Se questo è un uomo commento - Studentville

Se questo è un uomo commento

Se questo è un uomo: commento completo ed esaustivo del testo di Primo Levi, corredato di analisi e link al riassunto del libro.

SE QUESTO È UN UOMO COMMENTO

Ti servono delle dritte per un commento del libro Se questo è un uomo? Nessun problema, ti aiutiamo noi: in questo articolo troverai spunti ed elementi utili per fare il tuo commento personale e l’analisi del romanzo. Sei nel posto giusto, perchè noi della redazione di Studentville abbiamo letto il romanzo per te e ora in questo articolo analizzeremo Se questo è un uomo, fornendoti un commento dettagliato delle tematiche dell’opera.
Prima di ogni cosa devi sapere che questo libro coinvolgente è stato scritto da Primo Levi negli anni successivi alla personale esperienza di detenzione nel campo di lavori forzati di Monowitz, tra il 1945 e il 1947. E’ un romanzo autobiografico che tratta tematiche drammatiche, realmente avvenute, ed è a tutti gli effetti una testimonianza di ciò che l’autore ha dovuto subire e che ha visto con i suoi occhi  all’interno del campo di concentramento. Siete pronti?

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Se Questo ? un Uomo: commento

(Foto: Ed. Super ET)

SE QUESTO È UN UOMO COMMENTO E ANALISI

Il libro “nato fin dai giorni di lager per il bisogno irrinunciabile di raccontare agli altri, di fare gli altri partecipi“, è stato scritto da Levi proprio per soddisfare questo bisogno e testimoniare ai posteri una delle esperienze peggiori che possa capitare ad un uomo.
Fin dalle prime battute, infatti, l’autore mira a descrivere la sua esperienza nel campo e allo stesso tempo denuncia con forza come il lager nazista sia un luogo di morte, dove gli esseri umani perdono la loro libertà e la loro dignità, dove vengono considerati e trattati peggio delle bestie e dove in molti non sopravvivono. I prigionieri vengono maltrattati, malnutriti, gli viene tolto il nome e assegnato un numero come se non fossero mai esistiti, come se fossero invisibili. E’ questo lo scenario umano drammatico e agghiacciante in cui Levi deve sopravvivere e come lui molti altri.

La splendida poesia che fa da incipit al libro, ispirati all’antica preghiera dello Shemà spiega il titolo del romanzo e i suoi contenuti:

« Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no. »

Levi si sofferma molto e dettagliatamente sulla vita nel lager nazista: la realtà e l’ambiente in cui i deportati sono costretti a vivere è alienante e dura fino all’inverosimile, tanto che i prigionieri torturati, dopo tanto dolore, arrivano persino a non provare più emozioni e a desiderare di morire. Il romanzo è molto toccante: Levi racconta anche la sua esperienza personale. Riuscirà a sopravvivere svolgendo il mestiere di chimico presso la vicina fabbrica di Buna, senza alcun dubbio un lavoro molto meno duro, al riparo dal freddo gelido della Polonia.
Levi descrive come riesce ad ottenere il lavoro tramite un esame, che descrive complesso e complicato soprattutto perchè in tedesco, ma alla fine riesce ad ottenere il lavoro. Raccontando questo episodio, per esempio, l’autore narra la sua esperienza in maniera distaccata, quasi scientifica, senza la minima traccia di giudizio, con una lucidità che fa rimanere attoniti, e così sarà anche per le altre vicende descritte. Il fatto che fosse stato un chimico si può notare in ogni pagina del libro, per questa sua capacità di narrare senza voler emozionare, semplicemente per descrivere qualcosa. Levi descrive molto il suo rapporto con alcuni detenuti, Alberto in primis, con il quale lavora e diventa amico, ma che subirà una fine terribile quasi alla fine della loro detenzione. Racconta anche alcuni episodi legati ad altri uomini traendone esempi per alcune riflessioni: per esempio quella del  capitolo IX, dal titolo I sommersi e i salvati. In questo capitolo, Levi descrive il lager come un vero e proprio esperimento biologico e sociale: i sommersi e i salvati sono coloro destinati alla sopravvivenza o alla morte.
Per far parte dei votati alla morte sicura basta adattarsi alle regole ufficiali del campo, per poi indebolirsi lentamente a causa dell’esaurimento, della denutrizione e delle malattie. L’approccio della descrizione è antropologico: descrivendo queste tipologie di derelitti, Levi si concentra sui metodi di sopravvivenza dei prigionieri e soprattutto su quello che definisce un grande esperimento biologico. È senza dubbio un viaggio dentro la psicologia umana, sia dal punto di vista della crudeltà degli aguzzini sia da queslla straziata dei deportati. È un libro-verità, sconvolgente, agghiacciante, terrificante, da leggere per non dimenticare quello che l’essere umano è riuscito a commettere e a subire.

SE QUESTO È UN UOMO COMMENTO BREVE: TEMATICHE

Oltre l’esperienza nel lager e le riflessioni sulla vita nel campo, sono molti gli spunti che si possono estrapolare dal libro, vediamo insieme quali:

  • Libro come testimonianza: quando Levi  riesce  a uscire da Auschwitz  e a sopravvivere non è in grado di dimenticare perchè quel dolore è difficile da scollarsi di dosso. Ecco perchè è mosso da questa spinta a testimoniare gli eventi, tutti relamente accaduti. E’ un opera memorialista in effetti, un documentario.
  • Gli aspetti psicologici dei deportati: oltre la vita nel campo, Levi si concentra a descrivere i rapporti sociali tra gli individui e i loro profili psicologici, provati da tanta sofferenza. Hanno un ruolo di primo piano le doti di carattere, gli stratagemmi ed i sotterfugi necessari per appartenere al gruppo dei privilegiati che sopravvivranno, se non all’intera durata della detenzione, almeno al prossimo periodo di crisi e terrore.
  • La forza della vita che sovrasta la morte: il romanzo è a tutti gli effetti un’esaltazione della vita: in quel luogo dannato, il coraggio e l’amore per la propria vita lo rendono un pò meno debole e riescono a farlo sopravvivere.
  • La seconda guerra mondiale: il conflitto mondiale fa da sfondo alla vita del lager: molti sono i dettagli che Levi racconta dalle notizie che arrivano al campo: lo sbarco in Normandia, l’avanzata dell’Armata Rossa.
  • Assenza di giudizio: un elemento importante da sottorineare è che nei fatti narrati, anche i più crudeli e brutali, non ci sia nessun giudizio o rancore nei confronti dei nazisti, il che rispetta perfettamente il ruolo di vero e autentico libro documentaristico.
  • Levi e Dante: una nota a parte merita il capitolo spirato al ventiseiesimo canto dell’Inferno, in cui viene narrata la vicenda umana di Ulisse: Levi cerca di ricordarsi i versi danteschi e di tradurli ad un suo compagno di prigionia. La detenzione nel lager viene vista proprio come il viaggio nell’oltretomba che fece Dante; la  nota scritta sul portone di accesso di Auschwitz- Arbeit macht frei, il lavoro rende liberi- viene proposta come una riscrittura dell’incipit del terzo canto dell’Inferno: nella cantica dantesca, la frase riferita alla porta di ingresso: Per me si va nella città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente. Come per l’inferno di dante, anche attraverso questa porta si accede al mondo dei dannati e alla sofferenza.

SE QUESTO È UN UOMO COMMENTO BREVE: STILE E LINGUA

Lo stile di Primo Levi in Se questo è un uomo è asciutto, descrittivo, molto diretto, tipico di chi ha la necessità di far arrivare immediatamente un concetto ai suoi lettori. infine occorre fare un’ultima precisazione: l’attuale versione dell’opera differisce da quella originaria (pubblicata nel 1947 dall’editore torinese De Silva) per l’aggiunta di una trentina di pagine, a causa di un primo rifiuto da parte dell’Einaudi.

SE QUESTO È UN UOMO RIASSUNTO

Per approfondire le vicende narrate e la trama di tutti i capitoli del romanzo, ecco il link da seguire:

SE QUESTO È UN UOMO: SCHEDA LIBRO E TESINE

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