Uno nessuno e centomila commento e analisi - Studentville

Uno nessuno e centomila commento e analisi

Uno nessuno centomila analisi e commento per fare la relazione sul testo di Svevo, con link al riassunto di tutti i capitoli e della trama.

UNO NESSUNO E CENTOMILA COMMENTO E ANALISI

Svolgere il commento e l'analisi di Uno nessuno e Centomila di Luigi Pirandello, magari per poterli inserire nella relazione del romanzo, può non essere un compito facile dato che l'opera, pubblicata nel 1916, è una delle più importanti del Novecento. In questo articolo potrai trovare non solo gli elementi utili per fare il tuo commento personale al romanzo, ma fare anche un’analisi critica e dettagliata delle tematiche principali del libro di Pirandello!

Per approfondire:Vita, del pensiero e le opere di Luigi Pirandello

(Foto: Ed. Garzanti)

UNO NESSUNO E CENTOMILA ANALISI E COMMENTO CRITICO

 Affrontiamo il commento critico uno step alla volta in modo da essere certi di svolgere un'analisi completa dell'opera.

La narrazione, lo stile e l'immedesimazione

Il romanzo Uno nessuno e centomila è  narrato in prima persona dal protagonista della storia, Vitangelo Moscarda, che costringe il lettore ad un’analisi critica e riflessiva su quanto l'esistenza umana sia condizionata non solo dalle mille maschere che l'uomo usa per adattarsi all’esistenza, ma anche da ciò che gli altri vedono in lui. La narrazione punta a coinvolgere il lettore spingendolo verso l'immedesimazione anche grazie alla divisione in otto libri con capitoli ciascuno con il proprio titolo che invogliano il lettore a riflettere, a immedesimarsi con le vicende del protagonista.

La trama e lo sviluppo della tematica della maschera pirandelliana

La storia si apre con un espediente letterario: davanti ad uno specchio, Gengè, meglio conosciuto come Vitangelo, si accorge di una sua imperfezione fisica, il suo naso pende a destra. Questo lo scombussola a tal punto da fargli considerare che tutti gli altri, conoscenti, amici, parenti, possano avere un’immagine diversa da quella che lui ha di sé. Vitangelo si rende conto di non essere “Uno”, un essere umano completo e unico, ma di essere "centomila", come risultato del riflesso delle prospettive degli altri. Quindi è tanti o, peggio, "nessuno". La presa di coscienza del protagonista fa saltare tutte le sue certezze, sconvolgendolo. Così, cercando di distruggere tutte le forme che gli altri gli attribuiscono e che lo rendono “centomila”,  decide di dimostrare che le idee che hanno di lui, non corrispondono al reale. Inizia quindi a compiere una serie di gesti folli che hanno una valenza catartica. Questo però non basta e si spinge oltre: rinuncia ad ogni identità, rifiuta di essere inquadrato in visioni prestabilite e, abbandonandosi alla vita e al caos che la governa, si adatta di volta in volta alle cose che lo circondano.
Emerge così il problema dell'identità come prigione: le identità che gli altri impongono a Vitangelo gli sottraggono la libertà di essere, così come accadeva, anche se in modo meno estremo, ne Il fu Mattia Pascal. Vitangelo non si limita, come Mattia, a sperimentare un'altra esistenza per poi tornare indietro e vedersi costretto a vivere senza maschera e, quindi, senza alcuna possibilità di interagire con la vita di ogni giorno, ma decide scientemente che, le immagini che gli altri hanno di lui devono andare del tutto distrutte. La percezione che ha di sè non corrisponde affatto a quella che gli altri hanno di lui. Questa considerazione viene vissuta dal protagonista con un orrore crescente fino al momento in cui scopre anche di essere “nessuno” giungendo a toccare il picco della sua angoscia esistenziale.

Vitangelo, un antieroe

Possiamo quindi considerare Vitangelo un antieroe che utilizza la pazzia, data da comportamenti inusuali per lui e utilizzata da Pirandello come escamotages per trovare un equilibri nel caos, come strumento per scuotere e distruggere questo meccanismo terribile delle forme, delle maschere. Come tutti gli antieroi pirandelliani ne esce, però, sconfitto. Si tratta, però, di una sconfitta solo apparente in quanto motore di una nuova consapevolezza che emerge quando lui stesso afferma “Io non l’ho più questo bisogno (di dimostrare, cioè chi sono) perché muoio ogni attimo, io, rinasco nuovo e senza ricordi: vivo e intero, non più in me, ma ogni cosa fuori”. È una vera e propria guarigione, una rinascita se vogliamo, che lo distingue da tutti quelli che continuano ad essere “Centomila” e quindi “nessuno”.

Vuoi fare da solo? Leggi: Come si fa il commento di un libro

UNO NESSUNO E CENTOMILA: COMMENTO PERSONALE

Nel commento personale, invece, devi esporre il tuo parere sul romanzo di Svevo motivando sempre con cura tutte le tue affermazioni. Ecco un esempio.
La lettura di Uno Nessuno e Centomila non è affatto una lettura semplice. Il viaggio nella testa di Vitangelo, pur non essendo raccontato con termini complessi, è comunque molto impegnativo sia per via del flusso di coscienza di cui Pirandello pervade le pagine, sia perché la tematica della perdita della propria identità all'interno di un mondo fatto di maschere in questo romanzo permea la narrazione al punto da portarla ad un livello successivo rispetto a Il Fu Mattia Pascal. In questo caso, infatti, la storia del protagonista prende pieghe man mano sempre più assurde fino ad arrivare all'immagine del tutto surreale del finale in cui il protagonista si dissolve perdendo il suo status di personaggio vero e proprio e riducendosi quasi a mera voce. Non è stato facile comprendere il senso di questa parabola e risucire a cogliere l'ironia di Pirandello, perché questa volta lo sforzo di ridere di una realtà dura al punto da portare un uomo ad una perdita di sé così tangibile è stato davvero grande. Ho letto più volte alcuni passaggi. Ho riflettuto a fondo e spesso mi sono sentita vicina a Vitangelo: quante volte quando lo sguardo degli altri non riflette l'immagine che abbiamo, o che speriamo di avere, ci sentiamo persi? Uno nessuno e centomila è, secondo me, la storia della ribellione a questo smarrimento, una dichiarazione di libertà che è quasi uan dichiarazione di guerra alla società tutta. Una storia che ci mette in guardia e ci spinge a guardarci dentro con più attenzione nella speranza di risucire ad essere noi stessi anche senza perdersi.

UNO NESSUNO E CENTOMILA RIASSUNTO

Non hai ancora letto il libro? Ecco un riassunto che può aiutarti a fare il commento:

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