Test di medicina, 6mila ricorsi per le irregolarità del 20 novembre: la posizione del MUR e le richieste degli studenti

Test di medicina, 6mila ricorsi per le irregolarità del 20 novembre: la posizione del MUR e le richieste degli studenti

Circa 6mila studenti hanno avviato ricorsi dopo le irregolarità riscontrate nella prima prova del nuovo semestre filtro per Medicina del 20 novembre.
Test di medicina, 6mila ricorsi per le irregolarità del 20 novembre: la posizione del MUR e le richieste degli studenti
Circa 6mila studenti hanno avviato ricorsi dopo le irregolarità riscontrate nella prima prova del nuovo semestre filtro per Medicina del 20 novembre.

Il debutto del nuovo semestre filtro per l’accesso a Medicina si è trasformato in un evento controverso. La riforma, pensata per ridurre la pressione concentrata in un’unica prova e garantire una valutazione più graduale del merito, ha incontrato difficoltà impreviste nella sua prima applicazione nazionale.

Da Nord a Sud sono emerse segnalazioni di controlli disomogenei nelle aule d’esame. Numerosi candidati hanno utilizzato smartphone e smartwatch durante lo svolgimento della prova, mentre i quesiti sono stati fotografati e condivisi in tempo reale attraverso chat e social network. Alcuni partecipanti hanno sfruttato l’intelligenza artificiale come supporto esterno per risolvere le domande, compromettendo l’equità della selezione.

Le irregolarità in aula: dispositivi, plichi e anonimato

Le denunce raccolte dall’Unione degli Universitari descrivono smartphone attivi e smartwatch utilizzati liberamente durante l’esame. I quesiti fotografati sono stati diffusi in tempo reale su chat e social, consentendo a chi disponeva di connessione di ricevere suggerimenti esterni.

Altre testimonianze segnalano plichi aperti in anticipo rispetto all’orario ufficiale e violazione dell’anonimato dei candidati, con identificativi visibili prima della consegna. Le condizioni di sorveglianza risultano variate radicalmente tra sedi, con alcune aule prive di controlli efficaci.

La disomogeneità ha compromesso la parità di trattamento, penalizzando chi ha sostenuto la prova senza ausili esterni.

I ricorsi degli studenti: numeri e motivazioni

La platea dei partecipanti alla prova del 20 novembre contava circa 60mila iscritti. Di questi, si stima che quasi 6mila studenti abbiano avviato o siano in procinto di avviare un ricorso formale, traducendosi in un rapporto di circa un candidato su dieci.

La motivazione centrale che accomuna le impugnazioni è la violazione della parità di trattamento: condizioni di sorveglianza disomogenee da un’aula all’altra rendono problematica la legittimità di una graduatoria nazionale costruita su basi diseguali. Se i controlli variano drasticamente tra sedi, il principio di equità su cui poggia ogni concorso pubblico risulta compromesso.

Gli studenti sottolineano che accettare una classifica unica quando le regole non sono state applicate uniformemente mina la credibilità stessa della selezione e penalizza chi ha rispettato le consegne.

L’UDU e l’affondo di Bruscella: le richieste

L’Unione degli Universitari guida la battaglia legale degli studenti attraverso un ricorso collettivo annunciato dal coordinatore nazionale Alessandro Bruscella. Le sue parole sono nette: “Di fronte alle irregolarità non possiamo stare a guardare”.

L’associazione ha documentato violazioni specifiche che vanno oltre i singoli episodi: plichi d’esame aperti prima dell’orario ufficiale, prove fotografate e diffuse online mentre la sessione era in corso, violazione sistematica dell’anonimato. Per l’UDU il concorso ha perso la sua natura meritocratica, trasformandosi in un sistema dove prevalgono i furbi a danno di chi rispetta le regole.

La proposta di Medici senza filtri: ripetizione e scelta del voto migliore

Il comitato Medici senza filtri, assistito dallo studio legale Leone-Fell & C., ha raccolto migliaia di adesioni presentando due scenari alternativi. La prima opzione prevede l’annullamento completo della prova di novembre con successiva ripetizione sotto controlli rafforzati, compreso l’utilizzo di metal detector nelle aule d’esame.

La seconda proposta riguarda invece la possibilità per gli studenti di scegliere il punteggio migliore tra le due sessioni previste dal semestre filtro. Attualmente il regolamento obbliga i candidati a scartare il risultato della prima prova prima di sostenere la seconda, meccanismo giudicato penalizzante dato il contesto di irregolarità denunciato. Il comitato fonda le richieste su centinaia di testimonianze documentate relative all’uso di dispositivi elettronici durante l’esame.

La posizione del MUR e di Bernini: sanzioni ai singoli, no annullamento

Il Ministero dell’Università e della Ricerca e la CRUI hanno adottato una linea ferma contro l’annullamento generale della prova del 20 novembre. La ministra Bernini ha escluso questa opzione per evitare di paralizzare l’intero anno accademico, puntando invece su sanzioni mirate ai singoli responsabili delle irregolarità.

L’approccio selettivo solleva però perplessità tecniche e dubbi da parte di famiglie e associazioni studentesche. Identificare a posteriori chi ha utilizzato dispositivi elettronici o ricevuto supporti esterni tramite chat risulta estremamente complesso senza registrazioni o verifiche in tempo reale.

Il rischio evidenziato dai ricorrenti è che questa strategia si traduca in un nulla di fatto, lasciando intatte graduatorie potenzialmente viziate da condizioni di partenza disomogenee e violazioni della parità di trattamento.

Le ricadute per i candidati: graduatoria, calendario e prossimi passaggi

Il flusso di circa seimila ricorsi rischia di congestionare i tribunali amministrativi regionali, allungando i tempi delle decisioni. Nel frattempo, la graduatoria nazionale resta sotto osservazione, con migliaia di studenti in attesa di capire se i punteggi ottenuti il 20 novembre saranno confermati o ridiscussi.

Il Ministero dell’Università e della Ricerca non ha ancora fornito indicazioni vincolanti sul calendario delle verifiche né sulle modalità di applicazione delle sanzioni ai singoli candidati coinvolti. L’assenza di linee guida ufficiali alimenta l’incertezza, soprattutto per chi deve pianificare la seconda sessione d’esame.

Gli scenari possibili restano due: una revisione mirata delle posizioni irregolari oppure, in caso di accoglimento dei ricorsi collettivi, la ripetizione della prova con nuove misure di sicurezza. Le decisioni definitive spettano alle autorità competenti e ai giudici amministrativi.

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