Manovra 2026, educazione sessuale bloccata: Roccella trasforma il fondo in educazione al rispetto

Manovra 2026, educazione sessuale bloccata: Roccella trasforma il fondo in educazione al rispetto

La ministra della Famiglia riscrive l'emendamento del PD sulla manovra 2026: via l'educazione sessuale, dentro l'educazione al rispetto con 7 milioni di euro annui.
Manovra 2026, educazione sessuale bloccata: Roccella trasforma il fondo in educazione al rispetto

Il 21 dicembre 2025 si è concluso in Commissione Bilancio l’esame del disegno di legge sulla manovra finanziaria per il 2026. Come spesso accade nelle fasi finali, le ultime ore hanno dato vita a scontri e polemiche tra maggioranza e opposizione.

Sul fronte della scuola, il nodo principale ha riguardato l’educazione sessuale. La questione si è riaccesa dopo che nei giorni precedenti la Camera aveva approvato il disegno di legge sul cosiddetto “consenso informato”, un provvedimento che la maggioranza guidata da Valditara, Salvini e Meloni considera di fatto chiusura del dibattito sul tema.

La proposta del PD: un fondo per l’educazione sessuale nelle secondarie

Il Partito Democratico ha presentato un emendamento alla manovra finanziaria 2026 con l’obiettivo di istituire un fondo dedicato al finanziamento di attività e iniziative di educazione sessuale nelle scuole secondarie. La proposta puntava a introdurre percorsi strutturati su temi legati alla sessualità e alla salute riproduttiva all’interno del curriculum scolastico.

La maggioranza ha interpretato l’emendamento come un tentativo di riaprire un dibattito considerato chiuso. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, il vicepremier Matteo Salvini e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ritengono infatti che la questione sia stata già risolta con l’approvazione alla Camera del disegno di legge sul consenso informato, avvenuta nei giorni precedenti al rush finale sulla manovra.

La mediazione fallita e l’intervento di Roccella

La maggioranza ha avviato una serie di tentativi per modificare il testo dell’emendamento presentato dal PD, con l’obiettivo di ridurne la portata. Il documento ha fatto la spola tra l’aula della Commissione Bilancio e gli uffici legislativi del Senato e dei Ministeri coinvolti per un paio di giorni, senza che si raggiungesse un accordo soddisfacente.

A porre fine alla mediazione è intervenuta direttamente la ministra della Famiglia Eugenia Roccella, che ha disposto la riscrittura dell’emendamento. Roccella, già attivista del Partito Radicale negli anni ’70 e autrice del volume del 1975 “Aborto facciamolo da noi”, ha impresso una svolta decisiva alla vicenda, spostando il perimetro dell’intervento legislativo e chiudendo ogni tentativo di compromesso.

Il nuovo testo: dall’educazione sessuale all’educazione al rispetto

L’emendamento approvato sposta radicalmente il focus originario. Il testo definitivo elimina ogni riferimento esplicito all’educazione sessuale, sostituendolo con una formula più ampia: “educazione al rispetto”. La nuova formulazione punta su “pari opportunità, consenso, diritto all’integrità fisica e rispetto reciproco”, con l’obiettivo di sviluppare consapevolezza affettiva e responsabilità nelle relazioni personali.

Il perimetro tematico si allarga alla prevenzione di stereotipi, violenza, discriminazioni e abusi, coinvolgendo i centri antiviolenza pubblici e privati già operativi sul territorio. Le attività educative, anche non formali, interesseranno le scuole di ogni ordine e grado, coprendo l’intero sistema scolastico nazionale.

Le risorse e la gestione: 7 milioni annui nel 2026-2027

Il fondo per le attività di educazione al rispetto viene istituito nello stato di previsione del Ministero dell’Interno con una dotazione di 7 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2026 e 2027. Le risorse saranno ripartite tra i comuni individuati con un apposito decreto ministeriale, che definirà i criteri di assegnazione.

I comuni beneficiari erogheranno i contributi direttamente alle scuole di ogni ordine e grado del territorio, che potranno utilizzare i fondi per realizzare le attività educative previste dal nuovo testo. Il meccanismo di erogazione prevede quindi un passaggio intermedio attraverso le amministrazioni locali, chiamate a fungere da canale tra il Ministero e gli istituti scolastici destinatari delle risorse.

Le reazioni: proteste attese da opposizioni e studenti

La formulazione approvata in Commissione Bilancio non mancherà di suscitare reazioni critiche. Secondo quanto emerge dal dibattito parlamentare, le opposizioni contestano il cambio di perimetro operato dalla maggioranza, ritenendo che il testo finale abbia svuotato l’obiettivo originario dell’emendamento.

Oltre alle forze politiche di minoranza, si prevedono proteste anche da parte dei movimenti studenteschi e delle associazioni professionali del settore educativo, che considerano insufficiente la formulazione generica dell'”educazione al rispetto” rispetto alla proposta iniziale di educazione sessuale nelle scuole secondarie.

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