Il semestre aperto: il bivio tra innovazione e metodo tradizionale

Il semestre aperto a Medicina: il bivio tra innovazione e metodo tradizionale

Il semestre aperto a Medicina: il bivio tra innovazione e metodo tradizionale

La riforma di Medicina sta suscitando opinioni contrastanti nel panorama universitario italiano. Al centro del dibattito troviamo il semestre aperto, che posticipa di sei mesi la selezione ed elimina il test d’ingresso. La ministra Bernini ha definito il vecchio sistema dei quiz come “un lancio di monetina” che decideva arbitrariamente il futuro degli studenti, proponendo invece un approccio più equo e meritocratico.

Le materie fondamentali al centro del nuovo percorso formativo

Chimica, Fisica e Biologia rappresentano il trio di discipline su cui si fonderà il semestre aperto del corso di Medicina. Gli studenti dovranno acquisire 18 crediti superando gli esami in queste materie scientifiche di base. La ministra Bernini ha chiarito che l’organizzazione della didattica non sarà rigidamente predefinita: “La didattica non sarà solo a distanza, il presupposto è in presenza, salvo possibilità di collegamenti a distanza in base al momento formativo”.

Ogni ateneo potrà quindi modulare autonomamente l’offerta formativa, adattandola alle proprie strutture e risorse umane disponibili. Un elemento particolarmente apprezzabile della riforma è la gratuità della preparazione, che elimina quello che la ministra ha definito “l’orribile mercato della formazione a pagamento” finora necessario per superare i test d’ingresso.

La selezione meritocratica: addio quiz, benvenuti esami di profitto

Il nuovo meccanismo di selezione rappresenta una svolta radicale rispetto al passato. Al termine del semestre aperto, gli studenti affronteranno tre esami di profitto su chimica, fisica e biologia, con l’obiettivo di ottenere 18 crediti formativi. I risultati determineranno una graduatoria nazionale che stabilirà chi potrà proseguire il percorso in medicina.

La ministra Bernini ha criticato duramente il vecchio sistema dei quiz a crocette, paragonandolo a “un lancio di monetina” che decideva arbitrariamente il futuro degli aspiranti medici. Per garantire uniformità nella valutazione, il governo punta a introdurre esami standardizzati a livello nazionale, eliminando le controverse domande di logica e cultura generale che caratterizzavano il test precedente.

I finanziamenti: le risorse economiche a sostegno del cambiamento

Per sostenere efficacemente la riforma, il governo ha già stanziato 23 milioni di euro nel 2024, ma la ministra Bernini ha annunciato l’arrivo di un nuovo fondo di finanziamento previsto per maggio. “Distribuiremo eccezionalmente a maggio” fondi specificamente “destinati a medicina, perché non esistono riforme a costo zero”, ha dichiarato con fermezza.

Questa iniezione economica risponde alle preoccupazioni sollevate dagli atenei riguardo la necessità di risorse adeguate per garantire una didattica di qualità nonostante il triplicarsi degli studenti nei primi sei mesi. I fondi serviranno principalmente all’adeguamento degli spazi e al potenziamento del corpo docente, elementi indispensabili per una transizione efficace verso il nuovo modello formativo.

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