Dieci specializzandi dell’ospedale Careggi (Firenze) sono stati deferiti dopo aver inserito prenotazioni false nel sistema per alleggerire il carico estivo. Tra luglio e agosto 2023 avrebbero impedito o alterato 290 visite. L’inchiesta è condotta dai Carabinieri del NAS; la vicenda è stata resa nota il 30/10/2025 dalla pubblicazione originale.
Sono in corso accertamenti documentali forniti dall’Azienda Ospedaliera Careggi agli investigatori.
Il meccanismo delle prenotazioni false
Dagli accertamenti aziendali e degli inquirenti è emerso l’uso sistematico dell’applicativo gestionale CUP 2.0: gli specializzandi inserivano prenotazioni multiple, replicando il nome dello stesso paziente e accodando più prestazioni anche nello stesso giorno.
Le operazioni venivano effettuate soprattutto nelle prime ore del mattino per saturare le agende.
L’attività fraudolenta è concentrata tra luglio e agosto 2023: risultarono impedite o alterate 290 visite, con il blocco delle agende che ha impedito nuove prenotazioni e causato ritardi nelle prestazioni programmate ai pazienti coinvolti.
Le indagini e le imputazioni
Le indagini sono state condotte dai Carabinieri del NAS, che, con il supporto documentale fornito dall’Azienda ospedaliera Careggi, hanno ricostruito le anomalie nelle registrazioni. Dieci specializzandi sono stati deferiti all’autorità giudiziaria per avere inserito prenotazioni false.
Per la vicenda è stata fissata un’udienza predibattimentale il 19 febbraio 2027, data in cui si procederà con le formalità e le verifiche sulle responsabilità individuali. Sono previste anche ulteriori verifiche amministrative interne immediate.
La replica dell’azienda e dell’università
L’Azienda ospedaliera di Careggi e l’Università di Firenze, in una nota congiunta, hanno riconosciuto l’uso improprio degli applicativi per la prenotazione da parte di alcuni specializzandi, definendo il fenomeno «grave eticamente» ma limitato nelle conseguenze sull’assistenza.
Hanno inoltre annunciato l’attivazione immediata delle procedure interne e delle verifiche disciplinari previste, sottolineando l’efficacia dei controlli sistematici adottati dall’azienda per prevenire abusi analoghi. È prevista una revisione dei protocolli di accesso e formazione.
Le conseguenze per prestazioni e pazienti
L’azienda ospedaliera segnala che le prestazioni posticipate sono state prontamente erogate, minimizzando il ritardo nell’assistenza. La disciplina interessata effettua circa 15.000 visite di controllo l’anno, quindi l’impatto operativo è stato limitato ma non nullo: alcuni pazienti hanno subito slittamenti temporanei.
L’ente riconosce comunque la correttezza generale degli specializzandi nelle normali attività cliniche. Sono previste verifiche amministrative e recuperi organizzativi urgenti.
Le implicazioni per la formazione specialistica
La vicenda ha posto l’accento sulla dimensione etica della formazione specialistica: l’Azienda e l’Università annunciano campagne di sensibilizzazione, l’attivazione di procedure disciplinari e valutazioni individuali per accertare responsabilità.
L’obiettivo dichiarato è rafforzare la fiducia nel servizio sanitario pubblico e garantire standard professionali più rigorosi con monitoraggi interni e formazione continua.