Erasmus+ 2028-2034, la proposta UE: fusione con il Corpo di solidarietà e +30% di budget, ma l'Italia chiede tutele

Erasmus+ 2028-2034, la proposta UE: fusione con il Corpo di solidarietà e +30% di budget, ma l'Italia chiede tutele

La Commissione UE propone una riforma di Erasmus+ per il 2028-2034 con fusione del Corpo europeo di solidarietà e aumento di 40,8 miliardi di euro.
Erasmus+ 2028-2034, la proposta UE: fusione con il Corpo di solidarietà e +30% di budget, ma l'Italia chiede tutele

Mercoledì 5 novembre 2025, la VII Commissione Cultura, scienza e istruzione ha avviato l’esame della proposta di regolamento che istituisce il programma Erasmus+ per il periodo 2028-2034. La relatrice Grazia Di Maggio ha illustrato un provvedimento che nasce dall’analisi critica delle sfide attuali dei sistemi educativi europei.

Secondo la Commissione europea, i sistemi formativi del continente faticano a garantire alle persone un livello minimo di padronanza delle competenze di base, lasciando l’Europa in ritardo rispetto alle necessità del mercato del lavoro. Il dato più allarmante emerge dai datori di lavoro: quasi quattro su cinque segnalano difficoltà nel trovare lavoratori con le giuste competenze.

Questo deficit di competenze incide direttamente sulla competitività europea e rallenta le transizioni verde e digitale. A queste criticità si aggiungono le disparità di accesso all’istruzione tra aree urbane e rurali, oltre alla crescente sfiducia dei giovani nelle istituzioni formative.

Per rispondere a queste carenze sistemiche, Bruxelles ha elaborato una riforma basata sulla necessità di razionalizzare e semplificare i programmi esistenti, evitando duplicazioni amministrative e rendendo più efficace l’utilizzo delle risorse disponibili.

Il piano di fusione e l’aumento del budget

La novità più rilevante della proposta per il periodo 2028-2034 riguarda l’integrazione del Corpo europeo di solidarietà all’interno di Erasmus+. Questa scelta comporta l’abrogazione dei regolamenti attualmente in vigore: il (UE) 2021/817, che disciplina Erasmus+, e il (UE) 2021/888, relativo al Corpo di solidarietà. L’unificazione mira a semplificare l’architettura amministrativa ed evitare sovrapposizioni tra i due programmi.

Sul piano finanziario, la proposta prevede uno stanziamento complessivo di 40,827 miliardi di euro a prezzi correnti. Rispetto al settennato 2021-2027, si tratta di un incremento di circa il 30%, segnalando un impegno rafforzato dell’Unione Europea verso la mobilità formativa e il volontariato giovanile.

L’aumento riflette la volontà di rispondere alle sfide della competitività e delle transizioni verde e digitale con maggiori risorse dedicate.

Le obiezioni dell’Italia: identità della Gioventù e volontariato

La relazione del Governo italiano, pur apprezzando l’aumento del budget, esprime riserve sostanziali sull’integrazione proposta da Bruxelles. La prima criticità riguarda il rischio di subordinare il settore Gioventù a priorità più generali, compromettendone l’identità specifica.

L’Italia richiede esplicitamente che alla Gioventù sia riconosciuta una “specifica settorialità e una chiara destinazione di risorse dedicate”, mantenendo un capitolo separato con proprio bilancio autonomo.

Analoghe preoccupazioni emergono per il Corpo europeo di solidarietà e il Corpo volontario europeo di aiuto umanitario. La fusione in Erasmus+ potrebbe, secondo Roma, “compromettere le caratteristiche, l’identità e il focus” di questi programmi. La posizione italiana è netta: preservare il Corpo europeo di solidarietà come programma separato, evitando un’integrazione considerata “eccessiva” rispetto agli obiettivi di semplificazione amministrativa perseguiti dalla Commissione europea.

La governance proposta: comitato e agenzie nazionali

Le perplessità italiane non riguardano solo l’identità dei programmi, ma investono direttamente gli assetti di controllo e operativi. La proposta di regolamento elimina il Comitato Erasmus+, organo attualmente composto da rappresentanti degli Stati membri che garantisce un presidio politico sulle scelte programmatiche.

La relazione del Governo italiano ne chiede esplicitamente il ripristino, considerandolo strumento essenziale per assicurare agli Stati un ruolo attivo nella definizione delle priorità.

Parallelo è il nodo sulle agenzie nazionali. L’articolo 18 della proposta non chiarisce se l’autorità nazionale possa nominare più di un’agenzia per gestire il programma. Il Governo italiano sottolinea che questa ambiguità rischia di compromettere il modello nazionale, che prevede la coesistenza di diverse agenzie specializzate per settore.

Tale assetto ha dimostrato efficacia nell’attuazione delle attività e consente di rispondere in maniera mirata alle esigenze formative, educative e di volontariato. Senza un chiarimento normativo esplicito, si teme un’imposizione di governance centralizzata incompatibile con le prassi consolidate e con l’efficienza operativa richiesta da un programma della portata di Erasmus+.

I prossimi passaggi istituzionali

L’esame della proposta di regolamento Erasmus+ 2028-2034 è appena iniziato in VII Commissione. La relatrice Grazia Di Maggio ha evidenziato la complessità delle questioni sollevate, proponendo di procedere con un breve ciclo di audizioni per approfondire i nodi tecnici e le criticità emerse dalla relazione governativa.

La presidente della Commissione, Giorgia Latini, ha rinviato il seguito dell’esame ad altra seduta. Le decisioni sullo svolgimento delle audizioni e sulla loro calendarizzazione verranno assunte dall’Ufficio di presidenza nelle prossime settimane.

Per studenti e giovani interessati ai programmi di mobilità e volontariato europeo, sarà importante seguire l’evoluzione del dibattito istituzionale nei prossimi mesi, quando emergeranno gli orientamenti negoziali definitivi dell’Italia in sede europea.

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