Il 2013 della Scuola Italiana: cosa è cambiata cosa vogliamo che cambi - Studentville

Il 2013 della Scuola Italiana: cosa è cambiata cosa vogliamo che cambi

I fatti e i protagonisti della scuola italiana nel 2013 riassunti in un post
Il 2013 della Scuola Italiana: cosa è cambiata cosa vogliamo che cambi

Il 2013 doveva essere l'anno della rivoluzione digitale per la scuola italiana, l'anno in cui i libri elettronici dovevano sostituire i cartacei, l'anno di D'Annunzio alla maturità, e di aule sempre meno cadenti e affollate. Ma è andato tutto in modo un tantino diverso…

Partiamo dall'incipit come in ogni buon tema che si rispetti.

Il 2013 della  Scuola italiana si apre con un cambiamento importante, epocale: l'iscrizione a scuola può essere effettuata solo attraverso internet collegandosi al sito del MIUR. Ottima idea, teoricamente, per snellire le file in segreteria, ma per le 350mila famiglie italiane con figli studenti sfornite di accesso ad internet sorgono numerosi problemi. Intanto le pagelle virtuali si diffondono a macchia d'olio su tutto lo stivale.

Alla fine di Gennaio la commissione tecnica incaricata dall'ex Ministro Francesco Profumo consegna le ricerche per l'attuazione di un progetto che sta a cuore al governo: il conseguimento della maturità a 18 anni per tutti gli studenti italiani. Il progetto viene accantonato, ma lasciato in eredità alla nuova inquilina di Viale Trastevere: Maria Chiara Carrozza.

Nel 2013, infatti, gli italiani votonano per le elezioni politiche. Tutte le parti politiche hanno progetti ben chiari per la Scuola e gli studenti. Ma il nuovo governo sembra dimenticarsi della scuola e dei suoi problemi quando stende il programma dei primi 100 giorni.

Intanto arrivano i dati sul livello di informatizzazione della scuola italiana: "nel 2011 solo il 30% degli studenti italiani di terza media utilizzava le Ict come strumento di apprendimento durante le lezioni di scienze – dichiara l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – rispetto a una media del 48% in altri Paesi dell’Ocse” Continuando così la vera rivoluzione digitale a scuola arriverebbe solo fra 15 anni!

Arriva il giugno 2013, protagonisti induscussi gli esami di maturità, ma soprattutto i maturandi del 2013, vittime di una serie di "marachelle" del Miur. Sconvolge tutti, perfino i professori, la traccia scelta per l'analisi del testo della prima prova scritta della maturità 2013: l'autore è Claudio MagrisMagris chi?  E la Carrozza sorprende tutti rinviando i test d'ingresso per le Facoltà a numero chiuso a Settembre che dovevano tenersi in estate. Quello del bonus maturità, poi, diventerà un tormentone…

E mentre gli studenti sono in vacanza, si ritorna a parlare di scuola digitale. Il registro elettronico a settembre diviene una realtà, creando malumore tra alcuni prof poco 2.0. Vengono invece posticipati i propositi di dotare ogni classe di un pc e ogni scuola di una connessione wireless.

Il 10 settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge dal titolo “L’Istruzione riparte” che prevede interventi sul personale scolastico (dai dirigenti, ai docenti di sostegno), sui libri di testo (nell’ottica di un maggiore risparmio, ma anche dell’innovazione), misure a favore del welfare studentesco (borse per trasporti e mensa, accesso al wireless a scuola). A novembre il disegno viene convertito in legge.  E nel frattempo molte scuole italiane cadono a pezzi, mancano i banchi, i gessi e perfino i soldi per pagare gli stipendi agli insegnanti.Gli studenti scendono in piazza più volte nell'autunno 2013 e molte scuole vengono occupate.

I malumori non si placano, ma le proteste rientrano alla fine di novembre. Ed ecco che ritorna alla ribalta un tema di grande importanza per la scuola italiana, la maturità di quattro anni: gli studenti italiani potranno finalmente andare a scuola un anno in meno come i colleghi nel resto d'Europa?

Ma cosa chiedono gli studenti italiani per la scuola del 2014? Sicuramente una scuola più attenta ai loro bisogni, più vicina agli aspetti pratici che teorici della didattica. Una scuola che li formi e che li valuti in modo meritocratico. Una scuola in cui le pareti non cadano a pezzi e in cui le promesse vengono mantenute. Una scuola in cui professori vengono pagati e stimati, una scuola che metta i bulli sulla retta via e tuteli i più deboli. Una scuola che inviti alla vita, ai valori della legalità e dell'amicizia.

Ministro Carrozza, che ne dice di considerarlo un grande proposito per il 2014?

 

La redazione di Studentville.it augura un magnifico 2014 a tutti gli studenti, i professori e al personale scolastico.

 

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