Un poeta itinerante con un Omero di peluche: la rivoluzione di Giuliano Belloni per riscoprire la bellezza della narrazione e dell’ascolto.
Giuliano Belloni, poeta settantenne di Palombara Sabina, ha intrapreso un viaggio unico nel suo genere: portare la poesia nelle scuole italiane attraverso un progetto chiamato “Missione Omero”. Accompagnato da un peluche, chiamato affettuosamente Omero detto l’Alighiero, Belloni ha già coinvolto più di 11mila studenti in numerose città italiane, da Reggio Calabria a Firenze, passando per Milano e Roma. Ma la sua missione va oltre le scuole, puntando a portare la parola ovunque l’uomo viva e possa essere ispirato dalla bellezza del linguaggio e della poesia.
Che cos’è la Missione Omero?
La “Missione Omero” non è una semplice lezione di poesia, ma un vero e proprio movimento che mira a contaminare la vita quotidiana con la bellezza della parola. Belloni non si limita a insegnare la scrittura, ma piuttosto si concentra sull’educazione allo sguardo e all’ascolto, incoraggiando gli studenti a riscoprire il potere della lettura. “Non siamo una scuola di scrittura”, spiega Belloni, “ma cerchiamo di far sognare i ragazzi. Il sogno unisce, e da soli si rischia un miraggio”.
Oltre al suo amato Omero di peluche, Belloni porta sempre con sé un filo rosso, simbolo di comunità e legame. Il poeta racconta la storia di Arianna e Teseo, ricordando agli studenti che l’amore e la vita richiedono un percorso, spesso complesso, e che è importante non perdersi lungo il cammino. “Porto un filo di lana a ogni evento e lo spezzetto per darne un pezzo a ciascuno, in modo che ognuno possa sentirsi parte di una comunità”. Questo semplice gesto crea un legame simbolico e tangibile tra i partecipanti, rafforzando l’idea di appartenenza e condivisione.
Il valore della parola e della bellezza
Belloni cerca di trasmettere l’importanza e la bellezza della parola nella vita di tutti i giorni. “La bellezza non è solo qualcosa da ammirare passivamente, ma un’azione che richiede una risposta”. Il poeta si definisce “un bracciante della parola”, una metafora che rende omaggio alle sue origini e che ricorda con affetto il padre. “Oggi mi definiscono poeta, ma mi sento un coltivatore diretto della poesia”. La sua missione, infatti, è quella di seminare la parola nelle scuole, nutrendo le menti dei giovani e preparandole a fiorire.
Oltre le scuole: la parola che unisce
Il progetto di Belloni non si limita agli istituti scolastici. Un esempio è la collaborazione con l’imprenditore Danilo Dadda, titolare della Vanoncini, un’azienda di edilizia green a Mapello, in provincia di Bergamo, dove è stata sviluppata un’iniziativa volta a stimolare la lettura tra i dipendenti. Per ogni libro letto, l’azienda premia i lavoratori con 100 euro, cifra che raddoppia se il dipendente legge due libri e sale a 300 euro per la lettura di un testo in lingua straniera. Ogni settimana, poi, i dipendenti condividono con i colleghi le loro riflessioni sui libri letti.
Questo progetto ha migliorato il clima aziendale, creando anche un senso di appartenenza e comunità grazie alla condivisione di passioni ed emozioni. L’iniziativa riflette una filosofia simile a quella della piramide dei bisogni di Maslow, dove il benessere personale, la realizzazione e la felicità sono strettamente legati alla produttività e alla coesione sociale.