Tipologia D - Le lotte per l'emancipazione femminile - Studentville

Tipologia D - Le lotte per l'emancipazione femminile

Nel secolo XX le lotte per l’emancipazione femminile hanno portato alla crisi del vecchio modello “casalinga in coppia con figli” ed hanno aperto la strada al pieno inserimento della donna nella vita economica, sociale e politica. Il nuovo modello femminile stenta tuttavia a decollare per certe resistenze, sedimentate nell’attuale società, a riconoscere alla donna la effettiva capacità di assumere compiti nuovi.Illustra il fenomeno con personali riflessioni e proposte.

Si dice che per ogni uomo nel mondo ci siano sette donne. La popolazione femminile mondiale infatti è di gran lunga più consistente rispetto a quella maschile. Non solo, in Europa la maggior parte delle donne è produttivamente attiva, è grande consumatrice e si impegna nel volontariato. Nel corso dei millenni essa ha ricoperto ruoli diversi rispetto agli uomini, come la cura della famiglia e della casa; anche in età avanzata permangono tuttora queste responsabilità.
Potremmo citare centinaia di donne famose, protagoniste di fatti importanti, ma anche molte donne comuni sono responsabili dello sviluppo sociale, ma poche ricoprono un ruolo importante nella vita pubblica. C’è sempre una condizione di inferiorità, e d’altronde non è facile uscire da una situazione e mentalità che va avanti da secoli. Molte donne al di sopra dei 65 anni non hanno potuto avere una formazione scolastica e professionale adeguate, e di conseguenza l’inserimento nel mondo del lavoro è stato difficile e svalutato. Ci troviamo dunque di fronte a signore che dipendono dai mariti o che recepiscono una misera pensione sociale. Se segue una posizione di svantaggio che non permette loro di partecipare alla vita sociale e politica. La condizione di subalternità è presente anche per le donne più giovani, che non possono raggiungere posizioni alte nel lavoro e nella politica, nonostante le loro capacità superiori rispetto a quelle di molti uomini.
La parità si potrà raggiungere quando si avrà rispetto della donna che ancora è considerata un oggetto, un’immagine, quando si ascolteranno le loro idee e ragionamenti, giudicando il cervello non il fisico. Nel nostro secolo l’identità femminile viene costantemente manovrata dai mezzi di comunicazione di massa. Se stiamo attenti a ciò che viene trasmesso in televisione, ma anche a cosa accade sul web, notiamo che questi sono popolati da donne bellissime, curate nei minimi dettagli nel corpo e nell’abbigliamento. Ne segue un’ossessione dilagante, soprattutto fra le giovanissime, riguardo all’aspetto fisico. Il tipo di donna proposto dai mezzi di comunicazione di massa è quella che asseconda i gusti maschili, e molto spesso appare sciocca e frivola, perché l’importante è l’aspetto esteriore.
Nonostante oggi le donne, tra molti ostacoli, sono presenti nel mondo del lavoro con risultati eccellenti; la loro intelligenza, professionalità, forza e volontà incute timore, e di conseguenza queste caratteristiche vengono ignorate e sottovalutate e l’attenzione viene spostata sul fisico. E anche noi donne siamo influenzate da questo sistema. Tendiamo a puntare e a concentrarci sulla cura del corpo, sia per rivalità, sia perché in molte occasioni abbiamo assunto l’ottica maschile e guardiamo le altre come gli uomini guardano noi. Tutto va a discapito delle capacità e dell’intelligenza che ognuna di noi potrebbe esibire tranquillamente. Certo, io penso che l’attenzione al corpo e all’abbigliamento siano importanti, sia per gli uomini che per le donne, perché la cura dell’anima parte dalla cura del corpo, e perché una gradevole presenza è ciò che colpisce a primo impatto nelle diverse circostanze. E poi Giovenale diceva “mens sana in corpore sano”. Questo non basta però, un bell’involucro deve possedere un contenuto che almeno lo equipari.
Dovremmo essere noi donne di oggi a continuare a combattere per i nostri diritti e dimostrare quanto valiamo in tutti i campi, non solo in quelli a cui gli uomini ci permettono di avere accesso. Bisogna continuare le battaglie che le nostre antenate hanno portato avanti con forza e grande coraggio. E’ grazie a loro che oggi possiamo votare, avere uno stipendio decente che ci permette di essere indipendenti, avere accesso alle cariche pubbliche, anche se in minoranza e non ai posti più
in alto. Grazie a queste grandi donne oggi non siamo solo madri e mogli costrette a stare in casa, ma possiamo avere un’istruzione, e le nostre scelte non dipendono dal capo famiglia.
Tuttavia il percorso, come dicevo prima, è ancora molto lungo per raggiungere la completa emancipazione. Non servono più manifestazioni pubbliche, ma potremmo iniziare dalle situazioni quotidiane, chiedendo più rispetto al lavoro, ai compagni, allontanando e denunciando le violenze. In molte occasioni la forza e la costanza delle donne ha messo in discussione l’intera società raggiungendo traguardi utili anche per gli uomini. Bisogna sconfiggere le discriminazioni e conquistare una certa dignità; la presenza della donna è fondamentale nella famiglia e nella società, non è giusto che i sacrifici e l’impegno non vengano riconosciuti e completamente svalutati.
Siamo arrivate a un buon punto del percorso, non resta che rimboccarci le maniche e raggiungere la completa parità dei diritti. Se riusciamo ad arrivare fresche e tranquille la sera, dopo una giornata divisa tra figli, marito, problemi al lavoro, faccende di casa, nulla sarà impossibile.

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