Tesina - Specchio, specchio delle mie brame... - Studentville

Tesina - Specchio, specchio delle mie brame...

con la mia tesina ho voluto ripercorrere la storia della creazione di biancaneve e i sette nani, relazionandola al contesto storico della germania del terzo reich. in seguito ho preso in considerazione due fiabe, tra cui la stessa biancaneve, dal punto d

Tesina: Umanistica[br] Di: Maria Beatrice L. [br] Tipo Scuola: Liceo Scientifico [br][br] [b]Abstract:[/b] [br]L’idea di scrivere una tesina incentrata inizialmente sul tema di Biancaneve è nata per caso, leggendo su internet la recensione di un libro di Stefano Poggi, La vera storia della regina di Biancaneve, dalla Selva Turingia a Hollywood; il testo racconta, pagina dopo pagina, le varie fasi della creazione di Biancaneve e i sette nani, il primo lungometraggio prodotto dai Walt Disney Studios, prestando particolare attenzione alla figura di Grimhilde, la matrigna cattiva, la cui immagine ricorda quella della statua medioevale di Uta di Ballenstedt, collocata nel Duomo di Naumburg. Ciò che mi ha sorpreso maggiormente andando avanti con la lettura, oltre a scoprire che il Führer amava molto le avventure di Topolino, è stato capire come un cartone animato, apparentemente prodotto per i bambini ed estraneo al contesto storico del suo tempo, potesse in realtà suscitare così tante polemiche, soprattutto dal punto di vista politico. Per questo, nella prima parte della mia tesina, ho deciso di ripercorrere la storia della realizzazione di Biancaneve e i sette nani, evidenziando in particolare sia le scelte dei fratelli Disney per la creazione del loro capolavoro, sia le reazioni suscitate in seguito alla sua prima proiezione, avvenuta a Los Angeles alla fine del 1937. Successivamente ho preso in considerazione Biancaneve e La Bella e la Bestia non come semplici fiabe da raccontare ai più piccoli per farli addormentare, ma come strumenti per stimolare i bambini ad affrontare i loro difficili problemi interiori e, contemporaneamente, per suggerire soluzioni ai loro turbamenti, facendo leva sull’immaginazione e sulla fantasia. Il proposito di tutte le fiabe, infatti, non è quello di comunicare utili informazioni circa il mondo esterno o di dare insegnamenti sui modi corretti di comportarsi nel mondo (come invece fanno le favole o la religione) ma di chiarire i processi interiori che hanno luogo nei bambini attraverso immagini che parlano direttamente al loro inconscio e che hanno come obiettivo lo sviluppo del Super-Io. In particolare, i bambini hanno bisogno di essere posti di fronte a immagini simboliche che diano loro il coraggio di lottare per districarsi dalle difficoltà generate dal complesso di Edipo , il problema cruciale dell’infanzia che si sviluppa tra i tre e i cinque anni, superata la cosiddetta fase orale. In realtà la fiaba rappresenta un genere narrativo che, come la saga, la leggenda, l’aneddoto, rientra nell’ambito dei cosiddetti racconti popolari, antichi quanto la comunicazione orale umana, i quali comprendono tutti i racconti trasmessi con continuità per periodi più o meno lunghi, indipendentemente dal loro contenuto, dall’epoca, dal luogo in cui vengono narrati e

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