La riforma universitaria ha ricevuto il via libera dal Consiglio dei ministri dopo la presentazione della ministra dell’Università Anna Maria Bernini. Il provvedimento introduce valutazioni biennali per i docenti universitari, collegando direttamente la distribuzione dei fondi agli atenei ai risultati ottenuti.
Le università capaci di attrarre e selezionare i migliori candidati beneficeranno di maggiori risorse. La riforma punta anche a semplificare il reclutamento tramite autocertificazione dei requisiti minimi, rafforzando l’autonomia degli atenei nella gestione delle procedure selettive.
Il meccanismo della valutazione e della selezione
La riforma introduce un sistema di valutazione biennale che supera definitivamente i limiti dell’Abilitazione Scientifica Nazionale, considerata ormai un meccanismo rigido e poco efficace. Al centro del nuovo modello figura una piattaforma informatica gestita dal Ministero dell’Università, dove i candidati potranno autocertificare il possesso dei requisiti minimi di produttività scientifica.
Le commissioni giudicatrici saranno composte da un membro interno all’ateneo e da membri esterni selezionati tramite sorteggio nazionale tra i docenti dello stesso settore disciplinare. Questo approccio decentralizzato elimina la duplicazione delle procedure valutative e favorisce la mobilità tra diverse università, sia a livello nazionale che internazionale.
La responsabilità della selezione passa quindi direttamente agli atenei, che avranno maggiore autonomia ma anche l’onere di garantire trasparenza e meritocrazia nei processi di reclutamento accademico.
La semplificazione nel reclutamento e i benefici per gli atenei
Il nuovo sistema di reclutamento accademico punta a una drastica riduzione degli oneri burocratici, privilegiando criteri di valutazione trasparenti basati esclusivamente sul merito. L’introduzione dell’autocertificazione dei requisiti minimi rappresenta un cambio di paradigma che permette di snellire le procedure selettive e attrarre talenti di eccellenza nel sistema universitario italiano.
Gli atenei che dimostreranno maggiore efficacia nell’individuare e selezionare i candidati più qualificati beneficeranno di un incremento nei finanziamenti, creando un circolo virtuoso che premia la qualità. Come sottolineato dalla ministra Bernini, la riforma rappresenta “un passo importante per allineare il sistema di reclutamento universitario ai migliori standard internazionali”, preservando l’eccellenza accademica italiana mentre si correggono le inefficienze emerse negli anni.
Foto copertina via Flickr, MaurizioRossinFoto