Saggio breve sull'emancipazione femminile - Studentville

Saggio breve sull'emancipazione femminile

Saggio breve sull'emancipazione femminile: il lungo cammino per la conquista dei diritti delle donne in Italia da cui prendere spunto per il tuo saggio breve.

SAGGIO BREVE SULL’EMANCIPAZIONE FEMMINILE. La donna è considerata da sempre un essere affascinante ma il cammino verso l’emancipazione femminile è stato lungo, duro e pieno di salite. Essere donna oggi è un privilegio o ancora bisogna combattere per i propri diritti? Questo è un bel tema da affrontare e sicuramente il tuo prof. di italiano potrebbe assegnarti proprio una traccia sull’emancipazione femminile, argomento abbastanza spinoso e complesso. Se non sai da dove cominciare o come sviluppare il tema, affidati a noi. Abbiamo pensato infatti di elaborare un saggio breve proprio su questa tematica, in modo da fornirti gli spunti giusti per impostare il tuo compito! Corri a leggerlo, fatti un’idea e poi parti subito a scrivere!

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saggio breve sull'emancipazione femminile

EMANCIPAZIONE FEMMINILE SAGGIO BREVE. È vero, l’argomento è molto complesso, ma come sempre vale nel caso del saggio breve, basterà fare attenzione ad alcune semplici regole, prima tra tutte vagliare bene i documenti e il materiale in allegato alla traccia. Da questi si potrà prendere spunto per elaborare l’argomento. Bene, iniziamo subito:

  • Saggio breve sull'emancipazione femminile, Titolo: La storia dell’emancipazione femminile in Italia
  • Saggio breve sull'emancipazione femminile, Consegna: rivista di storia
     

SAGGIO BREVE SULLA CONDIZIONE FEMMINILE IERI E OGGI. Introduzione. Prima di tutto diamo risalto all’introduzione. Se non sapete proprio da dove iniziare prendete spunto dal nostro incipit: Per emancipazione femminile si intende quel processo grazie al quale le donne hanno potuto godere di diritti che prima non avevano neppure immaginato. Il termine, dal punto di vista sociologico, indica il mutare delle condizioni della donna da più punti di vista, basti ricordare che fino a poco più di un secolo fa, in Italia e in molti altri regimi liberali, ai cittadini di sesso femminile non era consentito votare, le donne sposate non erano libere di disporre del denaro che guadagnavano con il proprio lavoro e non potevano promuovere un'azione legale. Attraverso lotte e battaglie vinte, ma a volte anche perse, le donne hanno potuto iniziare per la prima volta nel corso della storia ad essere considerate come membri attrivi di questa nostra società.
 

SAGGIO BREVE SULL’EMANCIPAZIONE FEMMINILE. Svolgimento. Passiamo adesso al corpo centrale del tema, sviluppando ordinatamente i concetti e le idee assimilate: Il cammino però non è stato affatto semplice, anzi, denso di battaglie affinchè il genere femminile non fosse più asservito all’uomo che le dominava in tutto: in famiglia, come mariti e padri, in ambito lavorativo, politico, economico. La storia dell’emancipazione femminile in Italia e la lotta per l’uguaglianza tra i sessi comincia in ritardo rispetto al resto d’Europa: la presenza femminile nella società italiana stenta ad affermarsi e, seppure i tentativi furono significativi, la strada per l’affermazione dei propri diritti non fu affatto semplice. Complice una struttura sociale ancora primitiva, secondo la quale alla base della famiglia e della società vi era l’uomo e la donna era solo l’angelo del focolare. Per comprendere però il percorso fatto e realizzato grazie alle donne del secolo scorso, bisogna fare un passo indietro. Le donne, come già sottolineato, non avevano un ruolo attivo all’interno della scala sociale, basti pensare che solo nel 1874 venne permessa formalmente l’iscrizione ai licei e alle università ma anche quando alcune tra loro riuscirono a conseguire un titolo di studio non furono ammesse ad esercitare la professione per cui avevano studiato. Il lavoro rappresenterà a tutti gli effetti il primo vero ambizioso traguardo da raggiungere sulla strada dell’emancipazione: risale al 1902 la prima legge a tutela delle lavoratrici, con cui veniva stabilito il divieto dei lavori sotterranei per le donne, fissato l’orario di lavoro giornaliero in dodici ore al massimo e proibito il lavoro notturno alle ragazze di età inferiore ai 15 anni. In quegli anni si registrano i più ardenti fermenti: le donne iniziano a gridare con forza il loro desiderio di avere un ruolo e durante la prima guerra mondiale cominciano a diventare protagoniste dei cambiamenti auspicati. In questo momento storico drammatico  infatti vengono chiamate a ricoprire i posti lasciati vuoti dagli uomini partiti per il fronte: per la prima volta le donne sperimenteranno l’indipendenza economica e l’autonomia personale, la gestione economica e la libertà. Un esempio lungimirante è quello della casa produttrice di cioccolatini, la Perugina: grazie all’iniziativa di Luisa Spagnoli, le donne rimaste a badare a tutto in assenza dei loro uomini, iniziarono a sostituirli in fabbrica e continuarono a lavorare anche dopo la fine della Grande Guerra. Non in tutti i casi però questo avvenne perché alla fine del conflitto molte donne ritornarono ai loro affari domestici e gli uomini ripresero il loro posto. L’esperienza fatta però permetterà alle donne di continuare le proprie battaglie con più consapevolezza e vigore. Un altro passo verso la conquista dell’emancipazione avvenne nel  1919 con  l’approvazione della legge che aboliva "l’autorizzazione maritale" necessaria fino ad allora per qualsiasi atto, come aprire un semplice conto in banca. La stessa legge permetteva alle donne l’esercizio di tutte le professioni e di gran parte degli impieghi pubblici. Il periodo del Fascismo però mise freno alla corsa verso la conquista dei propri diritti: durante quel ventennio le donne tornano ad essere considerate unicamente nel ruolo di mogli e di madri e venne loro vietato di insegnare lettere classiche, storia e filosofia nelle classi superiori; le bambine per frequentare le scuole medie dovevano pagare tasse molto più alte rispetto ai coetanei maschi; nel 1927 i salari femminili vennero dimezzati per decreto. Un passo indietro rispetto al passato ma con la seconda guerra mondiale il lavoro femminile venne, per esigenze varie,  di nuovo preso in considerazione. Le donne incominciarono ad essere assunte dove serviva come tranviere, postine, impiegate; poi assunte alla Fiat e via via in tutte le fabbriche belliche e civili. Quando però l’Italia uscì piegata dal conflitto tutto tornò come prima, e la società apparve nuovamente regredita, bigotta e androcentrica. Tutte le donne che avevano potuto lavorare vennero licenziate e sostituite da uomini. Tutto era cambiato però, e anche se la società non sembrava accogliere il tanto nuovo auspicato ruolo femminile, le donne invece lo erano. Era il momento giusto per agire e così fecero: il primo, epocale, tassello fondamentale si raggiunse finalmente nel 1946, quando le donne italiane votarono per la prima volta. L’approvazione della Costituzione italiana segnò, almeno sulla carta, un ulteriore passo verso la pari dignità tra maschi e femmine. Da lì in poi furono tanti i successi, ottenuti dopo anni di dure lotte: nel 1963 venne approvata la legge che ammetteva ai concorsi le donne per entrare in magistratura e nel 1965 comparvero i primi giudici donna. Sempre nel 1963 si votò la legge che vietava il licenziamento a causa di matrimonio. Solo però negli anni Settanta la storia dell’emancipazione femminile in Italia visse il periodo più felice: nel 1970 venne approvata la legge che introduceva il divorzio nel nostro ordinamento, sottoposta a referendum abrogativo nel 1974, anche se la maggioranza degli italiani si dichiarerà contraria alla sua soppressione. Nel 1975 fu varata la riforma del diritto di famiglia stabilendo che i coniugi avessero una posizione paritaria alla conduzione della vita familiare. Cambiarono anche le norme sui figli naturali, quelli cioè nati fuori dal matrimonio: la donna non sposata con un figlio potè da allora riconoscerlo e non essere costretta a farlo registrare come «figlio di padre ignoto». Un altro passo fondamentale si registra nel 1978, quando venne approvata la legge sull’aborto, legge sottoposta a referendum popolare nel 1981, ma, come nel caso del divorzio, la maggioranza degli italiani scelse di non cancellarla. Nel 1981 anche l’abolizione del cosiddetto delitto d’onore, in base al quale chi uccideva la moglie adultera beneficiava di una fortissima riduzione della pena era ormai legge.
 

SAGGIO BREVE SULLE DONNE. Conclusioni. Infine, concludiamo il saggio breve: Oggi i cambiamenti appaiono evidenti e tutte le donne ne possono beneficiare. Ci sono sempre più presenze femminili nelle banche, negli ospedali, nei servizi sociali, nelle scuole, nelle università, nei giornali e in tutti gli ambiti tradizionalmente maschili, anche se ancora, purtroppo, le discriminazioni nei confronti della donna non possono certamente dirsi cancellate e superate.
 

SAGGIO BREVE SULL' EMANCIPAZIONE FEMMINILE: SPUNTI. Per avere un quadro completo sull'argomento ti proponiamo tutte le nostre risorse per arricchire il tuo saggio:

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