Il 25 settembre 2025 segna un appuntamento cruciale per il sistema sanitario italiano: 36 università statali aprono le porte agli esami di ammissione per i Corsi di Laurea Magistrale delle Professioni Sanitarie per l’anno accademico 2025/26. I numeri raccontano una storia complessa: oltre 12 mila candidati si contendono 4.213 posti disponibili, configurando un rapporto di tre domande per posto, in diminuzione rispetto al 3,5 dello scorso anno, come evidenziato dal report di Angelo Mastrillo, docente di Organizzazioni delle professioni sanitarie all’Università di Bologna.
Mentre le università statali hanno scelto una data uniforme, le cinque università private che offrono questi percorsi hanno optato per calendari differenziati, creando un panorama caratterizzato da forte disomogeneità territoriale e organizzativa.
Le dinamiche delle classi di laurea
Il panorama delle cinque classi di laurea magistrale mostra andamenti differenziati che riflettono le diverse esigenze del settore sanitario. La classe Infermieristica-Ostetrica, che concentra oltre la metà dei posti disponibili, registra una riduzione del 14,5% nelle domande nonostante l’aumento del 7,9% dei posti a disposizione, mantenendo tuttavia un rapporto di oltre quattro candidati per posto.
L’area Riabilitazione presenta invece segnali positivi con una crescita del 15% sia nelle domande che nei posti disponibili, indicando un interesse crescente per questo settore specialistico.
Situazione critica per i corsi Tecnico-Assistenziali, che subiscono un crollo del 34,5% nelle iscrizioni, e per quelli Tecnico-Diagnostici con una flessione del 14,5%, entrambi con rapporti domanda-posto ormai vicini alla parità. La classe Prevenzione mostra dinamismo con un incremento del 25% nei posti e dell’11% nelle domande.
Le differenze territoriali
L’analisi geografica rivela una distribuzione non uniforme delle domande sul territorio nazionale. Friuli, Liguria e Puglia registrano incrementi significativi: la Liguria segna un aumento del 17,7%, mentre la Puglia raggiunge un notevole +27,8%, dato collegato anche all’ampliamento dell’offerta formativa regionale.
In controtendenza, altre regioni mostrano contrazioni preoccupanti. La Sardegna subisce il calo più drastico con oltre il 40% in meno, passando da più di 800 a meno di 500 domande.
Il Veneto arretra del 17%, la Toscana del 19%, mentre il Lazio registra una flessione del 19,5% nonostante coinvolga quattro università.
Le strategie di selezione
Il rapporto domande/posti continua a determinare una competizione significativa in specifiche aree geografiche e classi di laurea. In Infermieristica-Ostetricia il rapporto supera ancora 4 candidati per ogni posto disponibile, con picchi particolarmente elevati in Campania dove raggiunge 4,5 domande per posto. Questa pressione selettiva riflette l’attrattività persistente di determinati percorsi formativi.
Le università hanno risposto ampliando strategicamente l’offerta: i corsi aumentano da 98 a 102 e i posti crescono del 5,5%, segnalando un adattamento alle richieste del mercato sanitario.
Tuttavia, permane il divario rispetto al fabbisogno stimato dalla Conferenza Stato-Regioni di oltre 12.500 unità.
Queste dinamiche configurano scenari differenziati per i futuri studenti: mentre alcune classi mantengono elevata selettività, altre mostrano rapporti prossimi alla parità. L’evoluzione dell’offerta formativa dovrà bilanciare le esigenze del sistema sanitario con la sostenibilità dei percorsi accademici.