Una mattinata di tensione ha scosso l’Università di Pisa, dove un gruppo di studenti pro Palestina ha fatto irruzione nel dipartimento di Scienze Politiche durante lo svolgimento di una lezione regolare. L’episodio, verificatosi nelle aule del Polo Piagge, ha visto il coinvolgimento diretto di un docente associato di diritto comparato che ha tentato di impedire l’interruzione della sua lezione.
Il professore è rimasto contuso durante l’alterco e si è successivamente recato in questura per presentare formale denuncia alle autorità competenti.
Il racconto del professore e la dinamica dell’aggressione
Il docente associato di diritto comparato ha fornito la sua versione dei fatti alle autorità, descrivendo l’irruzione come un atto di violenza ingiustificato. “Mi accusano di essere un sionista solo perché non sono pro Palestina e perché, insieme a un’altra collega, sono l’unico a essermi opposto alle scelte dell’Ateneo di non restare neutrale in questa vicenda”, ha dichiarato il professore alla stampa.
L’episodio ha comportato due distinte violazioni: l’interruzione di pubblico servizio e l’aggressione fisica subita nel tentativo di impedire l’occupazione dell’aula. Il docente si è immediatamente recato in questura per sporgere denuncia formale contro gli studenti coinvolti.
“Ringrazio il rettore per la solidarietà che mi ha subito espresso, ma credo che ora abbia il problema di garantire l’incolumità di professori, dipendenti amministrativi e studenti”, ha aggiunto il professore, sottolineando come il personale universitario “non possa diventare un bersaglio di alcune centinaia di esagitati che vogliono imporre le loro idee con la forza”.
La protesta studentesca e le manifestazioni nazionali
Gli studenti hanno rivendicato l’azione attraverso i social network, dichiarando: “Stamattina le lezioni non sono iniziate nella tranquillità della routine, perché non c’è niente per cui stare tranquilli. Con le bandiere della Palestina abbiamo fermato le lezioni”. Il gruppo ha giustificato l’occupazione dell’aula affermando di aver “annullato” la lezione per “prendere tutto lo spazio di cui la Palestina ha bisogno”.
Le proteste si inseriscono in un contesto nazionale di mobilitazione pro-Palestina, con manifestazioni simultanee in diverse città italiane. A Roma, durante la cerimonia dei 90 anni dell’Università La Sapienza, gli studenti hanno organizzato un corteo che ha attraversato la città fino ai Fori Imperiali.
Milano ha visto la partecipazione di almeno quattromila manifestanti, mentre a Napoli circa duemila persone hanno sfilato per il centro. Anche Trieste, Padova e Bologna hanno registrato significative mobilitazioni studentesche.
I movimenti studenteschi stanno preparando lo sciopero generale del 22 settembre, sostenuto da sigle sindacali come Cgil, Uil e Usb, che hanno definito la situazione a Gaza un “crimine contro l’umanità“.
L’intervento istituzionale e i risvolti accademici
Il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha reagito immediatamente all’episodio, contattando direttamente il rettore dell’ateneo pisano, il professore aggredito e il prefetto. “Le università non sono zone franche dove è consentito interrompere lezioni o aggredire professori“, ha dichiarato fermamente il ministro.
Durante l’evento per i 90 anni della Città Universitaria alla Sapienza, Bernini ha ribadito la responsabilità dei rettori nel mantenere l’ordine pubblico universitario, annunciando che il ministero valuterà la possibilità di costituirsi parte civile contro future aggressioni simili.
Azione Universitaria ha condannato l’accaduto definendolo “un fatto di estrema gravità”, mentre dal fronte opposto gli studenti hanno rilanciato l’appello per lo sciopero generale del 22 settembre.