Violenza sulle Donne nei Campi di Concentramento - StudentVille

Violenza sulle Donne nei Campi di Concentramento

Donne nei Campi di Concentramento: destini diversi secondo la salute e l’età

Durante la Seconda Guerra Mondiale, il regime nazista perseguitò individui di diverse etnie, religioni e orientamenti politici o sessuali guidati dall’idea di costituire una razza pura. Le donne non erano escluse dalla persecuzione brutale dei nazisti, ma il loro destino si distingueva secondo l’età e lo stato di salute. Le donne giungevano ai campi di concentramento con le loro famiglie dopo aver viaggiato in condizioni disumane su vagoni per il bestiame. Una volta separate dagli uomini, venivano sottoposte ad una prima selezione: da un lato venivano radunate le donne di sana costituzione capaci di lavorare, dall’altro si raccoglievano quelle troppo deboli, malate o anziane. Le donne selezionate per il lavoro raggiungevano inizialmente la baracca di disinfestazione per il momento della doccia, per poi essere affidate ad un Blocco e mandate a lavorare per 10/12 ore nelle industrie belliche limitrofe al campo. D’altro canto le donne più deboli dovevano essere, invece, eliminate quindi condotte direttamente nelle camere a gas. Sconvolgente vero?

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Violenza sulle Donne nei Campi di Concentramento: il campo di Ravensbrück

In genere all’interno dei lager esistevano dei sottocampi riservati esclusivamente alle donne in cui esse venivano separate dagli uomini. Nel 1939 venne aperto, su ordine del capo delle SS Heinrich Himmler, il campo di concentramento di Ravensbrück che invece era adibito solo alle donne. Himmler stabilì che ogni giorno dovevano essere eliminate dalle 50 alle 100 prigioniere: le esecuzioni iniziarono a essere effettuate in uno stretto passaggio tra due alti muri chiamato ‘Corridoio della fucilazione’. Per accelerare il processo, fu costruita una camera a gas per liquidare più donne possibili, tanto che in pochi mesi da 40 mila donne si passò a poco più di 10 mila.

Violenza sulle Donne nei Campi di Concentramento: la prostituzione e i ‘trasporti neri’

Solo alcune donne venivano selezionate per Blocchi in cui il lavoro era più sopportabile e riguardava la sartoria, la lavanderia e la cucina. In quei reparti le prigioniere era vittime di ogni tipo di violenza, dallo stupro alle percosse in cambio di cibo e beni di prima necessità. Successivamente vennero istituiti dei veri e propri bordelli per aumentare la produttività degli uomini nel lager: da regolamento la prestazione sessuale avveniva previa visita medica, per un quarto d’ora, senza preservativo, nella posizione del missionario e sotto la stretta sorveglianza di una SS. Una parte delle donne di razze inferiori venivano, invece, selezionate per i ‘trasporti neri‘ ovvero sperimentazioni mediche di ogni tipo: le vittime venivano deliberatamente ferite, fratturate, amputate e infettate con virus e batteri per poi essere curate con nuovi farmaci o operazioni chirurgiche sperimentali.

 

 

 

 

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