L’Università Bocconi di Milano ospiterà dal 16 al 18 maggio 2025 il convegno “L’Italia della Scienza. 1945-1968 (seconda parte)”, un evento di rilevanza nazionale dedicato all’evoluzione del pensiero scientifico italiano nel dopoguerra. Organizzato dall’associazione Mateinitaly in collaborazione con Sanoma Italia, l’iniziativa prenderà avvio venerdì 16 maggio alle ore 15.00 con il saluto istituzionale del Rettore Francesco Billari.
Il simposio rappresenta un’opportunità unica per esplorare le connessioni tra matematica, scienza e storia in un periodo cruciale per la formazione dell’identità scientifica nazionale.
Le tre intense giornate del convegno si apriranno venerdì 16 maggio alle ore 15:00 con il saluto istituzionale del Rettore dell’Università Bocconi, Francesco Billari. La sessione inaugurale vedrà l’intervento di Linda Laura Sabbadini sulla rivoluzione didattica di Emma Castelnuovo, seguito dalla riflessione di Piera Levi-Montalcini intitolata “Elogio dell’imperfezione”. Giovanni Favero completerà la giornata con un’analisi su Statistica e Demografia nel dopoguerra italiano.
Il sabato 17 maggio sarà dedicato all’esplorazione del Centro di Studi Metodologici di Torino attraverso la presentazione di Livia Giacardi. Giuseppe Lupo affronterà la tensione tra le due culture – umanesimo e scienza – nella letteratura italiana, mentre Elena Scalambro illustrerà il valore educativo della matematica attraverso il contributo di Margherita Piazzolla-Beloch.
La giornata includerà anche un dibattito sul legame tra scienza, politica e cura con Elena Gagliasso, che analizzerà le figure di Giulio Maccacaro e Franco Basaglia, la presentazione di un volume su Alessandro Faedo e un suggestivo monologo su Galileo.
La domenica conclusiva si aprirà con l’intervento di Angelo Guerraggio sul rapporto tra i maggiori partiti politici e la ricerca scientifica, seguito dal contributo di Andrea Parlangeli su Ennio De Giorgi. Le riflessioni finali di Silvio Garattini sulla sanità pubblica e la scuola chiuderanno i lavori del convegno alle 12:30.
Il periodo post-bellico rappresenta un momento cruciale nell’evoluzione metodologica della didattica scientifica italiana. Durante il convegno milanese, l’analisi degli approcci pedagogici innovativi introdotti da figure come Emma Castelnuovo illumina il legame profondo tra insegnamento e progresso scientifico.
La sessione dedicata alle “due culture” curata da Giuseppe Lupo esplora come l’integrazione tra umanesimo e scienza abbia ridefinito i paradigmi formativi del dopoguerra. Particolarmente significativo appare il circolo virtuoso tra scienza, politica e cura teorizzato da Giulio Maccacaro e Franco Basaglia, testimoniando un’interconnessione disciplinare che ha posto nuove fondamenta per la didattica moderna.
Le diverse modalità espositive del convegno – dalle presentazioni accademiche ai monologhi teatrali su Galileo – riflettono esse stesse un approccio didattico innovativo, dove la narrazione storica diventa strumento di comprensione e rinnovamento dell’insegnamento scientifico.