontiere ha attuato svariate operazioni posizionando pattuglie lungo le coste, evitando così lo sbarco via mare. Dovrebbero essere avviate inoltre una Rete di pattugliamento, un Sistema europeo di sorveglianza e un’assistenza operativa per ispezionare meglio questi flussi illegali. Tuttavia, se questi sistemi riducono le immigrazioni legali, spingono però gli organizzatori dei traffici a cercare altre strade d’ingresso più pericolose, aumentando così le tragedie dell’immigrazione. Ciò è stato discusso nel primo Vertice Europa-Africa a Tripoli, nel 2006. L’Europa ha chiesto ai Paesi africani dai quali provengono i maggiori flussi migratori di effettuare un controllo più approfondito alle loro frontiere, ma le organizzazioni umanitarie hanno denunciato gravi violazioni dei diritti umani in questi controlli. L’UE dovrebbe monitorare meglio queste ispezioni.
La politica europea inoltre si occupa della selezione degli immigrati alle frontiere, scegliendo in base ai Paesi terzi e alle caratteristiche. La Commissione europea ha proposto l’istituzione di una “Carta blu”, per un ingresso agevolato e legale, favorito anche per fronteggiare il declino demografico e la scarsezza di lavoratori di alcuni settori in Europa. Ma selezionando i cervelli migliori, si rischia di impoverire questi Paesi riducendoli ad una sempre più profonda arretratezza
sociale. Inoltre, selezionando qualitativamente i migranti si rischia di dare diversi livelli di diritti fondamentali, ai danni di quelli più deboli e poco qualificati. La Commissione ha proposto allora una “migrazione circolare temporanea”, aumentando la collaborazione con i Paesi di provenienza. In questo modo si evitano gli effetti dannosi della “fuga dei cervelli” stimolandone invece la circolazione.
E’ indispensabile inoltre adottare delle norme che conferiscano diritti ai lavoratori immigrati e nello stesso tempo si stabiliscano degli obblighi da rispettare, per evitare anche la gerarchia di diritti tra le diverse categorie di lavoratori. Bisogna poi migliorare l’integrazione degli immigrati che da anni lavorano regolarmente nei Paesi dell’UE, evitando discriminazioni che ancora esistono nella vita sociale ed economica ed inserendoli completamente nelle nostre società. A questo proposito nel 2003 è stata adottata una direttiva che conferisce agli immigrati residenti nell’UE da anni gli stessi diritti dei cittadini dell’Unione Europea.

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