1 studente su 5 non distingue un cetriolo da una zucchina - Studentville

1 studente su 5, in Francia, non sa distinguere un cetriolo da una zucchina

Sono parecchi gli studenti, in Francia, che messi di fronte ad un cavolfiore non riescono a dargli un nome. O che confondono un pompelmo con un'arancia. I risultati dell'indagine commissionata dal governo sui giovani al fine di promuovere una sana alimentazione.
1 studente su 5, in Francia, non sa distinguere un cetriolo da una zucchina

1 studente su 5 non conosce la differenza tra cetrioli e zucchine

Con lo scopo di promuovere un’alimentazione più sana tra i più piccoli, il governo francese ha commissionato un’indagine sui consumi dei cittadini. Ciò che ne è venuto fuori è stato abbastanza sorprendente. E’ emerso, infatti, che un giovane di età superiore ai 15 anni su 5 non saprebbe distinguere una zucchina da un cetriolo. Ma non solo: vediamo cosa è emerso dallo studio condotto da Harris Interactive, agenzia di ricerche di mercato personalizzate, su 1.058 soggetti.

La campagna del governo francese verso l’educazione alimentare

Il governo francese si sta battendo affinché, anche tra i più giovani, si diffonda una buona consapevolezza alimentare. Mangiare bene, lo sappiamo, è cruciale per la salute ed il benessere di ognuno, e solo una dieta equilibrata può fornire al corpo i nutrienti essenziali dei quali ha bisogno per funzionare correttamente, per supportare il sistema immunitario, la salute mentale e fisica, e la prevenzione di parecchie malattie croniche come diabete, obesità e patologie cardiache. Una dieta sana assicura anche livelli di energia costanti ed una buona digestione, migliorando di fatto la qualità della vita delle persone.

Per fare in modo che tutto questo sia ben chiaro agli occhi dei bambini e degli adolescenti francesi, il governo sta puntando alla promozione di un’alimentazione più sana, e non solo per motivi di salute. Secondo la Ministra delegata alle Imprese, al Turismo e ai Consumi, Olivia Grégoire, sarebbe anche “una questione di pari opportunità e di potere d’acquisto”. Riguardo quest’ultimo aspetto, il costo di alcuni alimenti freschi, in Francia, negli ultimi anni sarebbe aumentato irragionevolmente.

I risultati dell’indagine

I risultati dell’indagine commissionata dal Governo, così come riporta Le Figaro, dimostrano che, in effetti, c’è bisogno di un intervento da parte dello Stato in tal senso. Dalle risposte fornite è emerso che, messo di fronte a delle fotografie di frutta e verdura, il 20% del campione intervistato non sia riuscito a distinguere una zucchina da un cetriolo. Ma parecchia confusione ha riguardato anche i cavolfiori e i pompelmi (confusi con un’arancia). Quali sono le ragioni che stanno alla base di una tale incertezza? Probabilmente risiedono nella poca diversità alimentare: i giovani mangerebbero meno frutta e verdura fresche (prediligendo, come ha risposto l’89% dei 15-24enni, pasta, riso, patate e cibi in scatola e barattolo) rispetto agli adulti. Starebbe proprio nell’alto consumo dei piatti pronti, di quelli elaborati e di cibi da fast food a incidere sul fatto che i ragazzi non abbiano molta conoscenza degli alimenti.

Perché i giovani preferiscono i cibi elaborati/da fast food?

La predilezione nei confronti di tale tipologia di cibi risiederebbe nel fattore economico. Acquistare e cucinare verdure, ortaggi ed altri alimenti freschi sarebbe più dispendioso non solo in termini economici, ma anche di tempo impiegato rispetto al comprarli già pronti da mangiare. Ecco spiegato perché, il 59% dei giovani tra i 15 ed i 23 anni intervistati, mangia almeno una volta a settimana in un fast food (contro il 37% delle altre fasce di età). Per questo, il governo, ed in particolare Olivia Grégoire, vorrebbe introdurre un programma di educazione alimentare a scuola. La ministra ritiene che si tratti – anche – della necessità di promuovere il concetto di pari opportunità. Le famiglie che consumano più alimenti trasformati sono quelle a basso reddito. Inculcare fin dalla tenera età nei giovani il concetto di “mangiare bene” è indispensabile anche per evitare che da adulti incorrano nel rischio di sviluppare obesità (che sulle casse dello stato francese pesa più di 10 miliardi di euro l’anno) o disturbi alimentari. Senza considerare, poi, i tumori.

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