Accadde nel - Studentville

Accadde nel

Gli avvenimenti principali tra il 1814 e il 1879.

La Teoria Evoluzionistica 

Il naturalista inglese Charles Darwin (1809-1882) ritornato da un viaggio in America meridionale, elabora la teoria evoluzionistica, destinata a scuotere le fondamenta della biologia e della zoologia, mettendo in dubbio le teorie religiose sulla creazione del Mondo, degli animali e dell'uomo come specie immutabile. Dopo aver classificato sistematicamente, durante il suo viaggio innumerevoli animali, Darwin si è accorto che le differenze fra le specie vicine sembrano essere legate all'ambiente di vita, ma non è riuscito a capire il perchè. Soltanto dopo essere tornato in patria , in questo giorno legge il "Saggio sul principio della popolazione" dell' economista inglese Malthus, che mette in relazione le riduzioni demografiche con la carenza alimentare ed ha il "primo lampo di genio" da cui discenderà la sua teoria evoluzionistica. Secondo lo scienziato inglese,  l'evoluzione della specie è basata sulla selezione naturale che nel corso dei millenni ha fatto sopravvivere solo gli individui più forti con le caratteristiche adatte all'ambiente di vita. La teoria di Darwin avrà subito la più grande ostilità da parte della comunità scientifica e verrà accettata, almeno in parte, soltanto venti anni dopo.

Importanza della selezione naturale 

Il fenomeno della selezione naturale è alla base dei processi di evoluzione e di adattamento delle specie e quindi, della biodiversità nei vari ambienti terrestri. Condizioni ambientali simili portano, anche in luoghi tra loro molto distanti, allo sviluppo di forme viventi simili (fenomeno della convergenza). Apparentemente quasi tutte le mutazioni non producono alcuna variazione rilevabile nell'organismo e per questo sono dette neutrali; la selezione naturale agisce probabilmente solo su una minoranza delle mutazioni, dette non neutrali, in grado di alterare in qualche aspetto le forme viventi.

Gli ultimi anni 

Darwin trascorse gli ultimi anni della sua vita a cercare soluzioni alle questioni sollevate da L'origine delle specie. Nelle opere successive, tra cui The Variation of Animals and Plants Under Domestication (1868), The Descent of Man (1871) e The Expression of the Emotions in Man and Animals (1872), espose in maggiore dettaglio alcuni argomenti che nell'opera maggiore erano stati solo accennati. L'importanza dell'opera di Darwin fu riconosciuta dai suoi contemporanei mentre era ancora in vita, con l'elezione a membro della Royal Society (1839) e dell'accademia delle Scienze francese (1878). Alla sua morte fu sepolto nell'abbazia di Westminster.

Positivismo

E' una corrente di pensiero che interessò l'Europa negli anni che vanno dal 1848-1870 circa. Il Termine POSITIVISMO indica il proposito di rifiutare le tendenze astratte, metafisiche, spiritualistiche proprie del romanticismo e di prendere invece in esame i fatti positivi concreti ed analizzarli alle luce della scienza. Il positivismo cerca di capire il mondo partendo unicamente dalla scienza alla quale si riconosce la capacità di giudicare gli uomini verso il  progresso e di costruire una società al più alto grado di giustizia e benessere.

La scienza è ritenuta capace di dominare la natura per cui è considerata: GARANZIA INFALLIBILE DEL DESTINO DELL'UOMO. Su questa base il positivismo ritiene che:

L'unica conoscenza che l'uomo ha di tutto il mondo è di tipo scientifico costruita attraverso l'osservazione dei fenomeni, la formulazione di ipotesi e la loro verifica sperimentale

La scienza deve essere assolutamente indipendente dalla religione

Ogni manifestazione della natura e dell'uomo sono spiegabili scientificamente

Per il positivismo è possibile analizzare scientificamente la società umana come un qualsiasi organismo scoprire la leggi che la regolano ed è possibile anche individuare attraverso la scienza le cure più adatte a superare i problemi della società.Questa ideologia ottimista è legata al periodo storico nel quale le invenzioni e scoperte scientifiche si susseguirono con un ritmo sempre più rapido assicurando all'uomo il dominio sulla natura ed un continuo sviluppo economico. Proprio per questo suo ottimismo che da alla ragione il positivismo è avvicinabile all'illuminismo. all'illuminismo. Tuttavia l'illuminismo era stato l'arma della borghesia europea per abbattere i pregiudizi ed i privilegi e per creare una società migliore; la borghesia del secondo '800 invece non ha di fronte a sè l'assolutismo e la nobiltà ma il proletariato a cui si vuole impedire il raggiungimento dei propri diritti. Il Positivismo non possiede più quella carica rivoluzionaria dell'Illuminismo.

La vera grande novità del positivismo è quella di estendere il metodo sperimentale a tutti i rami del sapere, dalla filosofia alla storia, dall'arte alla letteratura e addirittura alla realtà umana perchè si riteneva che anch'essa fosse retta, come la realtà fisica, da leggi naturali.
Il positivismo nacque in Francia nell'ambiente del politecnico e l'iniziatore della dottrina fu: AUGUSTO COMTE, che fu anche il fondatore della sociologia, disciplina che studia in modo scientifico la società umana come se fosse un organismo naturale. Il metodo scientifico applicate anche con rigore nell'antropologia, porto' l'Inglese DARWIN a formulare LA TEORIA DELL'EVOLUZIONISMO E DELLE SUE LEGGI cioè l'adattamento all'ambiente e la selezione naturale. Darwin quindi studiò l'uomo non più come entità spirituale ma come ultimo anello della catene naturale. Queata teoria fu osteggiata dalla chiesa che invece sosteneva il CREAZIONISMO FISSISTA.
Importante fu anche il critico letterario storico IPPOLITO TAINE che vedeva negli uomini solo un prodotto di fattori ereditari dell'ambiente; egli inoltre riteneva applicabile il metodo scientifico anche all'arte contribuendo alla nascita del NATURALISMO FRANCESE. Il positivismo portò ad un cambiamento anche la letteratura sottolineando l'esigenza di un'arte ispirata al vero, lucida oggettiva che ritraesse anche gli aspetti negativi della società.

Verismo

Il positivismo ed il naturalismo fecero sentire la loro influenza anche in Italia dove nacque il VERISMO che è un adattamento del NATURALISMO alla realtà italiana, realtà molto diversa da quella Francese. Infatti nella seconda metà del 1800, mentre la Francia dominata da una borghesia fortemente instaurata al potere era ormai avviata sulla strada del progresso, l'Italia era un paese essenzialmente agricolo e molto povero. La recente unificazione nazionale del 1861,  aveva fatto emergere gravi problemi economici e sociali e soprattutto aveva evidenziato il profondo divario esistente tra il NORD e il SUD.
Pertanto, la 1° caratteristica del Verismo Italiano fu il suo REGIONALISMO; mancando infatti un'unità sociale e morale nacquero tanti " verismi " che trassero spunto dal vario mosaico italiano. Ricordiamo ad esempio MATILDE SERAU che descrisse gli aspetti più umili della piccola borghesia e del popolino Napoletano; scrisse " Il Ventre di Napoli " rifacendosi a Zolà che scrisse " Il Ventre di Parigi ". Per il Verismo Toscano ricordiamo Renato Fucini  che si interesso invece delle miserie della campagna toscana. Famoso fu FEDERICO DE ROBERTO, siciliano, grande amico di VERGA e di LUIGI CAPUANA; nella sua opera " I Vicerè " delinea la storia di una famiglia siciliana negli anni della spedizione dei mille.

I veristi Italiani che ebbero come teorico LUIGI CAPUANA rispettavano come i naturalisti francesi la verità dei fatti senza sovrapporre ad essi i propri giudizi, anche se in genere si astennero dall'analisi dei fenomeni patologici  e dall'eccessiva freddezza scientifica utilizzata dai Francesi. Il verismo non si sofferma  come aveva fatto il naturalismo sui guai  e sui vizi dei grandi centri urbani, ma volge soprattutto il suo interesse per gli emarginati delle campagne, ai poveri pescatori delle coste ed in genere alle pledi meridionali perchè proprio al sud erano evidenti i danni dell'errata politica del nuovo regno d' Italia( tasse obbligatorie; servizio di leva obbligatorio, mercato unico interno ) inoltre diversamente dal Naturalismo Francese che aveva una carica ottimistica, il Verismo è ESSENZIALMENTE PESSIMISTA. Se infatti gli scrittori Francesi pensavano di poter contribuire, attraverso la loro denuncia, ai problemi che travagliavano la società, i veristi pur proponendosi di fare opera di denuncia, sono convinti che la loro miseria ed emarginazione delle classi sociali più povere sono una realtà inevitabile e difficilmente sanabile considerando quello che era la realtà politica e sociale dell'Italia appena unita.

Gabriele D'Annunzio

(Nasce a  Pescara 1863 – Muore a Gardone Riviera, Brescia 1938), narratore, poeta e drammaturgo italiano.  Frequentò a Prato il prestigioso Collegio Cicognani; giovanissimo, esordì con la raccolta di poesie Primo vere (1879), ben accolta dalla critica: finito il liceo giunse perciò a Roma preceduto da una certa notorietà negli ambienti culturali.Grazie a Edoardo Scarfoglio frequentò il mondo del giornalismo e fece vita di società, collaborando a varie testate (dal "Fanfulla della Domenica" alla "Cronaca bizantina", alla "Tribuna"). Come cronista mondano fu molto apprezzato dal pubblico, e quando venne pubblicato il secondo libro di poesie (Canto novo, 1882), la sua popolarità crebbe ulteriormente. Nel frattempo scrisse anche racconti: la produzione novellistica di questo periodo venne pubblicata in seguito con il titolo Novelle della Pescara (1902), un libro in cui il verismo è sapientemente mischiato a una sensibilità decadente. Nel 1889 pubblicò il romanzo Il piacere: protagonista ne è Andrea Sperelli, un giovane aristocratico che ama l'eleganza e l'arte; il suo estetismo lo porta a trascurare la vita pratica a favore di un'egoistica e distruttiva idealizzazione dell'amore e della vita sotto il segno del bello, e così travolge non solo le sue amanti ma anche se stesso.Come in tutta la sua opera, D'Annunzio si proiettò nella scrittura e nelle invenzioni letterarie: sposatosi molto giovane condusse una vita sentimentalmente travagliata ed ebbe numerose amanti; adorava circondarsi di opere d'arte raffinate e aveva il culto dell'eleganza. Per questo motivo la sua vita fu costellata da periodi di forte indebitamento, da fughe opportunistiche e da momenti di magnificenza. Dal 1891 al 1894 si trasferì a Napoli per sfuggire ai debiti; si mantenne soprattutto grazie alla collaborazione con il quotidiano della città, "Il Mattino".Con i due romanzi Giovanni Episcopo (1891) e L'Innocente (1892); da quest'opera il regista Luchino Visconti trasse un film nel (1976). D'Annunzio diede prova di saper assorbire e rielaborare con straordinaria rapidità i più vari modelli espressivi, sia nei suoi testi poetici (nati sotto il segno di Carducci ma non carducciani) sia in quelli narrativi: l'influenza di Tolstoj e di Dostoevskij è infatti evidente. In Vergini delle rocce (1895) il riferimento ideologico è al filosofo Friedrich Nietzsche, ma in D'Annunzio la figura del superuomo mantenne una forte componente estetizzante.La produzione poetica continuò con il Poema paradisiaco (1893); le raccolte maggiori sono del 1903: con i primi tre libri (Maia, Elettra, Alcione) delle Laudi del cielo, del mare, della terra, degli eroi si sarebbero misurati i poeti italiani delle successive generazioni. Dal 1898 D'Annunzio visse a Settignano (Firenze) nella villa La Capponcina, vicina alla residenza di un'ennesima donna amata, la celebre attrice Eleonora Duse, con la quale ebbe una intensa relazione rispecchiata senza troppo pudore nel romanzo Il Fuoco (1900). La vicinanza della Duse fece sì che D'Annunzio intensificasse l'attività teatrale: durante la loro relazione scrisse nel 1899 La città morta e La Gioconda, ma il meglio del suo teatro è costituito dalle tragedie Francesca da Rimini (1902), La figlia di Jorio (1904) e La fiaccola sotto il moggio (1905). I creditori riuscirono a sequestrargli la villa e gli arredi, e per questo nel 1910 D'Annunzio emigrò in volontario esilio in Francia, dove continuò a scrivere. Visse a Parigi quattro anni. Sin dalla fine dell'Ottocento il "poeta vate" cominciò a registrare appunti e ricordi, costituendo così la base per le prose raccolte nelle Faville del maglio (1924-25), la prima delle quali fu stampata sul "Corriere della Sera" nel 1911. In esse si esprime una vena memorialistica che culminerà nel Notturno (ultimato nel 1921), opera di uno scrittore non più "magnifico" ma ripiegato su se stesso: un altro importante episodio furono le Cento e cento pagine del libro segreto (1935), tutti testi capitali della sua produzione in prosa.Tornato in Italia nel 1915, dal 1921 alla morte visse sul lago di Garda, a villa Cargnacco, trasformata progressivamente nel Vittoriale, una sorta di monumento a se stesso e a futura memoria: il luogo più elevato del parco ospita infatti il mausoleo che lo scrittore fece edificare per farvi riporre le proprie spoglie.D'Annunzio fu una celebrità anche all'estero: in Italia venne realizzata un'imponente edizione nazionale delle sue opere (42 volumi) e nel 1937 fu nominato presidente dell'Accademia d'Italia.Nell'opera di D'Annunzio la vita dell'autore e la letteratura non solo si rispecchiano, ma l'esistenza privata diventa spettacolo per il pubblico, attirando sul poeta un interesse mai raggiunto da nessun autore italiano precedente e contemporaneo. In questo modo si spiega l'apparente paradosso per cui lo scrittore più popolare del tempo fu un artista aristocratico ed esclusivista.

Un artista "inimitabile", anche grazie a gesta avventurose come la Beffa di Buccari e l'impresa di Fiume. Del resto, la modernità della sua sensibilità è provata da altri fatti: non solo D'Annunzio fu tra i primi a interessarsi di cinema, ma molti si rivolsero a lui per battezzare prodotti commerciali (la penna Aurora o il liquore Aurum) o per trovare un efficace pseudonimo a una scrittrici, fatti che denotano una precoce sensibilità "pubblicitaria".

STORIA

Congresso di Vienna

Congresso che si tenne a Vienna (novembre 1814 – giugno 1815), per ripristinare l'assetto territoriale degli stati europei, al termine delle guerre napoleoniche.Vi parteciparono rappresentanti di tutti gli stati europei, con l'eccezione dell'impero ottomano. Tra i sovrani ebbe un ruolo preminente lo zar Alessandro I, che si fece promotore di cause impopolari come l'istituzione di una Polonia autonoma e l'unificazione degli stati tedeschi. Tra i diplomatici spiccò la personalità del principe Klemens von Metternich, ministro plenipotenziario asburgico e presidente del congresso.Le quattro potenze principali (Gran Bretagna, Russia, Prussia e impero asburgico) stabilirono di comune accordo che Spagna, Francia e le piccole potenze sconfitte fossero escluse dal partecipare alle decisioni più importanti; tuttavia, grazie all'abilità del suo rappresentante Charles Maurice de Talleyrand-Périgord, la restaurata monarchia francese di Luigi XVIII venne riammessa a prender parte alle trattative. La Gran Bretagna era rappresentata dal ministro degli Esteri Robert Stewart, visconte di Castlereagh e dal generale Arthur Wellesley, duca di Wellington, mentre il delegato prussiano era il principe Karl August von Hardenberg.

Le decisioni principali

Per assicurare la pace in Europa, il congresso di Vienna tentò di creare le condizioni di uno stabile equilibrio tra gli stati, riducendo, e poi mantenendo sotto controllo, la potenza francese. I confini della Francia tornarono a essere quelli del 1792 (ma con la cessione alla Gran Bretagna di Tobago, Santa Lucia e dell'Ile-de-France, comprese le dipendenze nell'oceano Indiano, e alla Spagna della parte orientale di Santo Domingo), mentre tutti gli stati confinanti furono rafforzati e dotati di contingenti militari stabili, forniti dalle maggiori potenze vincitrici. La repubblica olandese si fuse con i Paesi Bassi asburgici, formando un nuovo regno sotto la dinastia degli Orange-Nassau; la Prussia ottenne la Pomerania svedese, la Sassonia settentrionale e alcuni territori alla sinistra del Reno; il regno di Sardegna, tornato ai Savoia, inglobò l'ex repubblica di Genova. L'impero asburgico compensò la perdita dei Paesi Bassi con l'acquisizione della repubblica di Venezia (e i suoi possedimenti sull'Adriatico), che insieme alla Lombardia andò a formare il regno del Lombardo-Veneto, posto sotto il governo di un viceré austriaco.Lo zar riuscì ad avere il pieno controllo del restaurato regno di Polonia, per controbilanciare l'espansione russa verso ovest, mentre il regno di Svezia (allora sotto Carlo XIV) venne rafforzato con il possesso della Norvegia. Venne costituita una Confederazione germanica formata da 39 stati sovrani, che comprendeva parte della Prussia e dell'impero asburgico, al cui regnante fu affidata la presidenza dell'organo centrale della Confederazione, la Dieta di Francoforte. I cantoni svizzeri si riunirono in una confederazione, alla quale vennero garantite indipendenza e neutralità.In Italia, oltre al Lombardo-Veneto, l'Austria ottenne anche il controllo indiretto del ducato di Parma assegnato a Maria Luisa d'Austria, moglie di Napoleone; del granducato di Toscana di Ferdinando III di Lorena, fratello dell'imperatore; e del ducato di Modena e Reggio, posto sotto Ferdinando IV di Asburgo-Este. Il regno di Napoli tornò a Ferdinando IV di Borbone e nel 1817, con l'acquisizione della Sicilia, costituì il regno delle due Sicilie; lo Stato Pontificio fu restituito a papa Pio VII.La Gran Bretagna ottenne territori strategici dal punto di vista commerciale e per il controllo delle rotte marittime: l'isola di Helgoland, Malta, le isole Ionie, Maurizio, Ceylon (attuale Sri Lanka) e il capo di Buona Speranza. Il congresso di Vienna, che riuscì ad assicurare quasi un quarantennio di pace all'Europa, prese anche importanti decisioni riguardo l'abolizione della tratta degli schiavi e la tutela della libertà di navigazione sui fiumi che attraversavano più stati o costituivano il confine tra uno stato e l'altro.

La spedizione dei Mille

L'insurrezione di Palermo del 4 Aprile 1860 suscitò nuovo entusiasmo patriottico nell'animo suo; con un po' d'armi e due vecchi piroscafi, con circa mille animosi, Garibaldi il 5 Maggio lasciava Quarto presso Genova, diretto verso la Sicilia. Sei giorni più tardi sbarcava a Marsala; a Salemi si proclamava dittatore in nome del re d'Italia. La vittoria di Calatafimi e la conquista di Palermo significarono a liberazione di tutta la Sicilia, mentre da ogni parte arrivavano sempre nuovi volontari a rinforzare il suo piccolo esercito.

Cadute Milazzo, Messina, Siracusa ed Augusta, Garibaldi il 19 agosto sbarcava sul continente, conquistando Reggio e poi rapidamente su Napoli, favorito dai moti popolari che ovunque scoppiavano contro i Borboni.Cavour nel timore di una rottura con la Francia e di un pronunciamento repubblicano da parte dei garibaldini, tentò di affrettare l'annessione al regno dell'Italia meridionale, attirandosi lo sdegno di Garibaldi che avrebbe voluto affidare al re l'Italia unita solo dopo la conquista di Roma che avrebbe dovuto esserne la capitale. Mentre le truppe regie delle Marche e dell'Umbria marciavano verso il Napoletano, Garibaldi riuscì a trasformare in una sonante vittoria l'offensiva iniziata dai Borboni sul Volturno. Si accordò allora con le truppe regolari, andando incontro a Vittorio Emanuele II a Teano, ed accompagnandolo il 7 novembre a Napoli dove il popolo aveva trionfalmente proclamato l'annessione al regno di Sardegna. Consegnata la città nelle mani del re Garibaldi tornò nel suo solitario rifugio di Caprera, con un sacco di sementi e poche centinaia di lire, dopo aver rifiutato il grado di generale d'armata, il collare dell'Annunziata e dotazioni per i figli.Nel 1862, durante un viaggio in Sicilia, fu accolto da grandi manifestazioni popolari in favore della liberazione di Roma, sicché , postosi a capo di un gruppo di volontari, partì da Catania il 24 agosto e sbarcando in Calabria presso Mileto, con l'intenzione di proseguire al nord. Ma truppe regie furono costrette a fermarlo il 29 ad Aspromonte dove rimase ferito al piede.Nel 1864 si recò in Inghilterra dove si incontrò con Mazzini, nel tentativo di convincerlo ad appoggiare, per il bene della patria, l'unione dell'Italia sotto i Savoia. Lì accettò la cittadinanza offertagli da Londra ma rifiutò 5.000 sterline raccolte per sottoscrizione.Due anni più tardi, operò nel Trentino nella guerra combattuta contro l'Austria fianco dell'alleato prussiano; l'armistizio lo sorprese mentre stava per raggiungere Trento: all'ordine di abbandonare la zona rispose così "Ho ricevuto dispaccio 1072. Obbedisco". Non rinunciò successivamente all'idea di liberare Roma: riuscì a sbarcare a Vada presso Livorno il 19 ottobre 1867, marciando poi su Roma, mentre l'insurrezione in città falliva con la sconfitta e il sacrificio dei Cairoli a villa Glori. Per tale motivo, pur avendo conquistato Monterotondo, Garibaldi fu costretto a ritirarsi.

SCIENZA E TECNICA

Personaggi  del  1800….

Charles Wheatstone – Gloucester 1802, Parigi 1875.
Fisico Inglese ideò lo stereoscopio ed inventò un tipo di telegrafo che fu il primo ad essere impiegato praticamente. Inventò un ponte per la misurazione delle resistenze da cui  prese il nome.

Henrich Daniel Ruhmkorff – Hannover, 1803, Parigi, 1877.
Elettromeccanico tedesco, costruì il rocchetto ad induzione che da lui prese nome. Si tratta di un trasformatore, ormai di valore soltanto storico, che permette di ottenere elevate differenze di potenziale.

Werner von Siemens –  Lenthe [Hannover] 1816, Berlino 1892.
Tecnico ed industriale tedesco, fondatore insieme ai fratelli della casa elettrotecnica Siemens. Famosi i suoi ritrovati nella telegrafia, nelle lampade elettriche e nei principi di elettrodinamica.

Heinrich Rudolph Hertz – Amburgo 1857, Bonn, 1894.
Fisico tedesco fu lo scopritore delle onde elettromagnetiche che in seguito Marconi   applicò per l'invenzione della radio.
Prende il nome da lui l'unità di misura della frequenza  nel Sistema Internazionale: hertz (Hz).

Ernst Wermer brevetta l'altoparlante elettrico…

1877, 14 dicembre…

Nel 1877 ci furono invenzioni a raffica riguardanti la riproduzione del suono. Il tecnico tedesco brevetta il principio dell'altoparlante a bobin, che però dovrà aspettare 50 anni, con l'avvento degli amplificatori a valvole, per poter essere pienamente utilizzato. Fino a quel momento si useranno gli altoparlanti a tromba, come si può vedere in basso nella sua struttura interna.

La prima lampadina

Thomas Edison

Durante il periodo della seconda rivoluzione industriale, contemporaneamente all'invenzione dell'energia elettrica, Thomas Edison inventò la lampadina elettrica utilizzata come fonte di illuminazione. Questa fu senza dubbio una invenzione molto importante che rivoluzionò molte cose.

NELL'ANNO 1879 si tenne una grande esposizione internazionale, una intera parte di questa rassegna era dedicata alle invenzioni ed ai ritrovati tecnici di Edison. Lo stesso inventore fu invitato e venne a Parigi personalmente, accolto con grandi onori. EDISON fu lo scienziato che, nella storia del progresso tecnico e scientifico moderno, fece il maggior numero di invenzioni e scoperte, diede al mondo li maggior numero di ritrovati tecnici. Vero che cominciò i sui primissimi esperimenti ad 11 anni e terminò ad 84 ( solo perchè morì ): 73 anni di lavo ininterrotto. Come già detto Edison fece moltissime invenzioni, già nel 1862 si dedicò allo studio della telegrafia per occuparsi poi come telegrafista in varie città fino al 1868. Nello stesso anno, all'età di 21 anni prese il suo primo brevetto per un registratore elettrico di voti. Nel 1870 apre un'officina a New Newark, apporta dei perfezionamenti alla macchina da scrivere, si dedica assiduamente alla risoluzione del problema già da tempo postosi di immettere in un solo cavo due telegrammi diversi ed in senso opposto, il telegrafo duplex e quadruplex, problema brillantemente e definitivamente da lui risolto nel 1873.Trasferitosi a  Menlo-Park, perfeziona il telefono, già diffuso da Bell, con l'invenzione del microfono a granuli di carbone; nel 1878 ottiene il brevetto per l'invenzione del fonografo e l'anno successivo porta a buon punto gli esperimenti inerenti all'illuminazione elettrica culminati il 21 ottobre dello stesso anno con l'accensione della prima lampadina a filamento di carbone. Gli anni riguardanti lo studio della lampadina elettrica furono due anni di duro lavoro. Il problema che lo fece impazzire era quello di trovare un filamento che divenisse incandescente nel globo, senza bruciare. Provò un'infinità di sostanze, compresi i peli di barba di un suo collaboratore; provò il platino, cotone, carta, fibre vegetali. Sperimentò seimila tipi di queste fibre; nell'ottobre del 1879, una lampadina nella quale aveva montato un filamento di cotone bruciato rimase accesa per 40 ore, le si possono osservare nell'immagine che segue. Successivamente la perfezionò utilizzando un filamento di carbone. Nel 1882 un quartiere al centro di New York fu illuminato con le lampadine di Edison.

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