Il Consiglio dei Ministri ha posto all’ordine del giorno l’esame del Decreto Lavoro 1° Maggio, introducendo importanti novità per l’ambiente scolastico. La misura più attesa riguarda la proroga della copertura Inail che garantisce protezione a studenti e docenti contro gli infortuni in ambito educativo, includendo anche le attività svolte durante i percorsi di alternanza scuola-lavoro.
Una significativa riforma interessa il DPR 249/98 con l’aggiornamento dello Statuto delle studentesse e degli studenti. Il nuovo quadro normativo prevede che, in caso di sospensione fino a 15 giorni, lo studente non venga più allontanato dall’istituto ma solo dalle lezioni, con l’obbligo di partecipare ad attività di approfondimento.
Per le sanzioni superiori a 2 giorni, saranno introdotti i lavori di cittadinanza attiva, che verranno conteggiati come ore valide per il completamento dell’anno scolastico.
La riforma delle sanzioni: dalle sospensioni ai lavori utili
Il secondo decreto modifica profondamente il DPR 122/2009, stabilendo che il voto in condotta dovrà essere calcolato sull’intero anno scolastico e non più su base quadrimestrale. La novità principale riguarda l’introduzione dei lavori di pubblica utilità che sostituiscono le tradizionali sospensioni in caso di comportamenti gravi come episodi di bullismo o violenze verso i docenti.
Gli studenti che ottengono un punteggio inferiore a 6/10 in una valutazione intermedia saranno obbligati a svolgere attività di recupero già durante l’anno, senza attendere la valutazione finale.
Particolarmente significativa è la possibilità, per il consiglio di classe, di sospendere il giudizio di ammissione quando lo studente consegue un 6 in condotta nello scrutinio finale, rimandando la decisione a settembre.
I lavori di cittadinanza attiva rappresentano l’aspetto più innovativo della riforma, contando come ore valide per il completamento dell’anno scolastico e trasformando così le sanzioni da punitive a riparative.
La risposta decisa contro le aggressioni al personale scolastico
Il disegno di legge esaminato dal Consiglio dei Ministri introduce una misura penale particolarmente incisiva: l’arresto in flagranza per chiunque aggredisca insegnanti o personale ATA. Questa disposizione rappresenta un chiaro segnale deterrente verso comportamenti violenti che compromettono la serenità dell’ambiente scolastico.
Parallelamente, il legislatore ha previsto l’introduzione del consenso informato in ambito educativo, elemento che rafforza il quadro normativo di tutela. Le aggressioni verranno parametrate come reato specifico, riconoscendo così la particolare gravità di atti violenti perpetrati contro chi svolge una funzione educativa.
La normativa si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso la protezione del corpo docente, con le istituzioni che finalmente rispondono all’esigenza di garantire spazi sicuri dove l’insegnamento possa svolgersi senza timori o minacce.