Corea del Sud, università escludono candidati per bullismo: 45 respinti, obbligo nazionale dal 2026

Corea del Sud, università escludono candidati per bullismo: 45 respinti, obbligo nazionale dal 2026

Sei università sudcoreane hanno respinto 45 candidati per precedenti di bullismo nel ciclo ammissioni 2025. Dal 2026 diventerà obbligatorio per tutte le università nazionali.
Corea del Sud, università escludono candidati per bullismo: 45 respinti, obbligo nazionale dal 2026

Nel ciclo di ammissioni 2025, sei delle dieci principali università nazionali della Corea del Sud hanno respinto 45 candidati dopo aver verificato i loro precedenti disciplinari legati ad episodi di bullismo. È la prima volta che un simile criterio viene applicato nel Paese, segnando una discontinuità netta rispetto al passato.

La decisione rappresenta un cambio strutturale nei criteri di valutazione: non più solo rendimento accademico, ma anche condotta personale e rispetto verso gli altri. Il sistema educativo sudcoreano, tradizionalmente orientato all’eccellenza dei risultati, sposta così l’attenzione sulla responsabilità individuale, in un contesto in cui i casi di bullismo scolastico sono da tempo al centro del dibattito pubblico e della cronaca nazionale.

Un segnale inequivocabile che ridefinisce il concetto stesso di merito.

Le scelte dei principali atenei

Tra le università coinvolte spiccano due casi emblematici. La Seoul National University, ateneo di maggior prestigio del Paese, ha respinto due candidati nonostante profili accademici di alto livello. Ancora più netta la posizione della Kyungpook National University, che ha escluso 22 studenti applicando un innovativo sistema di penalità a punti.

Il meccanismo prevede la valutazione dei precedenti disciplinari attraverso un punteggio negativo attribuito in base alla gravità degli episodi di violenza o prevaricazione documentati. L’obiettivo dichiarato è premiare non solo le competenze, ma anche la condotta personale, allineando i criteri di selezione ai valori che l’istituzione intende promuovere all’interno della comunità accademica.

La centralità della condotta e il peso del bullismo

Gli studenti esclusi presentavano profili di alto livello: voti eccellenti, attività extracurricolari di rilievo e referenze impeccabili. Tuttavia, secondo quanto riportato dal Korea JoongAng Daily, il loro coinvolgimento in episodi di bullismo è stato giudicato incompatibile con i valori che le università intendono promuovere.

Si tratta della prima volta che un simile criterio viene applicato in Corea del Sud, segnando un netto cambio di paradigma nel modo in cui le istituzioni accademiche valutano i futuri studenti. L’attenzione si sposta dal solo merito accademico alla responsabilità personale, dando un segnale forte contro la violenza tra pari e rafforzando la centralità degli ambienti di apprendimento sicuri e rispettosi.

Le prospettive normative dal 2026

Secondo quanto riferito dall’agenzia Yonhap News, il governo sudcoreano ha stabilito che a partire dal 2026 tutte le università nazionali dovranno tenere conto dei precedenti di violenza scolastica nei processi di ammissione. La misura renderà obbligatorio ciò che attualmente solo sei atenei applicano su base volontaria, estendendo il criterio a livello nazionale.

L’obiettivo dichiarato dalle autorità è duplice: promuovere ambienti di apprendimento più sicuri e rafforzare il senso di responsabilità individuale tra gli studenti.

Le reazioni e il dibattito

La misura ha diviso l’opinione pubblica sudcoreana. I sostenitori la considerano un passo necessario per riaffermare che il comportamento e il rispetto verso gli altri contano tanto quanto i risultati scolastici, promuovendo una cultura della responsabilità nelle comunità accademiche.

I critici, invece, sollevano preoccupazioni sul rischio di una condanna permanente per chi ha commesso errori in gioventù, temendo che questa politica possa impedire a questi studenti di costruirsi un nuovo percorso formativo e professionale.

L’eccellenza accademica non è più sufficiente se non accompagnata da solide basi di comportamento civile.

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