Protesta nazionale negli atenei: studenti contro i tagli e la riforma dell'Anvur

Protesta nazionale negli atenei: studenti contro i tagli e la riforma dell'Anvur

Decine di università italiane in mobilitazione: studenti denunciano tagli ai finanziamenti e riforma dell'Anvur che accentua le disuguaglianze tra atenei.
Protesta nazionale negli atenei: studenti contro i tagli e la riforma dell'Anvur

In decine di atenei italiani, da Nord a Sud, studenti e studentesse hanno dato vita a una giornata di mobilitazione senza precedenti. Striscioni, cartelli e volantini hanno occupato le piazze universitarie per denunciare politiche che, secondo i manifestanti, accentuano le disuguaglianze tra atenei e compromettono l’autonomia accademica.

La ministra Anna Maria Bernini rivendica un incremento del Fondo di Finanziamento Ordinario per il 2025, ma i dati raccontano una storia diversa: la quota complessiva resta inferiore a quella del 2023, prima dei tagli significativi al comparto universitario. “Questi tagli gravano sui bilanci, costringendo gli atenei a ridurre servizi e assunzioni”, spiegano i rappresentanti studenteschi.

Le università si trovano costrette a utilizzare fondi propri per colmare i deficit, con conseguenze dirette sulla qualità del sistema formativo e sui servizi offerti alla comunità accademica.

La riforma dell’Anvur e le criticità sollevate

La riforma dell’Agenzia Nazionale di Valutazione dell’Università e della Ricerca rappresenta uno dei nodi centrali della protesta. Le modifiche normative in discussione ridisegnano profondamente il ruolo dell’Anvur, introducendo cambiamenti che preoccupano la comunità studentesca.

Le principali criticità individuate dagli studenti riguardano:

  • Rafforzamento dei poteri dell’Agenzia: la nuova normativa amplia le competenze dell’Anvur, consolidando un sistema di valutazione già accusato di privilegiare gli atenei considerati “più produttivi” a scapito di quelli con minori risorse
  • Controllo governativo diretto: il ministro dell’Università potrà intervenire nella definizione degli obiettivi di valutazione, compromettendo l’indipendenza dell’Agenzia e l’autonomia del sistema universitario
  • Divario nei finanziamenti: il meccanismo di valutazione contribuisce ad allargare la forbice tra atenei, concentrando risorse su poche università e penalizzando quelle di territori già svantaggiati
  • Impatto sulla qualità: i criteri di produttività rischiano di orientare la ricerca verso parametri quantitativi, trascurando l’innovazione e le specificità territoriali

Secondo gli studenti, queste modifiche trasformano l’Anvur da organo di valutazione indipendente a strumento di controllo politico, minando i principi di autonomia universitaria sanciti dalla Costituzione.

La governance universitaria: poteri e rappresentanza in discussione

La riforma della governance universitaria, guidata da Galli della Loggia, introduce modifiche sostanziali nell’equilibrio dei poteri all’interno degli atenei. Le principali trasformazioni riguardano l’estensione dei mandati rettorali, l’ingresso di un rappresentante ministeriale nei Consigli di Amministrazione e la drastica riduzione della rappresentanza delle componenti accademiche.

Assetto attualeAssetto proposto
Mandato rettore: durata limitataMandato rettore: ampliamento della durata
CdA senza rappresentante MURCdA con rappresentante del MUR
Rappresentanza personale tecnico-amministrativo e bibliotecario presenteEliminazione rappresentanza personale tecnico-amministrativo e bibliotecario
Rappresentanza studentesca completaRappresentanza studentesca dimezzata
Maggiore autonomia decisionale della comunità accademicaRiduzione autonomia, maggiore controllo ministeriale

Queste modifiche sollevano preoccupazioni tra gli studenti, che denunciano un tentativo di centralizzare il controllo politico e finanziario sugli atenei, allontanandoli dai bisogni reali della comunità universitaria e favorendo gli interessi di privati e aziende presenti nei CdA.

Le richieste e le prospettive degli studenti

Link Coordinamento Universitario ha formulato un insieme di richieste precise per contrastare le politiche che ritiene lesive dell’autonomia accademica:

  1. Finanziamento adeguato e equo: il Ministero deve garantire risorse sufficienti e linee guida basate sulle necessità specifiche di ciascuna università e territorio, evitando disparità che penalizzano gli atenei considerati meno produttivi.
  2. Autonomia universitaria rafforzata: eliminare ogni forma di controllo governativo diretto sulle agenzie di valutazione e sugli organi decisionali degli atenei, preservando l’indipendenza della comunità accademica.
  3. Rappresentanza democratica completa: mantenere la partecipazione di personale tecnico-amministrativo, bibliotecario e studentesco nei Consigli di Amministrazione, contrastando ogni tentativo di riduzione.
  4. Trasparenza nella gestione dei fondi: criteri chiari e condivisi per l’allocazione delle risorse, senza privilegiare logiche aziendali o pressioni di privati presenti nei CdA.

Come sottolinea Arianna D’Archivio, coordinatrice nazionale: “Il ministero dovrebbe garantire un finanziamento adeguato, non un guardiano che si accerti che la componente accademica stia al proprio posto e che si facciano gli interessi dei privati”.

Lo sciopero nazionale del 14 novembre, che coinvolgerà l’intera filiera della conoscenza, rappresenta il culmine di questa mobilitazione e un banco di prova per la capacità degli studenti di influenzare le scelte di politica universitaria.

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