Dal Senato ok ai nuovi contratti per ricercatori: la protesta

Dal Senato ok ai nuovi contratti per ricercatori: dottorandi in protesta

Dal Senato ok ai nuovi contratti per ricercatori: dottorandi in protesta

La riforma Bernini sul pre-ruolo universitario si trova attualmente in una fase di stallo, principalmente a causa dell’opposizione manifestata dai lavoratori del settore accademico. Questo blocco ha generato significative difficoltà operative per le istituzioni.

Da tempo, rettori e vertici universitari reclamano l’introduzione di strumenti contrattuali più flessibili che permettano diverse modalità di inquadramento per i ricercatori, prima di arrivare a contratti stabili. Tale richiesta nasce dall’esigenza di adattarsi alle varie tipologie di finanziamento e percorsi di ricerca, mantenendo competitività anche in ambito internazionale.

L’approvazione in senato: una svolta per i fondi Marie Curie

Il Senato ha approvato l’emendamento proposto dal senatore Occhiuto e dalla senatrice Cattaneo, introducendo nuove possibilità per i ricercatori. Il provvedimento consente l’applicazione dell’incarico di ricerca ai vincitori di dottorati Marie Curie.

Il presidente dei Lincei Antonelli ha espresso “viva soddisfazione”, mentre Zoccoli ha evidenziato come si “risolva il problema dell’accesso ai bandi internazionali”.

I contrasti all’interno del mondo accademico

Le reazioni al provvedimento rivelano una profonda spaccatura tra dirigenza universitaria e giovani ricercatori. Mentre i vertici accademici esultano, i dottorandi hanno organizzato una protesta davanti a Palazzo Madama proprio durante il voto sull’emendamento.

Raffaele Vitolo, coordinatore dell’area ricerca dell’Associazione di dottorandi e dottori di ricerca, denuncia una “duplicazione non necessaria del contratto di ricerca”. Il problema principale, secondo i precari, è che l’incarico post-doc mantiene la stessa retribuzione minima del contratto esistente, ma senza le garanzie di un contratto nazionale.

“Si creano disparità”, sottolinea Vitolo, “perché soltanto i vincitori di Marie Curie potranno accedere a quei bandi”, accentuando così la frammentazione dei ruoli anziché promuovere un inquadramento più uniforme.

Il futuro incerto dei contratti di ricerca

L’approvazione dell’emendamento Occhiuto-Cattaneo apre scenari contrastanti per i giovani ricercatori. Il nuovo incarico potrebbe facilitare l’accesso ai bandi Marie Curie, rafforzando la posizione italiana. Tuttavia, la moltiplicazione delle figure rischia di creare disparità, limitando i vantaggi a pochi.

Il sistema universitario dovrà bilanciare flessibilità e stabilità per garantire pari opportunità. Solo così si potrà consolidare una ricerca equa e innovativa.

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