Aforismi - Studentville

Aforismi

I più famosi aforismi di Popper.

FILOSOFIA Lo sappiano o no, tutti gli uomini hanno una filosofia. Certo, può ben darsi che nessuna delle nostre filosofie valga un gran che, ma la loro influenza sui nostri pensieri e sulle nostre azioni ò grande e spesso incalcolabile. Io credo che tutti gli uomini siano filosofi, anche se alcuni lo sono più di altri. Tutti gli uomini sono filosofi, perchè in un modo o nell’altro assumono un atteggiamento nei confronti della vita e della morte. Una delle cose che possono capitare ad un filosofo e che questi può annoverare fra le sue più alte conquiste, ò di scorgere un enigma, un problema, o un paradosso, non precedentemente rivelato da alcun altro. La scoperta di un problema filosofico può essere, in qualche modo, definitiva, la si compie una volta e per sempre, ma la sua soluzione non ò mai definitiva. Ritengo che un filosofo dovrebbe innanzitutto filosofare: dovrebbe, cioò, cercare di risolvere problemi filosofici, piuttosto che parlare della filosofia. Il potere politico delle idee filosofiche… ò un fatto che potrebbe davvero scoraggiarci e persino terrorizzarci. Se sostenessimo che quasi tutte le nostre guerre sono… guerre di religione… o persecuzioni ideologico-religiose, non sbaglieremmo. Ma non dobbiamo essere eccessivamente pessimisti. Fortunatamente, sono state proposte anche idee filosofiche buone, umane e sagge. Sostengo che, in alcune delle più ambiziose scienze sociali e filosofiche… il trucco tradizionale… diventato in buona misura l’inconsapevole ed indiscussa norma, consiste nell’esporre banalità  estreme, in un linguaggio altisonante. L’emergenza della filosofia può essere interpretata come una risposta alla dissoluzione della società  chiusa e delle sue credenze magiche… ò il tentativo di sostituire una fede razionale, alla fede magica; modifica la tradizione di tramandare una teoria o un mito, fondando… la tradizione di contestare le teorie ed i miti e di discuterli criticamente. I filosofi hanno mantenuto attorno a sè stessi… una certa aura di magia. La filosofia ò considerata come qualcosa di strano e di assurdo, che si occupa di quei misteri di cui si occupa la religione, ma non in modo tale da poter essere “rivelata ai bambini” o alla gente comune. Io mi spazientisco troppo spesso quando leggo scritti filosofici. Sono dispostissimo ad ammettere che, molto di quanto vi ò scritto, non ò certo molto meglio di un vuoto balbettio: ò un filosofare senza genuini problemi. La storia dell’ antica filosofia greca, specialmente da Talete a Platone, ò uno splendido racconto, fin troppo bello per essere vero. In ogni generazione troviamo almeno una nuova filosofia, una nuova cosmologia di sorprendente originalità  e profondità . Non provo orgoglio alcuno di essere chiamato filosofo… (perchè) nella lunga storia della filosofia, ci sono più discussioni filosofiche di cui provo vergogna, di quante non siano le trattazioni delle quali possa andare fiero. Il filosofo… non affronta una struttura organizzata, ma piuttosto qualcosa che ha l’aspetto di un cumulo di macerie (sotto le quali ò forse sepolto qualche tesoro). Come filosofi non possiamo fare niente di meglio che applicare la critica razionale ai problemi che abbiamo di fronte e alle soluzioni avanzate dalle diverse parti. Alcuni filosofi hanno fatto una virtù del parlare con sè stessi, forse perchè si sono convinti che non ci fosse nessuno con cui parlare. Non c’ò dubbio che Iddio parli quasi esclusivamente con sè stesso, ma i filosofi dovrebbero sapere che non sono più simili a Dio di quanto non lo siano gli altri uomini. Basta che la cerchiamo, in una teoria filosofica che deve essere buttata via perchè falsa, possiamo spesso trovare un’idea vera, degna di essere conservata. I grandi filosofi non erano impegnati in una impresa estetica. Non cercavano di essere architetti di un brillante sistema: erano ricercatori di verità , di vere soluzioni di problemi genuini, al pari dei grandi scienziati. Non sono un materialista, ma ammiro i filosofi materialisti, in particolare i grandi atomisti, Democrito, Epicuro e Lucrezio. Essi furono i grandi illuministi dell’antichità , gli antagonisti della fede nei demoni, i liberatori dell’umanità . Ma il materialismo ha superato sè stesso. La filosofia, che per venti secoli si ò preoccupata del significato dei suoi termini, ò, non soltanto piena di verbalismo, ma anche terribilmente vaga e ambigua, mentre una scienza come la fisica, che non si preoccupa tanto dei termini, quanto piuttosto dei fatti, ha conseguito una grande precisione. Quando uno studente arriva all’Università , non sa quale metro debba applicare, perciò assume il criterio che trova bell’ò e pronto. Poichè i criteri intellettuali… autorizzano… la ridondanza e il presunto sapere, anche le teste valide vengono completamente confuse. E gli studenti, irritati dalle false pretensioni della filosofia “dominante”, divengono, a ragione, avversari della filosofia. Non importa quali metodi un filosofo possa usare, purchè abbia un problema interessante e tenti sinceramente di risolverlo. Come chiunque altro, i filosofi sono liberi di usare qualsiasi metodo per la ricerca della verità . Non esiste un metodo peculiare alla filosofia. La negazione del realismo porta alla megalomania, la più diffusa malattia professionale del filosofo di professione. La più grande malattia filosofica del nostro tempo ò costituita dal relativismo intellettuale e dal relativismo morale, il secondo dei quali trova, almeno in parte, nel primo il proprio fondamento. Rifiuto… il dogma che la metafisica debba essere priva di significato… alcune teorie come l’atomismo furono a lungo non controllabili ed inconfutabili e, fino a quel momento metafisiche. Ma, in seguito, divennero parte della scienza fisica. àˆ un fatto che idee puramente… filosofiche, hanno avuto una grandissima importanza per la cosmologia. Da Talete ad Einstein, dall’atomismo antico alle speculazioni di Descartes, dalle speculazioni di Gilbert, Newton, Leibniz e Boscovic sulle forze, a quelle di Faraday e Einstein sui campi di forze, sono state le idee metafisiche a indicare la strada. Ritengo di aver confutato l’empirismo classico, la teoria che considera la mente come un secchio e che sostiene che raggiungiamo la conoscenza, aprendo semplicemente gli occhi e lasciando fluire la corrente dei dati, forniti dai sensi o da Dio, in un cervello che provvederà  poi a digerirli. L’empirismo cerca di descrivere la mente… come una tabula rasa, come una lavagna ben pulita o una lastra fotografica non esposta, da incidere con osservazioni. Questa teoria… vede la mente come un secchio ed i sensi come imbuti, attraverso i quali il secchio può venire riempito. Questa tesi ò radicalmente errata. Se i nostri sensi avessero intellettualmente un’importanza così cruciale… allora la mancanza di questi sensi produrrebbe la più grave insufficienza intellettuale. Ma, come dimostra il grande esempio di Helen Keller, non produce niente del genere. Quanto ai nichilisti ed agli esistenzialisti, che hanno a noia sè stessi (e forse anche gli altri), posso soltanto averne compassione. Devono essere ciechi e sordi, giacchè parlano come un cieco dei colori del Perugino, o come un sordo della musica di Mozart. Non c’ò alcun motivo per cui, alcuni intellettuali non debbano, alla fine, riuscire a diffondere la buona novella che il chiasso nichilista era semplicemente molto chiasso per nulla. Colui che io reputo il miglior conoscitore… di Anassagora, il Professor Felix M. Cleve, ò viennese e dovette fuggire a New York, nell’anno 1940, come Anassagora nell’anno 492 prima della nascita di Cristo. Come Anassagora fu spesso attaccato, ma di solito soltanto da altri studiosi. Ma non fu mai espulso da New York. L’aristotelismo e le filosofie ad esso collegate, ci hanno ripetuto per così lungo tempo, quanto sia importante ottenere una conoscenza precisa del significato dei nostri termini, che siamo tutti inclini a crederci. E continuiamo ad aggrapparci a questa credenza. FILOSOFI Aristotele Noi uomini siamo animali e gli animali non possono avere nessun sapere certo. Questo lo sapevano già  i Greci (che dissero): “Gli dòi hanno un sapere certo, epistòme; gli uomini hanno solo opinioni, dòxa”. Fu Aristotele a rovinare questa giusta concezione (affermando) che pure noi abbiamo epistòme… e, per conseguire tale sapere dimostrabile, egli ha inventato l’induzione. Ma siccome, sulla questione non si sentiva affatto tranquillo, ne ha dato la colpa a Socrate. Nell’ottimismo consiste l’unica, importante rettifica introdotta da Aristotele, nella sua sistematizzazione del platonismo. Scolasticismo, misticismo e sfiducia nella ragione: ecco gli inevitabili risultati dell’essenzialismo… di Aristotele. L’aperta rivolta di Platone contro la libertà  diventa, con Aristotele, una rivolta segreta contro la ragione. Bacone Quando Bacone cercava di rendere attraente la scienza, sostenendo che la conoscenza ò potere… rasentava l’arroganza. Non che avesse una grande conoscenza o molto potere, ma aspirava alla prima, perchè voleva il secondo, o almeno questa ò l’impressione che dava. Francesco Bacone si prendeva beffe di coloro che negavano la verità  evidentissima che il sole e le stelle rotavano intorno alla terra, che era naturalmente immobile. Non ò affatto valida l’immagine della scienza che di continuo raccoglie osservazioni e da esse, per dirla con Bacone, spreme come dall’uva il vino. L’uva, i chicchi sono… le osservazioni e (quando) questi chicchi vengono pigiati, ecco venir fuori il vino, cioò… la teoria. Questa immagine della scienza ò radicalmente falsa. “Sapere ò potere”, diceva Bacone. La sua pericolosa idea dell’uomo che ottiene il potere sulla natura… ò stata una di quelle idee, grazie alle quali, la religione della scienza ha trasformato il nostro mondo. Datemi un paio d’anni liberi da altre incombenze, suggerì incautamente Bacone… e porterò a termine… il compito di copiare l’intero libro della Natura e di scrivere la nuova scienza. Sfortunatamente, Bacone non ottenne la borsa di studio che stava cercando. Le grandi fondazioni non esistevano ancora e la conseguenza fu che, triste a dirsi, la scienza della natura ò ancora incompleta. Nè Bacone nè Berkeley credettero che la terra ruotasse, mentre oggi lo credono tutti, compresi i fisici. Bacone e Descartes posero l’osservazione e la ragione come nuove autorità … ma, così facendo, spaccarono l’uomo in due parti: una parte superiore, che ha l’autorità  rispetto alla verità , l’osservazione di Bacone, l’intelletto di Descartes ed una inferiore (che) costituisce il nostro io originario, il vecchio Adamo che ò in noi. Eraclito Nella filosofia di Eraclito si manifesta una delle meno lodevoli caratteristiche dello storicismo, cioò un’insistenza eccessiva sul cambiamento, combinata con la credenza in una inesorabile ed immutabile legge del destino. Eraclito aveva ragione: “Noi non siamo cose, ma fiamme”… noi siamo, come tutte le cellule, processi di metabolismo, reti di processi chimici, reazioni chimiche altamente attive, accoppiate all’energia. Erasmo Da Rotterdam Erasmo da Rotterdam tentò di far rivivere la dottrina socratica: “Conosci te stesso, ed ammetterai quanto poco conosci!” Ma, questa dottrina, fu spazzata via dalla credenza che la verità  ò manifesta e dalla nuova confidenza di sè, esemplificata e insegnata, sia pure in modo diverso, da Lutero e Calvino, da Bacone e Descartes. Fichte àˆ a Fichte, chiamato da Schopenhauer il parolaio, che deve essere fatta risalire la paternità  dell’argomento anti-umanitario originario. àˆ stupefacente vedere che, grazie alla cospirazione degli schiamazzi, un uomo come Fichte, riuscì a pervertire l’insegnamento del suo maestro, nonostante le proteste di Kant e durante la vita stessa di Kant. Non ho ancora visto alcuna storia della filosofia dichiarare… che, a giudizio di Kant, Fichte era un impostore disonesto e ciò, benchè abbia visto che, molte storie della filosofia cercano di togliere valore alle accuse di Schopenhauer, per esempio insinuando che era invidioso. Hegel Hegel, la fonte di tutto lo storicismo contemporaneo, fu diretto seguace di Eraclito, Platone ed Aristotele… fu un gioco da bambini per i suoi efficacissimi metodi dialettici, estrarre veri conigli fisici da cappelli puramente metafisici. Già  da molto tempo ormai non leggo più Hegel, per la semplice ragione che non lo ritengo onesto. Non cerca la verità : vuole impressionare. Sorge la domanda se Hegel abbia ingannato sè stesso, ipnotizzato dal suo stesso gergo ispirato, oppure se si sia audacemente proposto di ingannare ed incantare gli altri. Non c’ò nulla negli scritti di Hegel che non sia stato detto meglio, prima di lui. Non c’ò nulla nel suo metodo apologetico, che non sia stato preso a prestito dai suoi predecessori. Questi pensieri e metodi… egli li consacrò… a combattere contro la società  aperta e così, servire il suo datore di lavoro, Federico Guglielmo di Prussia. Hegel riuscì a provare, mediante metodi puramente filosofici, che i pianeti devono muoversi, secondo le leggi di Keplero… provando che nessun pianeta poteva trovarsi tra Marte e Giove (disgraziatamente gli era sfuggita la notizia che un pianeta siffatto era stato scoperto pochi mesi prima). Il metodo adottato da Hegel per superate Kant ò efficace, ma sfortunatamente lo ò troppo. Esso pone il suo sistema al riparo da qualsiasi critica ed ò dunque dogmatico, in senso affatto peculiare, cosicchè vorrei definirlo un consolidato dogmatismo. Hegel segnò l’inizio dell’era della disonestà  (come Schopenhauer qualificò l’idealismo tedesco) e dell’era della irresponsabilità  (come Heiden qualificò l’era del totalitarismo moderno); prima di irresponsabilità  intellettuale e poi di irresponsabilità  morale. L’influenza di Hegel… ò ancora potentissima… ciò ò confermato… dal fatto che l’estrema ala sinistra marxista, il centro conservatore e l’estrema destra fascista, fondano le loro filosofie politiche su Hegel. L’ala sinistra sostituisce alla guerra delle nazioni… la guerra delle classi. L’estrema destra le sostituisce la guerra di razze. Il centro conservatore ò… meno consapevole del proprio debito nei confronti di Hegel. Ai nostri tempi l’isterico storicismo di Hegel ò ancora il fertilizzante al quale il totalitarismo deve la sua rapida crescita. Ho cercato di dimostrare l’identità  dello storicismo hegeliano con la filosofia del totalitarismo… lo storicismo di Hegel ò diventato il linguaggio di larghe cerchie di intellettuali, anche di candidi antifascisti e uomini di sinistra. Hegel… ò uno scrittore indigeribile e, come anche i suoi più ardenti apologisti devono ammettere, il suo stile ò assolutamente scandaloso. Per quanto riguarda il contenuto dei suoi scritti, egli ò eccelso soltanto nella sua eccezionale mancanza di originalità . La vicenda di Hegel non sarebbe certo degna di essere riferita, se non fosse per le sue più sinistre conseguenze, che mostrano quanto facilmente un clown possa diventare un creatore di storia. Non sembra che sia soltanto un puro caso che Hegel, il quale fece propria tanta parte del pensiero di Eraclito e la trasmise a tutti i moderni movimento storicistici, sia stato un portavoce della reazione contro la Rivoluzione Francese. La filosofia, che al tempo di Platone aveva rivendicato la propria supremazia sullo Stato, diventa con Hegel la (sua) più servile ancella. La filosofia dell’ identità … ò un labirinto nel quale si colgono le ombre di filosofie del passato, di Eraclito, di Platone, di Aristotele, come pure di Rousseau e di Kant e nel quale essi celebrano una specie di sabba delle streghe, pazzamente tentando di confondere ed incantare lo spettatore ingenuo. L’hegelismo sa tutto su tutto. Ha una risposta pronta per ogni domanda. E, del resto, chi può avere la certezza che la risposta non sia vera? Molti dei miei amici mi hanno criticato per l’atteggiamento che ho assunto nei confronti di Hegel e per la mia incapacità  di vederne la grandezza. Essi, naturalmente, avevano senz’altro ragione dato, che ero proprio incapace di vederla. (E lo sono tuttora). Hume Hume… predisse che, a causa dell’astrattezza, del carattere remoto e dell’irrilevanza pratica dei risultati da lui ottenuti, nessuno dei suoi lettori gli avrebbe creduto per più di un’ora. Il filosofo che per primo scorge un nuovo problema, scuote la nostra pigrizia ed il nostro compiacimento. Egli fa per noi ciò che Hume fece per Kant: ci risveglia dal sonno dogmatico e apre davanti a noi un nuovo orizzonte. Kant Kant ci sfida ad usare la nostra intelligenza, anzichè affidarci… all’autorità , di un altro. La si dovrebbe considerare una sfida a non accettare, come guida, neppure l’esperto scientifico, addirittura neppure la scienza stessa. Sebbene fosse un grande ammiratore di Socrate, Kant non fu sufficientemente socratico. Non apprese, a sufficienza, che non sappiamo nulla. Fu la critica di Kant a tutti i tentativi di provare l’esistenza di Dio che condusse alla reazione romantica di Fichte, Schelling e Hegel. Kant fa dell’uomo, il legislatore della moralità , proprio come ne fa il legislatore della natura. In tal modo, gli restituisce il suo posto centrale, tanto nella morale, quanto nell’universo. Kant rese all’uomo la morale, così come gli aveva reso la scienza. Kant credeva che il problema: “Che cosa posso sapere? ” fosse una delle tre questioni più importanti che l’uomo potesse porre. Kant ha mostrato che ogni uomo ò libero, non in quanto nato libero, ma perchè ò nato con… il carico della responsabilità  per la libertà  della propria decisione. Soltanto il Terrore di Robespierre insegnò a Kant… che, in nome della libertà , dell’uguaglianza e della fraternità , si potevano commettere i più ripugnanti delitti… tanto ripugnanti, quanto quelli che si commisero all’epoca delle Crociate, dei processi alle streghe o della Guerra dei Trent’anni, in nome del Cristianesimo. Kierkegaard Kierkegaard, il grande riformatore dell’etica cristiana… denunciò la moralità  ufficiale cristiana del suo tempo, come ipocrisia anti-cristiana ed anti-umanitaria Platone Platone era figlio di un’epoca che ò anche la nostra. Non dobbiamo dimenticare che ò passato soltanto un secolo dall’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti ed ancora meno, dall’abolizione della servitù nell’Europa Centrale. Platone riconosce soltanto un criterio supremo di giudizio, l’interesse dello Stato. Ogni cosa che lo rafforza ò buona… ogni cosa che lo minaccia ò cattiva… Le azioni che servono ad esso sono morali, (quelle) che lo mettono in pericolo, sono immorali. Il codice morale di Platone ò strettamente utilitario… il criterio della moralità  ò l’interesse dello Stato… non ò altro che igiene politica. Platone chiede che i filosofi diventino re e che, viceversa, i re… siano filosofi… non penso si tratti di un suggerimento convincente… i filosofi non mi sembrano particolarmente adatti a questo compito. Contro Platone… si potrebbe sostenere che la sua richiesta ò in realtà  superflua, dal momento che i filosofi stanno già  in ogni modo governando, non ufficialmente, ò vero, ma proprio per questo, tanto più di fatto. Credo che si debba ammettere che, dietro la sovranità  del re filosofo, si cela la ricerca del potere. Il bel ritratto del sovrano ò un autoritratto. Il re filosofo ò Platone stesso e la Repubblica ò la rivendicazione di un potere regale… che pensava gli fosse dovuto, in quanto erede legittimo del martire Crodo, l’ultimo re di Atene, che, secondo Platone, si era sacrificato “per salvare il regno dei figli”. Quale monumento di umana piccolezza ò quest’idea del re-filosofo! Quale contrasto fra essa e la semplicità  di Socrate, che ammoniva l’uomo di Stato dal lasciarsi abbagliare dal proprio potere, dalla propria superiorità  e dalla propria sapienza e che cercava di fargli capire ciò che conta più di tutto: che noi tutti siamo fragili esseri umani. Platone tentò di coinvolgere Socrate nel suo grandioso tentativo di costruire la teoria della società  bloccata e riuscì, senza difficoltà , nel suo intento, perchè Socrate era morto. Platone guarda alla storia, che ò per lui una storia di decadenza sociale, come se fosse la storia di una malattia: il paziente ò la società  e… l’uomo di Stato… un medico, un guaritore, un salvatore. Platone ha in mente… qualcosa di assolutamente diverso quando usa il termine di filosofo… il suo filosofo non ò il devoto ricercatore della sapienza, ma l’orgoglioso possessore di questa: ò un uomo colto, un competente. Platone ed il suo discepolo Aristotele, proposero la teoria dell’ineguaglianza biologica e morale dell’uomo. I greci ed i barbari sono diseguali per natura, l’opposizione tra essi corrisponde a quella tra padroni naturali e schiavi. Quando leggo il resoconto col quale Platone, nella sua famosa lezione “Sul Bene”, sconcertò un uditorio incolto, definendo il bene come “la classe del determinato concepita come unità “, ebbene, la mia simpatia ò tutta per l’uditorio. Protagora Protagora, il primo dualista critico, affermò che la natura non conosce norme e che l’introduzione delle norme ò dovuta all’uomo ed ò la più importante delle conquiste umane. Rousseau Platone… aveva… formulato il suo problema politico chiedendosi: “Chi deve governare? La volontà  di chi deve essere legge? ” Prima di Rousseau, la risposta era: il principe. Rousseau diede una nuova e più rivoluzionaria risposta. Non il principe, ma il popolo deve governare; non la volontà  di un uomo, ma la volontà  di tutti. Russell Russell (ha) ragione quando attribuisce all’epistemologia, conseguenze pratiche per la scienza, per l’ etica e per la politica. Egli dice che il relativismo epistemologico (l’idea che non esiste verità  obiettiva) e il pragmatismo epistemologico (l’idea che la verità  ò identica con l’utilità ), sono strettamente connessi con idee autoritaristiche e totalitaristiche. Senofane L’intuizione che Senofane avesse anticipato di 2500 anni la teoria del sapere congetturale, mi insegnò ad essere modesto. Ma anche l’idea della modestia intellettuale era stata anticipata quasi altrettanto prima. Proviene da Socrate. Schopenhauer (Schopenhauer) scriveva con l’unico desiderio di essere capito e scrisse nel modo più lucido di qualsiasi altro filosofo tedesco. Lo sforzo di farsi comprendere ne fece uno dei pochi grandi maestri della lingua tedesca. Schopenhauer non ò più di moda: la grande moda della nostra epoca post-kantiana e post- razionalistica, ò quel che Nietzsche definiva correttamente nichilismo europeo. Socrate Socrate era… pronto a criticare qualsiasi forma di governo, per le sue insufficienze… ma riconosce l’importanza dell’assoluta lealtà  nei confronti delle leggi dello Stato. La disponibilità  a imparare prova il possesso della sapienza e questa era tutta la sapienza di cui Socrate si proclamava dotato; infatti colui che ò pronto a imparare, ò consapevole di quanto poco sa. Socrate era convinto che si può insegnare a chiunque. Nel Menone… (spiega) ad un giovane schiavo una versione… del teorema di Pitagora, con il proposito di dimostrare che, qualsiasi schiavo ignorante, ha la capacità  di intendere anche materie astratte. Socrate non fu un leader della democrazia ateniese, come Pericle, nè fu un teorico della società  aperta, come Protagora. Egli fu, piuttosto, un critico di Atene e delle sue istituzioni. La formula di Socrate: “abbiate cura della vostra anima” ò un invito all’onestà  intellettuale, allo stesso modo che la formula: “conosci te stesso” ò da lui usata per suggerirci di tener conto delle nostre limitazioni intellettuali. La morte di Socrate ò l’estrema prova della sua sincerità . La sua impavidità , la sua semplicità , la sua modestia, il suo senso della misura, il suo humour, non lo abbandonarono mai. (Socrate) dimostrò che un uomo poteva morire, non soltanto per il destino, per la gloria e per altre grandi cose, ma anche per la libertà  di pensiero e per un amor proprio, che non ha niente a che fare con la presunzione o con la sentimentalità . Socrate intravide che la sfiducia o l’odio per la discussione, ò connesso con la sfiducia o con l’ odio per l’uomo. La mia teoria del pervertimento ad opera di Platone dell’insegnamento di Socrate, non ò così fantastica come può sembrare ai platonici… se il confronto non rendesse troppo onore a Fichte ed a Hegel, si sarebbe tentati di dire: senza Platone non ci sarebbe stato nessun Aristotele e senza Fichte nessun Hegel. L’atteggiamento critico dei Presocratici precorse e preparò il razionalismo etico di Socrate: la convinzione di questi che la ricerca della verità , attraverso la discussione critica ò una condotta di vita, la migliore che conoscesse. Il discorso di difesa e la morte di Socrate hanno fatto dell’idea di uomo libero, una realtà  vivente. Socrate era libero perchè il suo spirito non poteva essere soggiogato, era libero perchè sapeva che non gli si poteva nuocere. Wittgenstein Vi sono (alcuni) che non hanno alcun problema serio, ma che producono… esercitazioni di eleganti metodi. Per loro, la filosofia ò applicazione… piuttosto che ricerca. Essi attirano la filosofia nel pantano degli pseudoproblemi e degli intrighi verbali (il pericolo che vide Wittgenstein) o, inducendoci ad applicarci al compito inutile, di smascherare quelli che essi, a torto o a ragione, considerano psuedoproblemi (il tranello in cui Wittgenstein cadde). Wittgenstein non mostrò alla mosca la strada per uscire dalla bottiglia. Piuttosto, vedo nella mosca, incapace di uscire dalla bottiglia, un impressionante autoritratto di Wittgenstein. Wittgenstein era un caso wittgensteiniano, così come Freud era un caso freudiano. FISICI Copernico Quel che i precursori di Copernico e poi lo stesso Copernico, affermarono fu che tutto ciò che si può spiegare nel sistema geocentrico, si può ugualmente spiegare nel sistema eliocentrico. Einstein Einstein non credeva che la relatività  speciale fosse vera, indicò, fin dall’inizio, che poteva essere… soltanto un’approssimazione. Così… procedette ad una ulteriore approssimazione, la relatività  generale. E sottolineò che nemmeno questa teoria poteva essere vera, ma che era soltanto un’approssimazione. Di fatto, cercò un’ approssimazione migliore per quasi 40 anni, fino alla sua morte. Io non so se Einstein abbia ragione di fronte a Newton: nessuno lo sa. La cosa sicura ò che Einstein ci ha mostrato che Newton doveva possibilmente, o meglio presumibilmente, essere corretto. La teoria di Einstein ha demolito l’autorità  di quella di Newton e con questa, qualcosa di importanza maggiore, l’autoritarismo nella scienza. (Einstein) criticava e verificava severamente le sue teorie. Diceva che produceva ed eliminava una teoria ogni pochi minuti. Galilei Galileo Galilei fu processato dall’Inquisizione e costretto a ritrattare i propri insegnamenti. Ciò causò grande agitazione, per ben duecentocinquanta anni e più. Il caso continuò a suscitare indignazione molto tempo dopo che l’opinione pubblica aveva vinto la sua battaglia e la Chiesa era diventata tollerante nei confronti della scienza. Keplero Keplero… non si stancava mai di sottoporre le sue ipotesi a controlli ingegnosi ed estremamente severi… il suo atteggiamento meravigliosamente autocritico (“Che sciocco sono stato”, scrisse), gli permise di portare grandi contributi alla scienza, malgrado il carattere fantastico di alcune delle sue stupende ipotesi. La confutazione, ad opera di Keplero, dell’ipotesi del moto circolare, sostenuta fino a quel momento (persino da Tycho e da Galileo), porta alle leggi di Keplero e quindi alla teoria di Newton. Keplero… ha cercato di vedere e spiegare il mondo come un tutto. E questo ci riporta ad Anassimandro, e quindi al 500 a. C. Newton La scienza ha avuto inizio dal tentativo audace di comprendere criticamente il mondo in cui viviamo, un’aspirazione antica che si ò realizzata con Newton. Si può sostenere che, l’umanità  ò divenuta pienamente consapevole della propria posizione nell’universo, soltanto a partire da questi. Newton, che fu uno dei più grandi uomini e probabilmente il maggiore di tutti gli scienziati, ha descritto sè stesso come un ragazzino che raccoglie sassolini e conchiglie sulla spiaggia, mentre davanti a lui si estende una regione ignota: il mare. Newton ci ha fatto capire per la prima volta, qualcosa dell’universo in cui viviamo. Per la prima volta abbiamo avuto buoni motivi per ritenere di possedere una teoria vera. Newton… rimase un filosofo e, nonostante il perfezionismo che invade le sue opere, rimase un pensatore critico, un ricercatore che dubitò sempre delle proprie teorie. FUTURO Affermo che dobbiamo tracciare una separazione molto netta tra il passato, che noi possiamo e dobbiamo giudicare ed il futuro, che ò decisamente aperto e può venir da noi influenzato. Il futuro ò aperto: oggettivamente aperto. Soltanto il passato ò fisso. Esso ò stato realizzato e pertanto ò trascorso. Il futuro ò decisamente aperto. Esso dipende da noi; da tutti noi… da quello che facciamo e faremo, oggi e domani e dopodomani. Quello che facciamo e faremo dipende, a sua volta, dai nostri pensieri e dai nostri desideri, dalle nostre speranze e dalle nostre paure… da come vediamo le possibilità  disponibili del futuro. Questo comporta una grande responsabilità . Dobbiamo avere un atteggiamento completamente differente da quello consistente nel tentativo di fare estrapolazioni dalla storia e, per così dire, andare avanti nel futuro sui binari della storia. Non dobbiamo atteggiarci a profeti, ma soltanto cercare di agire in modo moralmente giusto e responsabile… (dobbiamo) imparare a guardare il presente correttamente e non attraverso gli occhiali deformanti di una ideologia Il futuro dipende da noi stessi e noi non dipendiamo da alcuna necessità  storica. Sul treno che mi portava a Londra, nel mio scompartimento, c’erano due studenti, seduti l’uno di fronte all’altro, un ragazzo che leggeva un libro ed una ragazza che leggeva un giornale di sinistra. All’improvviso la ragazza chiese: “Chi ò questo Karl Popper? “. E il ragazzo replicò: “Mai sentito nominare”. Ecco la fama. (Poi venni a sapere che nel giornale c’era un attacco a La Società  Aperta). ARTE Chiunque abbia visto le grandi opere del passato, per esempio quelle di Michelangelo, deve ammettere che vi ò un declino dell’arte. C’ò un episodio toccante che riguarda il compositore Joseph Haydn. In età  avanzata egli compose “La creazione”… eseguita, per la prima volta, nell’aula magna dell’antica Università  di Vienna… dopo aver ascoltato il meraviglioso coro introduttivo, scoppiò in lacrime e disse: “Non sono stato io a scriverlo. Non potrei averlo fatto”. Credo che ogni grande opera d’arte trascenda l’ artista. COMPUTER I computers sono molto importanti… ma non dovrebbero essere sopravvalutati. Einstein, prima dell’era dei computer, disse: “La mia matita ò più intelligente di me”… un computer non ò altro che una matita sofisticata… valutiamo, dunque, nelle giuste proporzioni, non soltanto gli uomini, ma anche i computers. Un computer non ò altro che una matita glorificata: una matita più grande, più efficiente e… incredibilmente costosa. àˆ ovvio che non produrremmo queste supermatite incredibilmente costose, se non fossero migliori delle matite ordinarie. Io non credo che i computers saranno mai in grado di inventare nuovi, importanti problemi, o nuovi valori. Nulla ci vieta di ammettere l’analogia tra cervello e computer, (ma) si può far notare come il computer sia impotente senza il programmatore. Sono accadute tante cose incredibili… ma io prevedo che non saremo in grado di costruire computers elettronici, dotati di esperienza soggettiva cosciente. EPISTEMOLOGIA Confutazione/Falsificazione/Controllabilità  Il criterio dello stato scientifico di una teoria ò la sua falsificabilità , confutabilità , o controllabilità . Una teoria si dirà  tanto meglio corroborata, quanto più severi sono i controlli che essa ha superato (e quanto meglio li ha superati). Ogni confutazione dovrebbe essere considerata un grande successo, non soltanto per lo scienziato che ha condotto la critica, ma anche per quello che ha creato la teoria confutata. Anch’io preferisco aver ragione ed ò proprio (per questo) che preferisco correggermi o, se necessario, essere corretto da altri. Perciò, cerco sempre di scoprire i difetti nei miei stessi argomenti, vale a dire, di criticarli e di confutarli. Quelli tra di noi che non espongono volentieri le loro idee al rischio della confutazione, non prendono parte al gioco della scienza. Alcuni pensatori hanno creduto che la verità  di una teoria potesse inferirsi dalla sua inconfutabilità . Si tratta però di un errore banale, se si considera che possono esservi due teorie incompatibili, egualmente inconfutabili. Dato che due teorie incompatibili, non possono essere entrambe vere, dal fatto che entrambe sono inconfutabili, comprendiamo che l’inconfutabilità  non comporta la verità . Giunsi sul finire del 1919, alla conclusione che l’atteggiamento scientifico era l’atteggiamento critico, che non andava in cerca di verificazioni, bensì di prove cruciali… che avrebbero potuto confutare la teoria messa alla prova, pur non potendola mai confermare definitivamente. L’autocontraddizione ò… il principale criterio di falsità , poichè nella critica cerchiamo sempre di scoprire se ciò che viene sottoposto a critica ò in contraddizione con qualcos’altro. Gli esempi classici di come aspettative inconsce possano diventare consce sono: inciampare in un gradino (Pensavo che qui non ci fosse niente), sentire che l’orologio si ferma (Non ero consapevole del suo ticchettio, ma ho sentito quando si ò fermato). Il nostro organismo stava anticipando, inconsciamente, certi eventi, ci siamo resi conto del fatto, soltanto dopo che le nostre aspettative erano state deluse, o falsificate. Nonostante… io non creda nella possibilità  di un criterio di verità , ne ho proposto uno di demarcazione – il criterio di falsificabilità . Il tentativo ò sempre una congettura e… l’errore ò sempre una selezione e dunque una falsificazione. Gli astrologi si (vantano) del fatto che le loro teorie si basano su un enorme numero di verifiche. Questa affermazione non ò mai stata seriamente indagata e non vedo motivo per cui non dovrebbe essere vera. Tuttavia, non ò affatto interessante sapere quanto spesso l’astrologia sia stata verificata. La questione ò se sia mai stata seriamente controllata, mediante sinceri tentativi di falsificarla. àˆ un tipico trucco degli indovini predire gli eventi in modo così vago che difficilmente le predizioni possono risultare false ed esse diventano perciò inconfutabili. La psicanalisi non esclude nessun possibile comportamento umano… non afferma che ò impossibile… che un uomo faccia una cosa o un’altra, di conseguenza, qualsiasi cosa un uomo faccia, diviene una conferma della teoria psicanalitica. Se un uomo getta in acqua un bambino e con ciò mette a repentaglio la sua vita…. ò (un fatto) psicanaliticamente spiegabile quanto… il fatto che quest’uomo getta in acqua un bambino per ucciderlo. La psicoanalisi può di principio spiegare ogni insolito comportamento umano. Essa, pertanto, non ò empiricamente falsificabile, non ò controllabile. Ciò che trovai sorprendente (nella psicanalisi e nell’interpretazione materialistica della storia di Marx), era l’affermazione che esse erano “verificate” o “confermate” da un flusso incessante di evidenza osservativa… Un marxista non poteva guardare un giornale senza trovare… testimonianze che verificavano la lotta di classe e le trovava anche… in ciò che il giornale non diceva. E uno psicanalista… avrebbe detto che trovava le sue teorie verificate ogni giorno… dalle sue osservazioni cliniche. Induzione L’idea dell’induzione ò legata ad un pregiudizio molto diffuso. “Come sappiamo? “: questo ò il problema. La risposta consueta ò: “Ebbene, apro gli occhi, mi guardo attorno e quindi so”. Due dei maggiori scienziati che compresero chiaramente che non esisteva nulla di simile a un procedimento induttivo e che intesero, con chiarezza, la teoria della conoscenza da me ritenuta vera, furono Galileo e Einstein. Credo che l’asserzione che noi precediamo per induzione sia un vero e proprio mito e che le presunte prove, a favore di questo presunto fatto siano, in parte inesistenti e in parte ottenute interpretando erroneamente i fatti. Il positivismo non ò nient’altro che un’estesa generalizzazione dell’idea di induzione, dal particolare al generale. La credenza che noi facciamo uso dell’induzione ò semplicemente un errore. àˆ una specie di illusione ottica. Ipotesi ad hoc Alcune teorie genuinamente controllabili, dopo che si sono rivelate false, continuano ad essere sostenute dai loro fautori… con l’introduzione, ad hoc, di qualche assunzione ausiliare, o con la reinterpretazione ad hoc della teoria, in modo da sottrarla alla confutazione. (L’ipotesi ad hoc) ò sempre possibile, ma essa può salvare la teoria scientifica dalla confutazione, soltanto al prezzo di distruggere, o almeno pregiudicare, il suo stato scientifico. Ho descritto… una tale operazione di salvataggio come una mossa o stratagemma convenzionalistico. àˆ sempre possibile trovare qualche scappatoia per sfuggire alla falsificazione: per esempio introducendo ad hoc un’ipotesi ausiliaria, oppure trasformando, ad hoc, una definizione. Teorie/Congetture Una storia che racconto spesso ò quella di una comunità  indiana che riteneva la vita sacra, anche quella delle tigri. Di conseguenza, la comunità  scomparve ed insieme ad essa, la teoria che la vita delle tigri ò sacra. Ma la conoscenza oggettiva ò diversa: possiamo sacrificare le nostre teorie al nostro posto. Lasciamo che le nostre congetture e le nostre teorie muoiano al posto nostro! Dobbiamo ancora imparare ad uccidere le nostre teorie invece di ucciderci l’un l’altro. Non abbiamo alcun motivo per ritenere la nuova teoria migliore dell’antica… fino a che non abbiamo derivato dalla nuova teoria nuove previsioni, che non potevano ottenersi dalla vecchia. Una teoria può essere vera anche se nessuno vi crede ed anche se non abbiamo ragioni di pensare che sia vera. Un’altra teoria può essere falsa, anche se abbiamo ragioni comparativamente valide per accettarla. àˆ sempre difficile interpretare le teorie più recenti, le quali lasciano talora perplessi i loro stessi ideatori, come capitò a Newton. Tutte le teorie, restano essenzialmente provvisorie, congetturali, o ipotetiche, anche quando non ci sentiamo più in grado di dubitare di esse. Non vi ò dose di ingegnosità  che possa assicurare la costruzione di una teoria efficace. Occorre anche la fortuna, come pure un mondo, la cui struttura matematica non sia a tal punto intricata da rendere impossibile qualsiasi progresso. Si potrebbe dire che ò soltanto un accidente storico che una teoria sia confutata dopo sei mesi, anzichè dopo sei, o seicento anni. Una teoria falsa può rappresentare una grande conquista, quanto una vera. Molte teorie false hanno giovato alla ricerca della verità  più di altre, meno interessanti, ancor oggi accettate. Ogni teoria razionale, non importa se scientifica o filosofica, ò tale nella misura in cui cerca di risolvere determinati problemi. Una teoria ò comprensibile e ragionevole soltanto in rapporto a una data situazione problematica e può essere discussa razionalmente soltanto discutendo tale rapporto. Leucippo considera l’esistenza del moto come una parziale confutazione della teoria di Parmenide che il mondo sia pieno e privo di moto. Questo porta alla teoria degli “atomi e del vuoto” (ed) ò la base della teoria atomica. Le teorie scientifiche si distinguono dai miti soltanto in quanto criticabili e suscettibili di modifiche alla luce della critica. Non possono venir nè verificate nè rese più probabili. Le teorie sono reti gettate per catturare quello che noi chiamiamo il “mondo”, per razionalizzarlo, per spiegarlo, per dominarlo. Ci sforziamo di rendere la trama sempre più sottile. Non accade mai che un bel giorno vecchi esperimenti diano risultati nuovi. Ciò che accade ò che nuovi esperimenti fanno cadere una vecchia teoria. Possiamo riassumere l’evoluzione delle teorie col seguente diagramma: P1 TT EE P2. Un problema (P1) dà  origine a tentativi per risolverlo con teorie provvisorie (TT). Queste sono sottoposte a un processo critico di eliminazione dell’errore (EE). Gli errori… danno origine a nuovi problemi (P2). La distanza tra il vecchio ed il nuovo problema ò spesso molto grande: essa indica il progresso fatto. Un vecchio paesano delle montagne tirolesi (riteneva) che il tuono fosse il rumore provocato dalla collisione di nuvole e il fulmine, una scintilla molto calda, dovuta alla loro frizione. Non ho dubbi che… questa teoria… debba essere meno sospetta… di quella più sofisticata, adottata dai meteorologi moderni. Noi non conosciamo, congetturiamo soltanto. ESPERIENZA L’esperienza consiste sostanzialmente in questo: che uno ha fatto molti errori e li ha superati L’esperienza ò ciò che dice “no”… i tentativi che non hanno successo e che quindi sono errori, vengono eliminati. Siffatta eliminazione porta, in qualche maniera, a nuovi tentativi. àˆ l’unicità  delle nostre esperienze che… rende le nostre vite degne di essere vissute. L’esperienza si acquisisce imparando dai nostri errori, piuttosto che accumulando o associando osservazioni. Non per caso andiamo a inciampare nelle nostre esperienze e neppure le lasciamo scorrere su di noi, come una corrente. Invece, dobbiamo essere attivi: dobbiamo fare le nostre esperienze. Tramite l’esperienza di gioia e dolore la coscienza viene in aiuto all’organismo nei suoi viaggi di esplorazione, nei suoi processi vitali di apprendimento. EVOLUZIONE/SELEZIONE NATURALE Non esiste niente altro, in tutta l’evoluzione animale a noi nota, che si sia trasformato più velocemente del cervello umano. L’origine e l’evoluzione della conoscenza coincidono con l’origine e con l’evoluzione della vita, entrambe strettamente correlate con l’ origine e l’evoluzione della terra. La teoria dell’evoluzione collega la conoscenza e con essa, noi uomini, col cosmo. Così il problema della conoscenza diventa un problema cosmologico. L’evoluzione ò il prodotto del passato, ma con lo sguardo puntato sull’anticipazione del futuro. La natura ha lavorato alla vita con uno scalpello tremendamente crudele… ha scolpito tutte le cose che noi ammiriamo nella vita, sotto forma di adattamenti. La cellula primitiva esiste ancora. Tutti noi siamo la cellula originaria, non si tratta di un’immagine, di una metafora, ma di una verità  che va presa alla lettera. Suppongo che la vita e più tardi la mente… siano apparse in un universo che fino a quel punto ne era privo. La vita… emerse dalla materia inanimata e non sembra del tutto impossibile che un giorno, sapremo come ciò sia avvenuto. Non abbiamo la più pallida idea del livello evolutivo in cui comparve la mente. Io considero l’ apparizione della mente un evento importantissimo nell’evoluzione della vita. àˆ la mente che illumina l’universo e ritengo importante l’opera di grandi scienziati, come Darwin, proprio perchè essa contribuisce molto a questa illuminazione. IDEE Le idee sono ciò che l’uomo possiede di più prezioso. Non abbiamo mai abbastanza idee. Ciò di cui soffriamo ò la povertà  di idee. Abbiamo troppo poche idee per la critica delle idee. La critica stessa ha bisogno sempre e di continuo di nuove idee critiche. Le nuove idee dovrebbero essere considerate preziose e coltivate con attenzione, in particolare, se appaiono… temerarie. Non intendo sostenere che dovremmo accettarle entusiasticamente, soltanto per amore della novità , ma dovremmo guardarci dal sopprimerle, persino nei casi in cui non ci convincano troppo. Le idee, specialmente le nuove idee, possono essere soltanto l’opera di singoli individui, anche se possono essere chiarite e perfezionate in collaborazione con pochi altri. Troppi dollari possono dare la caccia a troppo poche idee. Certo il progresso resta possibile, anche in queste sfavorevoli circostanze. Tuttavia, lo spirito della scienza ò in pericolo… l’ esplosione delle pubblicazioni (può) uccidere le idee, che già  troppo rare, vengono sommerse dalla piena Io penso che le idee siano cose pericolose e potenti e che anche i filosofi abbiano, talora, prodotto idee. Il mondo ò governato dalle idee, idee sia buone che cattive e perciò da chi le idee le produce, vale a dire dai filosofi, per quanto raramente da filosofi professionisti. La maggior parte delle idee creative sono raggiunte per via intuitiva e quelle che non lo sono, sono il risultato della confutazione critica di idee intuitive. Credo nel potere delle idee… anche (in quello) delle idee false e pericolose. E credo (nella) battaglia delle idee. àˆ questa una scoperta dei Greci… una delle più importanti invenzioni mai compiute… la possibilità  di combattere con le parole, invece che con le armi, ò la base stessa della nostra civiltà  e di tutte le sue istituzioni legali e parlamentari. Profeti e anche falsi profeti, possono muovere le montagne; la stessa cosa possono fare le idee, anche se erronee. Fortunatamente, vi sono occasioni in cui ò possibile combattere le idee erronee con quelle giuste. A causa della sua teoria eliocentrica, Aristarco fu accusato di empietà  da Cleante. Ma questo non basta a spiegare l’obliterazione di quella teoria. Sappiamo che… fu ripresa, un secolo dopo, da un autorevole astronomo, Seleuco. Eppure, per qualche oscura ragione, soltanto alcune brevi citazioni della teoria sono sopravvissute. Ecco un eclatante caso della nostra incapacità  a mantenere vive le idee alternative. INTELLETTUALI/INTELLETTUALISMO Perchè penso che noi, gli intellettuali, possiamo dare un aiuto? Semplicemente perchè… abbiamo provocato i danni più terribili. Lo sterminio di massa in nome di un’idea, di una dottrina, di una teoria. Questa ò la nostra opera, la nostra invenzione: invenzione di intellettuali. Quando dico noi, intendo parlare degli intellettuali, cioò di uomini che sono interessati alle idee, quindi, in particolare, coloro che leggono e forse anche scrivono. La cosa peggiore ò quando gli intellettuali tentano di atteggiarsi a grandi profeti agli occhi dei loro simili e di impressionarli con filosofie oracolari. Gli intellettuali, ivi compresi gli scienziati, sono soggetti a cadere bocconi davanti alle ideologie e alle mode intellettuali. Gli intellettuali non sanno niente. La loro immodestia, la loro presunzione ò il più grande ostacolo alla pace sulla terra. La speranza più grande ò che essi, pur essendo arroganti, non siano così stupidi da non capirlo. Sono dell’avviso che sia particolarmente importante che gli intellettuali abbandonino ogni tipo di arroganza intellettuale. La realtà , purtroppo, ò che, tra gli intellettuali, ò ampiamente diffuso il desiderio di imporsi agli altri e, come dice Schopenhauer, non di istruirli, ma di ingannarli. Mirare alla semplicità  ed alla chiarezza ò un dovere morale degli intellettuali: la mancanza di chiarezza ò un peccato e la pretenziosità  ò un delitto. Ogni intellettuale ha una responsabilità  del tutto particolare. Ha il privilegio e la possibilità  di studiare. Per questo egli ha contratto il debito, nei confronti dei propri simili, di presentare il frutto del suo studio, nella forma più chiara, più semplice e più dimessa possibile. Sotto l’idea di ortodossia e di eresia, si celano i vizi più meschini, quei vizi cui gli intellettuali sono particolarmente inclini: arroganza, prepotenza, vanità  intellettuale, saccenteria. Sono questi vizi meschini, non grandi vizi, come la crudeltà . Il dovere di ogni intellettuale… ò di non atteggiarsi a profeta. Vedo nell’intellettualismo, irrazionale e mistico… la sottile malattia intellettuale del nostro tempo… ma, nonostante la sua superficialità , ò una malattia pericolosa, a causa dell’ influenza che esercita nel campo del pensiero sociale e politico. Nel 1930, mi divertivo scherzando sul fatto che, molti studenti vanno all’Università , non con la speranza di trovarvi un grande regno del sapere… ma per imparare come si parla in modo incomprensibile e pomposo. Questa ò la tradizione dell’intellettualismo. Non tengo in alcun conto i quozienti intellettuali… questa (ò) una delle grandi assurdità  del nostro tempo ed ò molto probabile che… porterà  l’America a perdere la prossima guerra, giacchè i generali americani sono scelti in base al quoziente intellettuale. LIBERTà àˆ chiaro che la mia libertà  deve avere dei limiti. Come disse una volta un giudice americano: “Il limite della tua libertà  di muovere i tuoi pugni come ti pare e piace ò il naso del tuo vicino”. La compatibilità  della mia libertà  con la tua, dipende dal fatto che entrambi… rinunciamo ad usare la violenza, l’uno nei confronti dell’altro. Io non ti colpirò con un pugno e tu non colpirai me. Vedi dunque che la nostra libertà  ò limitata. Abbiamo bisogno dello Stato e delle sue leggi, per far sì che gli inevitabili limiti della libertà  dei cittadini siano uguali per tutti. In tal modo l’idea della libertà  conduce inevitabilmente all’idea di uguaglianza. Il desiderio di libertà  ò qualcosa di originario… che troviamo già  negli animali… e nei bambini piccoli… In campo politico, però, la libertà  diventa un problema (perchè) la libertà  illimitata di ogni singolo, rende impossibile la convivenza umana. Quando sono libero di fare tutto ciò che voglio, allora sono anche libero di derubare gli altri della loro libertà . Gli uomini considerano (la libertà ) come qualcosa di scontato e perdono la vigilanza contro i pericoli che (la) minacciano. La lotta per la libertà  può fallire in molti modi: può degenerare in terrorismo, come accadde nella Rivoluzione Francese e in quella Russa. Può condurre alla più dura schiavitù… la libertà  non garantisce il millennio. Noi non scegliamo la libertà  politica perchè ci promette questo o quello… (ma) perchè rende possibile l’unica forma di convivenza umana… in cui noi possiamo essere pienamente responsabili di noi stessi. Se realizziamo le sue possibilità , ciò dipende da parecchie cose messe insieme e, prima di tutto, anche da noi stessi. Se allentiamo la vigilanza e se non rafforziamo le istituzioni democratiche, nel momento stesso in cui conferiamo maggior potere alla Stato, mediante la pianificazione interventista, possiamo perdere la nostra libertà  e, se la libertà  ò perduta, tutto ò perduto, compresa la pianificazione. La decisione di opporsi alla schiavitù, non dipende dal fatto che tutti gli uomini sono nati liberi ed uguali… anche se tutti nascessero liberi, alcuni potrebbero tentare di mettere altri in catene. Inversamente, anche se gli uomini nascessero in catene, molti di noi potrebbero invocare la soppressione di queste catene. L’anarchismo ò un’esagerazione dell’idea di libertà . L’idea di libertà  esige che si deve dominare e governare il meno possibile… e tanto poco, quanto ciò ò compatibile con le nostre idee di giustizia, di uguaglianza e libertà . Un male ancora peggiore della contrapposizione tra ricchezza e povertà  ò la contrapposizione tra illibertà  e libertà , tra una nuova classe, cioò la dittatura al potere ed i concittadini sgraditi, messi al bando nei campi di concentramento o altrove. Quella vaga e non ben afferrabile essenza, chiamata opinione pubblica, ò molto spesso più illuminata e saggia dei governi, ma senza i freni di una forte tradizione liberale, rappresenta un pericolo per la libertà . Non può esservi alcuno sviluppo scientifico senza una libera competizione del pensiero… e non può esservi libera competizione nel pensiero scientifico, senza che vi sia libertà  per ogni pensiero. Non potrebbe esserci niente di meglio che vivere una vita modesta, semplice e libera, in una società  egualitaria. Mi ci volle un po’ di tempo per riconoscere che… la libertà  ò più importante dell’uguaglianza, che il tentativo di attuare l’uguaglianza ò di pregiudizio alla libertà  e che, se va perduta la libertà , tra non liberi, non c’ò nemmeno uguaglianza. LIBRI La scoperta di Gutenberg, nel XV secolo ed il grande allargamento del mercato librario, prodotto dalla stampa, portarono ad una analoga rivoluzione culturale: l’Umanesimo. Nessun libro può essere mai compiuto. Mentre lavoriamo attorno ad esso, impariamo abbastanza da trovarlo immaturo nel momento in cui ce ne distacchiamo. Ritengo il libro il più importante bene culturale dell’Europa e forse dell’umanità … anche per il ruolo predominante che hanno avuto ed hanno, tuttora, i libri nella mia vita. La cultura europea vera e propria ebbe inizio con la prima pubblicazione, in forma di libro, delle opere di Omero, che esistevano già  da circa trecento anni, ma che, nella loro totalità , erano note soltanto ai declamatori di professione, ai rapsodi omerici. Atene imparò a leggere, libri vennero ricopiati e pubblicati… immediatamente dopo, Atene divenne la guida delle popolazioni greche nelle guerre di liberazione contro i Persiani. Questa fu, in breve, la nascita dell’idea della libertà  e della civiltà  europea. Quel prodigio culturale che fu l’Atene del V secolo a. C. ò spiegabile, in gran parte, con la scoperta ateniese del mercato librario e questa scoperta spiega anche la democrazia ateniese. Ad Atene sorse il primo mercato librario d’Europa. Tutti ad Atene leggevano Omero. Fu il primo sillabario e la prima Bibbia d’Europa. Vennero poi Esiodo, Pindaro, Eschilo ed altri poeti. Atene imparò a leggere e a scrivere. E diventò democratica. Il ritratto che di me il professor Levinson ha dipinto, mi ha indotto a dubitare della verità  del mio stesso ritratto di Platone. Se ò possibile ricavare dal libro di un autore vivente, una immagine così distorta delle sue dottrine, che speranza possiamo avere di fare qualcosa che assomigli a un ritratto vero di un autore nato ventiquattro secoli fa? LINGUAGGIO Il nostro linguaggio ò lungi dall’essere perfetto, ma ò straordinariamente efficace. Straordinariamente potente. Il linguaggio ci permette di dissociarci dalle nostre stesse ipotesi e di valutarle criticamente. Mentre un animale non critico può essere eliminato, assieme con le sue ipotesi, conservate in modo dogmatico, noi siamo in grado di formularle e di criticarle. La lingua funziona come un riflettore che pone, nel centro del cono di luce, i fatti che descrive. Pertanto, la lingua non soltanto interagisce con la nostra mente, ma ci aiuta anche a vedere cose che mai avremmo visto senza di essa. Un Robinson Crosue (abbandonato in pieno deserto fin dalla prima infanzia), può essere ingegnoso abbastanza da padroneggiare molte situazioni difficili, ma non saprebbe inventare nè il linguaggio nè l’arte dell’argomentazione. Noi stessi e il nostro linguaggio abituale siamo più emotivi che razionali, ma possiamo cercare di diventare un po’ più razionali ed avvezzarci ad usare il linguaggio come uno strumento, non di autoespressione… ma di comunicazione razionale. Il linguaggio umano ci dà  la possibilità  di essere non soltanto soggetti, ma anche oggetti del nostro stesso pensiero critico… ciò ò reso possibile dal carattere sociale del linguaggio, dal fatto che noi possiamo parlare degli altri e possiamo capirli quando parlano di loro stessi. La lingua ò una delle più importanti istituzioni della vita sociale… come mezzo di comunicazione razionale. L’uso per la comunicazione di emozioni ò molto meno importante, perchè possiamo comunicare una grande quantità  di emozioni, senza dire una parola. Una delle caratteristiche del linguaggio umano ò che noi produciamo costantemente frasi nuove, mai formulate prima e le comprendiamo. Il progresso più grande e più importante che ò stato raggiunto nello sviluppo dell’uomo e che ha fatto dell’uomo l’uomo, ò lo sviluppo del linguaggio. Nostro orgoglio dovrebbe essere l’insegnare a noi stessi, meglio che possiamo, a parlare sempre nel modo più semplice, chiaro e meno pretenzioso possibile ed evitare, come la peste, l’aria di chi possiede una conoscenza troppo profonda, per poter essere espressa con semplicità  e chiarezza. La precisione e l’esattezza non sono valori intellettuali in sè stessi e non dovremmo cercare di essere più precisi o esatti di quanto non sia richiesto dal problema in questione. Chi non ò capace di enunciare qualcosa con chiarezza e semplicità , deve tacere e continuare il proprio lavoro, finchè non sarà  pervenuto ad una chiara enunciazione. Ciò che ho chiamato peccato contro il Sacro Spirito ò la verbosità , la simulazione di una saggezza che non possediamo. La ricetta: tautologie e banalità  condite di assurdità  paradossali. Scrivi ampollosità  ardue da capire e aggiungi qua e là  banalità . Questo piace al lettore, che ò lusingato di ritrovare in un libro tanto profondo pensieri che egli ha già  avuto in passato. Mai litigare sulle parole. I problemi verbali non sono importanti e dovrebbero sempre essere evitati, anche se, sfortunatamente, raramente vengono evitati dai filosofi. Dovremmo ridurre al minimo il gergo scientifico, quel gergo di cui ciascuno di noi si inorgoglisce come di un’armatura. Credo che la semplicità  e la chiarezza siano valori in sè stesse, ma non che lo siano la precisione o l’esattezza. La chiarezza e la precisione sono obiettivi diversi e, a volte, persino incompatibili. Dobbiamo smetterla di preoccuparci delle parole e dei loro significati, per preoccuparci invece delle teorie criticabili, dei ragionamenti e della loro validità . Lo stile delle parole altisonanti, oscure, d’effetto ed incomprensibili, non dovrebbe più essere ammirato, addirittura non dovrebbe più essere tollerato dall’intelletto. Dal punto di vista intellettuale, ò irresponsabile. Chi ha da dire qualcosa di nuovo e di importante, ci tiene a farsi capire. Farà  perciò tutto il possibile per scrivere in modo semplice e comprensibile. Niente ò più facile dello scrivere difficile. Non possiamo parlare, senza manifestare i nostri sentimenti. Non possiamo comunicare, senza suscitare dei sentimenti nelle altre persone. Pertanto, non possiamo descrivere, senza esprimere noi stessi e senza suscitare sentimenti. Ricorda che ò impossibile parlare in modo tale che tu non possa essere frainteso: ci sarà  sempre qualcuno che ti fraintenderà . Non sono le parole che contano, ma ciò che intendiamo dire per mezzo di esse. Si comincia a scrivere quando si ritiene di avere la cosa completamente nella mente. Ma quando essa sta lì dopo molte e molte correzioni, ò qualcosa di molto diverso da ciò che avevo in mente, e ho imparato molto cercando di scriverla, di correggerla e di migliorarla. MARX/MARXISMO La speranza di ridurre la miseria e la violenza e di aumentare la libertà , fu tra i motivi ispiratori di Marx… tuttavia, questi obiettivi non possono essere realizzati con metodi rivoluzionari… (che) possono soltanto… aumentare le sofferenze, generando una più diffusa violenza e distruggendo, inevitabilmente la libertà . Marx… ci aperse gli occhi e ce li rese più acuti in molti modi. Un ritorno alla scienza sociale pre-marxiana ò inconcepibile. Tutti… hanno un debito nei confronti di Marx, anche se non lo sanno. Ciò ò particolarmente vero nel caso di coloro (e questo ò anche il mio caso) che dissentono dalle sue dottrine. Marx fece un onesto tentativo di applicare metodi razionali ai più urgenti problemi della vita sociale. Il valore di questo tentativo non risulta compromesso dal fatto che… ò, per larga parte, fallito. Ritengo ciò che ha fatto Marx interessante ed importante. Ma, come tante altre cose, ha avuto conseguenze infelici. Sono convinto che l’economismo di Marx ò sbagliato ed insostenibile. Ritengo che l’esperienza della realtà  sociale mostri che l’influenza delle idee può superare in importanza e sostituirsi alle forze economiche. La sua sincerità  nella ricerca della verità  e la sua onestà  intellettuale distinguono (Marx), a mio giudizio, da molti dei suoi seguaci. Marx fu… un falso profeta… del corso della storia e le sue profezie non sono risultate vere, ma questa non ò la mia accusa maggiore. àˆ molto più importante il fatto che egli sviò un gran numero di persone intelligenti, portandole a credere che la profezia storica sia il modo scientifico di approccio ai problemi sociali. Marx ò responsabile della rovinosa influenza del metodo di pensiero storicista, nelle file di coloro che vogliono far avanzare la causa della società  aperta. Le ricerche economiche di Marx non sfiorano neppure i problemi di una politica economica costruttiva, per esempio della pianificazione economica. Come Lenin riconosce, non si trova neppure una parola sull’economia del socialismo, nell’opera di Marx. La scena della storia (affermò Marx), ò inquadrata in un sistema sociale che ci vincola tutti: ò inquadrata nel regno della necessità . (Ma un giorno le marionette distruggeranno questo sistema e realizzeranno il regno della libertà ). Marx fu indotto a ritenere che i lavoratori non possono sperare molto dal miglioramento di un sistema legale che… assicura, parimenti ai ricchi ed ai poveri, la libertà  di dormire sulle panchine dei giardini e che minaccia, parimenti agli uni ed agli altri, la condanna, qualora tentino di vivere senza mezzi visibili di sussistenza. L’ingenua convinzione (di Marx) che, in una società  senza classi, il potere dello Stato perda la sua funzione ed “si estingua”, dimostra che egli non ebbe coscienza del paradosso della libertà  e che, non comprese mai la funzione che… lo Stato può e deve svolgere, al servizio della libertà  e dell’umanità . Ciò che Marx tenta di dimostrare ò che ci sono soltanto due possibilità : che un mondo terribile debba continuare per sempre o che un mondo migliore debba alla fine emergere e non val certo la pena di considerare seriamente la prima alternativa. Marx visse abbastanza a lungo da vedere realizzate riforme che, secondo la sua teoria, sarebbero state impossibili. Ma egli non riconobbe mai che, questi miglioramenti nella sorte dei lavoratori, erano, nello stesso tempo, confutazione della sua teoria. Marx parlò di guerra. I suoi avversari lo ascoltarono attentamente, poi cominciarono a parlare di pace e ad accusare i lavorator

  • Filosofia del 1900

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti