Una sentenza del TAR Toscana (n. 1212/2025), depositata il 27 giugno scorso, ha segnato un momento di svolta nel delicato equilibrio tra diritto all’informazione dei genitori e tutela della privacy dei figli maggiorenni. Il caso nasce dalla richiesta di un padre divorziato che, non riuscendo a ottenere dalla figlia 31enne informazioni sulla sua carriera universitaria, si è rivolto direttamente all’Università di Pisa per accedere ai dati accademici. L’ateneo aveva inizialmente negato l’accesso, invocando la normativa sulla privacy e il regolamento interno. Tuttavia, i giudici amministrativi hanno ribaltato questa decisione, stabilendo che l’interesse del genitore a valutare la permanenza dell’obbligo di mantenimento prevale sulla riservatezza della figlia, almeno per alcuni aspetti specifici del percorso universitario.
Il limite alla riservatezza sui voti
La sentenza del TAR stabilisce un confine preciso tra trasparenza e privacy: il padre può accedere ai dati relativi all’iscrizione universitaria, agli esami sostenuti con le rispettive date e all’eventuale conseguimento della laurea, ma non alle votazioni riportate nei singoli esami.
I giudici hanno motivato questa distinzione sostenendo che la conoscenza dei voti non risulta strettamente necessaria per valutare la permanenza dell’obbligo di mantenimento. Il tribunale richiama l’articolo 30 della Costituzione, che sancisce il diritto-dovere dei genitori di istruire ed educare i figli, ma precisa che tale principio non può derogare completamente alle norme sulla privacy, soprattutto quando il figlio è maggiorenne e autonomo.
L’impatto sul sistema universitario
La sentenza del TAR Toscana rappresenta un precedente significativo che potrebbe ridefinire le procedure di accesso ai dati nelle università italiane. L’Università di Pisa, obbligata a fornire le informazioni richieste entro trenta giorni, dovrà ora rivedere i propri protocolli per gestire richieste simili da parte di altri genitori. Questa decisione potrebbe spingere tutti gli atenei a elaborare linee guida più precise per bilanciare la trasparenza amministrativa con la tutela dei dati personali degli studenti. Il sistema universitario si trova ora di fronte alla necessità di armonizzare le normative sulla privacy con il diritto all’informazione dei genitori, aprendo scenari inediti per future controversie legali.