Medicina a Trento, l'UDU ricorre: il 95% degli studenti lamenta carichi insostenibili

Medicina a Trento, l'UDU ricorre: il 95% degli studenti lamenta carichi insostenibili

Il sondaggio dell'UDU documenta l'impatto del semestre filtro: il 95% degli studenti riferisce un carico eccessivo e il 78,9% è contrario al modello.
Medicina a Trento, l'UDU ricorre: il 95% degli studenti lamenta carichi insostenibili

Il questionario condotto dall’UDU Trento ha raccolto segnalazioni collettive che documentano l’impatto del semestre filtro sul benessere degli iscritti. Il 95% degli studenti riferisce un carico di lavoro eccessivo, mentre il 78,9% si dichiara contrario al modello adottato. Ben 108 partecipanti hanno evidenziato ripercussioni rilevanti sulla propria salute psicofisica.

Tra i sintomi ricorrenti emergono emicrania, nausea e tachicardia, accompagnati da disturbi del sonno come l’insonnia persistente. L’incertezza sul percorso accademico genera stati d’ansia diffusi, aggravati dalla pressione selettiva costante.

Il nesso tra carico di studio, stress e percezione di iniquità emerge chiaramente dai dati: gli studenti descrivono il semestre filtro come un sistema che compromette il benessere senza garantire equità nell’accesso. La fonte collettiva delle segnalazioni sottolinea la portata sistemica del problema, che non si limita a casi isolati ma coinvolge la maggioranza dei frequentanti.

Le criticità organizzative del semestre filtro a Trento: numeri e limiti

Il semestre filtro a Trento presenta criticità organizzative rilevanti fin dall’avvio. Durante il primo mese le lezioni si sono svolte lontano dal centro universitario e dai servizi essenziali, imponendo agli studenti spostamenti che hanno gravato sui tempi dedicati allo studio e sull’accesso alle strutture di supporto.

La selezione opera secondo una logica a imbuto: dei 500 frequentanti iniziali, solo 80 proseguiranno il percorso. Le stime interne indicano che appena il 20% supererà gli esami previsti, lasciando fuori la maggioranza assoluta degli iscritti.

Chi viene escluso affronta un problema concreto: i posti in sovrannumero disponibili nei corsi affini non sono sufficienti per assorbire i respinti. Questa sproporzione tra domanda e capacità di accoglienza colloca molti studenti in una condizione di stallo, dopo aver investito tempo e risorse nel semestre.

Le disparità territoriali e le barriere per studenti internazionali e con BES/DSA

L’inchiesta dell’UDU ha evidenziato profonde disomogeneità tra gli atenei italiani che adottano il semestre filtro. Gli obblighi di frequenza variano significativamente: si passa dal 70% richiesto a Napoli al 67% di Palermo, creando un sistema privo di uniformità nazionale. Queste differenze minano la coerenza del modello e generano ingiustizie palesi tra studenti che affrontano lo stesso percorso in sedi diverse.

Particolari criticità emergono per gli studenti extracomunitari e per chi presenta Bisogni Educativi Speciali o Disturbi Specifici dell’Apprendimento. L’accesso agli strumenti compensativi risulta ostacolato da procedure burocratiche complesse, mentre le regole rigide di compilazione dei quiz comportano il rischio concreto di invalidazione delle prove per mere formalità procedurali, penalizzando proprio le categorie più fragili.

La strategia legale: reclamo al CEDS e ricorso al TAR per il sovrannumero

L’UDU Trento, assistita dallo studio legale Bonetti & Partners, ha strutturato un’azione articolata in due momenti. Entro dicembre sarà depositato un reclamo presso il Comitato europeo dei diritti sociali (CEDS) per presunta violazione della Carta sociale europea. A gennaio seguirà un ricorso amministrativo al TAR.

L’iniziativa non mira a invalidare le graduatorie già pubblicate, ma a garantire l’ammissione in sovrannumero agli studenti che abbiano superato gli esami pur risultando esclusi dai limiti numerici previsti. La differenza è sostanziale: non si chiede di bloccare le immatricolazioni degli idonei, ma di estendere l’accesso a chi ha dimostrato competenze adeguate.

Il fondamento dell’azione risiede nel principio del diritto allo studio, tutelato a livello costituzionale e riconosciuto dalla normativa europea, che non può essere subordinato a meccanismi selettivi percepiti come arbitrari o sproporzionati rispetto agli obiettivi formativi dichiarati.

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