La legge di Bilancio 2026 porta agli atenei italiani un incremento di 25 milioni di euro al Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), confermando i livelli già raggiunti nel 2025 e aggiungendo risorse fresche in un contesto di finanza pubblica vincolata. Il risultato mantiene i precedenti +300 milioni dell’anno scorso e garantisce un margine operativo al sistema universitario.
A questi si sommano 250 milioni stanziati per le borse di studio, destinati a compensare la fine dei finanziamenti Pnrr e a evitare tagli che avrebbero colpito migliaia di studenti.
Laura Ramaciotti, presidente della Crui e rettrice di Ferrara, ha espresso soddisfazione in un’assemblea straordinaria con la ministra Anna Maria Bernini, sottolineando come la tenuta del finanziamento rappresenti una garanzia per la continuità dei corsi e dei servizi.
Le misure hanno effetti immediati: stabilità delle tasse universitarie, protezione del diritto allo studio e sostenibilità dei bilanci degli atenei, che potranno operare senza contraccolpi in un anno cruciale per il sistema della ricerca.
L’abilitazione scientifica nazionale: autocertificazione e concorsi locali
Il Senato si prepara a esaminare, con inizio discussione previsto a dicembre, un disegno di legge che rivoluziona l’accesso alla carriera accademica. La riforma elimina l’abilitazione scientifica nazionale – il patentino obbligatorio per accedere ai concorsi universitari – sostituendola con un sistema più snello basato su autocertificazione seguita dai concorsi locali.
Laura Ramaciotti spiega che il cambiamento risponde all’esigenza di superare il doppio passaggio attuale: commissioni nazionali prima, concorsi locali dopo. «Avevamo registrato un grave appesantimento di questo doppio passaggio», sottolinea la presidente Crui, evidenziando l’impatto negativo sui giovani ricercatori che aspirano alla progressione di carriera.
La nuova procedura introduce una valutazione a tutto tondo dei candidati, non limitata solo all’aspetto scientifico e quantitativo. Saranno considerati anche didattica, attività istituzionali e terza missione.
Ramaciotti ammette però un nodo critico: «In alcuni settori disciplinari si trovano pochi colleghi esperti da poter coinvolgere» nelle commissioni.
Le tasse e il tetto del 20%: la proposta Crui sul perimetro del calcolo
Nove atenei italiani hanno superato il limite del 20% per le tasse universitarie rispetto alla quota di Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) assegnata. La Crui ha elaborato una proposta di riforma, ora in valutazione al ministero sotto il profilo tecnico-amministrativo, giuridico e politico.
La norma attuale compie quasi trent’anni e si basa su un presupposto ormai superato: una crescita indefinita del Ffo che non si è mai verificata. Nel frattempo, gli atenei hanno ampliato l’offerta di servizi per il diritto allo studio: no tax area, borse di studio, incentivi per affitti e alloggi, programmi Erasmus, trasferte all’estero, trasporti e counseling psicologico.
Tutti interventi che rappresentano un costo aggiuntivo per le università.
La proposta Crui punta a scomputare dal calcolo gli studenti stranieri e quelli fuori corso, riconoscendo il carico economico reale sostenuto dagli atenei. L’obiettivo è aggiornare una regola obsoleta per tutelare la sostenibilità dei bilanci universitari senza penalizzare gli studenti più fragili.
La governance di ateneo: ipotesi su mandato e rieleggibilità dei rettori
Il dibattito sulla riforma della governance universitaria è appena iniziato. Sul tavolo diverse proposte, ancora tutte in fase istruttoria, che riguardano durata e rieleggibilità del mandato rettorale. L’ipotesi più discussa prevede l’estensione del periodo complessivo da sei a otto anni, con una possibile formula quattro più quattro che consentirebbe la rielezione.
Laura Ramaciotti invita alla cautela: «Le versioni attualmente in essere sono diverse e nessuna è ancora attendibile». Il tavolo tecnico-politico si è riunito per la prima volta per affrontare non solo questo aspetto ma l’intero assetto di governance degli atenei.
Tutte le modifiche dovranno coordinarsi tra loro.
Sul mandato unico o sulla rieleggibilità esistono argomenti a favore e contrari, che dipendono anche dalla durata effettiva dei periodi e dall’equilibrio complessivo del sistema.
La denatalità e l’internazionalizzazione: -400mila matricole e le risposte possibili
A partire dal 2028, gli atenei italiani dovranno affrontare una contrazione senza precedenti: in meno di 15 anni si stimano 400.000 matricole in meno, pari a circa il 20% del totale. La denatalità è una priorità costante nei lavori della Crui, che in ogni occasione di confronto tra rettori torna a discutere le strategie di risposta.
L’internazionalizzazione della didattica è la leva principale. Secondo Ramaciotti, occorre muoversi rapidamente per attrarre studenti dall’estero attraverso programmi in lingua inglese, corsi a distanza e network tra atenei. Le misure del ministero sugli alloggi, già avviate, sono un punto di partenza per rendere il sistema più accogliente e competitivo.
La qualità della didattica italiana e le tasse universitarie contenute rappresentano vantaggi concreti rispetto a molti Paesi stranieri. Puntare su questi elementi può trasformare il calo demografico in un’occasione per ampliare la platea internazionale e rafforzare il ruolo degli atenei nello spazio europeo della formazione.