Semestre-filtro per Medicina, studenti in rivolta: prove opache, tempi ridotti e vigilanza disomogenea

Semestre-filtro per Medicina, studenti in rivolta: prove opache, tempi ridotti e vigilanza disomogenea

Il decreto 71/2025 ha introdotto il semestre-filtro per accedere a Medicina, ma studenti e docenti denunciano carichi irrealistici, trasparenza assente e irregolarità.
Semestre-filtro per Medicina, studenti in rivolta: prove opache, tempi ridotti e vigilanza disomogenea

Il decreto legge 71/2025 ha introdotto il semestre-filtro per l’accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria e Medicina Veterinaria. La novità principale consiste nell’eliminazione del tradizionale test d’ingresso, sostituito da un percorso introduttivo pensato per garantire una selezione più equa. Gli studenti interessati possono iscriversi e frequentare le facoltà senza superare preventivamente una prova selettiva, ma devono affrontare un semestre formativo strutturato.

Il percorso prevede tre insegnamenti fondamentali, ciascuno da 6 crediti formativi universitari: Chimica, Fisica e Biologia. Al termine di ogni corso, gli studenti sostengono esami di profitto sotto forma di test. I risultati di queste prove concorrono alla formazione della graduatoria nazionale, che determina l’immatricolazione definitiva agli atenei.

L’obiettivo dichiarato è duplice: offrire un periodo di preparazione strutturata e valutare le competenze attraverso prove in itinere anziché un’unica prova iniziale.

Le criticità emerse: durata ridotta, carichi e vigilanza

Le testimonianze raccolte convergono su diversi punti critici. Il periodo formativo, concepito come semestre, si è ridotto nella pratica a un bimestre, con circa un mese e mezzo di lezioni effettive. Le modalità didattiche hanno previsto un’ampia quota di attività a distanza, spesso non sincrona, limitando il contatto diretto con le materie.

Il carico di studio richiesto è stato giudicato irraggiungibile nei tempi disponibili per discipline complesse come Chimica, Fisica e Biologia. Gli studenti hanno segnalato che le tre prove d’esame sono state costruite senza adeguata trasparenza sui criteri di valutazione.

Ulteriore elemento di frizione riguarda la vigilanza durante gli esami, descritta come disomogenea tra le diverse sedi universitarie, con segnalazioni di irregolarità nell’applicazione delle procedure. Questi aspetti hanno generato un diffuso senso di frustrazione tra le decine di migliaia di partecipanti, che percepiscono un divario significativo tra l’obiettivo dichiarato di equità e le condizioni operative reali.

Le voci degli studenti: la lettera di Agostino Veronese a Mattarella

Agostino Veronese, studente frequentante il semestre-filtro, ha indirizzato una lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per manifestare l’amarezza e la frustrazione maturate durante l’esperienza. Nella missiva Veronese sottolinea come il semestre-filtro fosse nato con l’intento di rappresentare un’opportunità formativa e un modo nuovo per selezionare i medici del futuro, ma nella realtà si sia trasformato nell’esatto contrario di quanto promesso.

Lo studente elenca le principali criticità: un periodo di effettiva preparazione ridotto a bimestre, un carico di studio percepito come irraggiungibile in così poco tempo, tre prove costruite senza trasparenza, un sistema di vigilanza disomogeneo e irregolarità gravi. Veronese conclude la lettera denunciando l’immagine che tale gestione trasmette: quella di un Paese che sembra dimostrare al mondo che i propri giovani non valgono nulla, ferita che ha colpito l’orgoglio di decine di migliaia di studenti italiani.

La protesta civile: la lettera di Caterina Altamore alla ministra Bernini

Sul profilo Facebook dell’insegnante Caterina Altamore, responsabile del coordinamento Donne Cgil Palermo, è stata pubblicata una lettera aperta alla ministra Bernini che denuncia gravi carenze organizzative. Altamore contesta la narrazione istituzionale del semestre-filtro come percorso formativo adeguato: le attività effettive sarebbero state circa tre mesi, con appena un mese e mezzo di lezioni svolte in gran parte in modalità mista o completamente a distanza, spesso non sincrona.

La lettera sottolinea come il tempo per prepararsi alle prove sia stato insufficiente e che i risultati degli esami ne siano la dimostrazione. Gli studenti chiedevano di non perdere un altro anno accademico, travolti da un meccanismo più burocratico che formativo. Secondo quanto riportato nella lettera, la ministra avrebbe risposto davanti alla sua platea urlando un’espressione offensiva nei confronti dei manifestanti, definendoli “poveri comunisti… INUTILI”.

Altamore critica inoltre il divario crescente tra università pubbliche e private: mentre le prime affrontano ostacoli e filtri stringenti, le seconde offrirebbero percorsi senza vincoli equivalenti, regolati dalla disponibilità economica piuttosto che dal merito. La lettera si conclude rivendicando il principio costituzionale per cui scuola e università debbano essere ascensori sociali, non specchi delle disuguaglianze, e che il diritto allo studio debba appartenere a tutti.

Le ricadute per aspiranti medici: accesso, merito e diritto allo studio

Il dibattito sul semestre-filtro solleva questioni centrali per migliaia di aspiranti medici: l’equità della selezione, la trasparenza delle prove, l’omogeneità della vigilanza e l’adeguatezza dei tempi di preparazione. Le studentesse e gli studenti chiedono condizioni chiare e gestibili, sottolineando il rischio concreto di perdere un anno accademico a causa di un meccanismo percepito come incerto e disorganizzato.

La distanza tra l’obiettivo dichiarato di una selezione più giusta e l’esperienza vissuta mette in discussione il funzionamento del modello.

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