Facebook punisce gli studenti polemici - Studentville

Facebook punisce gli studenti polemici

Scoperti dai professori alcuni studenti di un liceo scientifico di Roma iscritti ad un gruppo sul social network contro la scuola, fioccano da subito 6 e 7 in condotta e i provvedimenti dei genitori: ecco l’arma della “Scuola che non perdon

Ebbene si, il social network più diffuso e utilizzato tra i giovani di tutto il mondo si è dimostrato essere anche un arma a doppio taglio. Tutti gli iscritti al sito, ideato nel Febbraio del 2004 dall’allora studente di Harvard Mark Zuckerberg e che ad oggi conta circa duecentomilioni di utenti, sanno che oltre ai messaggi in bacheca, la chat, le foto e le tag, un’altra particolarità di questa immensa rete sociale è la creazione di gruppi a tema a cui gli utenti possono iscriversi: è stata proprio questa particolarità a far rischiare la sospensione ad un gruppo di studenti di un liceo di Roma.

 
La polemica è nata quando alcuni docenti del liceo I. Newton hanno scoperto che un ex alunno aveva creato su Facebook il gruppo “Io odio il Newton”: “Tre studenti del Newton si sono iscritti con tanto di foto e hanno espresso commenti del tipo: ‘Questo è il miglior gruppo esistente su Facebook’ oppure ‘Avete ragione. Io odio il Newton’”, spiega il dirigente scolastico Mario Rusconi, “Abbiamo deciso di mettere ai tre alunni del quarto anno il 6 in condotta…assieme ai docenti abbiamo pensato di seguire una logica educativa e non punitiva”. Per il resto dei “condannati” invece: “Venticinque ragazzi, invece, hanno solo aderito al gruppo ma non hanno scritto nulla. Così hanno preso 7 in condotta”.
 
Una misura drastica dunque quella intrapresa dal preside dello scientifico di viale Manzoni, il quale ha prima discusso con gli studenti per comprendere le motivazioni del gesto e poi insoddisfatto ha scritto alle rispettive famiglie: “Abbiamo chiesto ai genitori di scriverci quali azioni sociali avrebbero fatto fare ai loro figli come atto riparatorio nei confronti della scuola”. Sorprendenti le risposte da parte dei genitori dei malcapitati: c’è chi ha preso accordi con la Caritas di Roma per impegnare i propri figli in azioni sociali, chi andrà a dare un mano nella propria parrocchia e lavorerà nella mensa dei poveri, chi si è rivolto ad Emergency ed chi addirittura si è visto togliere il computer. Saranno stati adottati provvedimenti troppo rigidi? Di certo i 28 alunni da ora in poi ci penseranno due volte prima di aderire ad un nuovo gruppo di Facebook.

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