Meloni accusa l'Università di Bologna, il rettore replica: il corso di filosofia per gli ufficiali si farà

Meloni accusa l'Università di Bologna, il rettore replica: il corso di filosofia per gli ufficiali si farà

Polemica tra il Governo e l'Università di Bologna sul corso di filosofia riservato agli allievi dell'Accademia Militare. La ministra Bernini garantisce: il corso si farà.
Meloni accusa l'Università di Bologna, il rettore replica: il corso di filosofia per gli ufficiali si farà

La controversia è esplosa dopo la rivelazione del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Carmine Masiello, in occasione del giuramento solenne del 205° corso “Fierezza” dell’Accademia Militare. L’evento si è tenuto il 1° dicembre 2025 nel cortile d’onore del Palazzo Ducale di Modena, alla presenza dei vertici della Difesa: l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, il generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello e il generale Teo Luzi.

Masiello ha reso noto che l’Università di Bologna avrebbe respinto la proposta dell’Accademia Militare di Modena di attivare un corso di laurea in filosofia riservato esclusivamente agli allievi ufficiali.

Le accuse della premier e i profili costituzionali

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, definisce la decisione dell’Università di Bologna un atto “incomprensibile e gravemente sbagliato”, sottolineando come rappresenti una lesione dei doveri costituzionali che fondano l’autonomia universitaria stessa. Secondo la premier, l’ateneo, in quanto centro di pluralismo e confronto, ha il dovere di accogliere e valorizzare ogni percorso di elevazione culturale, mantenendosi estraneo a pregiudizi ideologici.

Meloni evidenzia che il rifiuto implica una messa in discussione del ruolo delle Forze Armate, definite presidio fondamentale della difesa e della sicurezza della Repubblica, come previsto dalla Costituzione. La scelta viene quindi inquadrata non solo come inaccettabile sul piano operativo, ma come gesto che tocca i principi costituzionali alla base del servizio militare e dell’autonomia accademica.

La premier sottolinea inoltre l’importanza strategica delle discipline umanistiche per la formazione degli ufficiali: “avere personale formato anche in discipline umanistiche garantisce quella profondità di analisi, di visione e di pensiero laterale essenziale per affrontare le sfide” affidate alle Forze Armate. L’argomentazione richiama il nesso tra cultura filosofica e capacità decisionale nel contesto militare contemporaneo.

La garanzia della ministra Bernini e il percorso operativo

La ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, ha preso posizione chiara sulla vicenda durante una visita a Modena. «Il corso si farà. Mi faccio garante della sua realizzazione», ha dichiarato, assumendosi la responsabilità diretta di sbloccare la situazione.

La ministra non si è limitata a rassicurazioni generiche, ma ha delineato un percorso operativo concreto. Ha proposto la creazione di un gruppo interforze delle università dell’Emilia-Romagna, coordinato dall’Università di Modena-Reggio Emilia, con l’obiettivo di rispondere in modo efficace alle esigenze formative degli allievi dell’Accademia Militare.

L’iniziativa punta a costruire una soluzione coordinata a livello regionale, coinvolgendo più atenei per garantire l’offerta del corso di laurea in filosofia agli allievi ufficiali. L’approccio scelto prevede il superamento della proposta originaria attraverso una collaborazione strutturata tra istituzioni accademiche e militari del territorio emiliano-romagnolo.

La replica del rettore e le collaborazioni già in essere

Il rettore dell’Alma Mater, Giovanni Molari, ha respinto con fermezza le accuse ribadendo che l’Università di Bologna non ha mai negato né rifiutato l’iscrizione a nessuna persona. Chiunque possieda i requisiti necessari può iscriversi liberamente ai corsi di studio dell’Ateneo, comprese le donne e gli uomini delle Forze Armate, senza alcuna discriminazione o ostacolo burocratico.

Molari ha inoltre sottolineato la solidità dei rapporti istituzionali tra l’Alma Mater e l’Accademia Militare di Modena, ricordando l’esistenza di accordi ormai ventennali. In virtù di queste convenzioni, agli allievi dell’Accademia sono riservati posti specifici presso il corso di laurea in Medicina Veterinaria, garantendo continuità nella collaborazione formativa tra le due istituzioni.

Le reazioni politiche e gli impatti per gli studenti

Il caso ha generato un vivace dibattito politico. Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra ha contestato l’iniziativa della premier, definendola “propaganda dozzinale” volta a distogliere l’attenzione dai problemi reali del Paese. Fratoianni ha invitato il Governo a sostenere concretamente università e ricerca pubblica, settori in difficoltà per i mancati interventi dell’Esecutivo.

Alfredo D’Attorre, responsabile università della segreteria del Partito Democratico, ha bollato come “surreale” l’attacco all’Università di Bologna. D’Attorre ha però riconosciuto il valore di un percorso filosofico per gli allievi ufficiali, sottolineando l’ovvio beneficio culturale di tale formazione.

Per gli studenti, la vicenda solleva questioni cruciali. L’autonomia universitaria è il principio costituzionale che garantisce agli atenei libertà di organizzazione didattica e scientifica. Il rapporto tra accademia e Forze Armate tocca il delicato equilibrio tra offerta formativa pubblica e esigenze istituzionali specifiche.

L’eventuale attivazione di percorsi dedicati agli allievi ufficiali potrebbe rappresentare un precedente per collaborazioni analoghe, ampliando le opportunità formative ma sollevando interrogativi sulla natura dei corsi riservati rispetto all’accesso ordinario.

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