Accendendo la televisione a qualunque orario e su qualsiasi canale, possiamo assistere ai cosiddetti reality show: trasmissioni a tema a pranzo, puntate riassuntive delle precedenti il pomeriggio, e poi, gli appuntamenti serali in cui assistere ai colpi di scena offerti da prove, nomination ed eliminazioni.
Non vi basta? Bene, accendete la tv a pagamento: potrete avere canali dove assistere 24 ore su 24, in diretta, alla vita nel vostro reality show preferito. Insomma, un’invasione in piena regola; ma il “nemico” è furbo, e si manifesta in varie forme, così da poter attrarre ogni tipo di pubblico: volete evadere dal caos frenetico della vita quotidiana? Potete andare sull’Isola dei famosi. Avete voglia di improvvisare Sherlock Holmes? Scoprite chi è la Talpa. vi va di fare un po’ di movimento? Giocate con i “campioni” di calcio. Ma non è finita: se siete dei nostalgici dei tempi andati, della vita sono senza comodità e progresso, potete partire per La Fattoria. Se, invece, siete semplicemente stufi della vostra casa, allora traslocate in quella di Cinecittà, anche se il Grande Fratello, invadente com’è, vi lascerà ben poco della vostra privacy. Già, privacy, nel vocabolario del reality, questa è la parola tabù, ed ecco che assistiamo alla “vita vera”, fatta, chissà perché un po’ allo stesso modo in tutti questi programmi: litigi, intrighi, tradimenti, amori appassionanti, insomma, la vita è proprio tutta un reality. Perché naturalmente quello che vediamo è proprio tutto vero. Ma ne siamo proprio sicuri? Quando io penso alla vita vera penso ai compiti che devo svolgere il pomeriggio, ai miei genitori che lavorano, agli amici. La verità è che guardando questi reality, abbiamo una visione falsata della vita. Eppure, i programmi più seguiti, con i maggiori ascolti, sono proprio questi.
Basta chiedere ad un ragazzo chi è Walter Nudo, o Diego Conte e non solo, potrebbero rispondere perfettamente alla domanda, ma rimarrebbe addirittura stupito dalla domanda, perché basta guardare la tv per sapere tutto, ogni cosa, su personaggi, come questi. Provate, invece, a chiedere ad un ragazzo chi è, ad esempio, Margherita Hack, e almeno il 70% farebbe spallucce e non saprebbe darvi una risposta; quindi non solo questi programmi sono tutti uguali e banali, ma incrementano anche il tasso di ignoranza fra i giovani. Inoltre a riflettere sul nome, come può uno show, che di per se è qualcosa di artefatto, di preparato, costruito, studiato e pianificato, essere reale, raccontare appunto la vita reale? Quello che in verità fanno queste trasmissioni è propinare uno show studiato a tavolino spacciandolo per vita vera. Forse è leggermente diverso anche se, tra le liti e i colpi di scena, conditi con televoto e premi per i tele votanti, sembrerebbe un prodotto allettante. Ed effettivamente lo è se può catalizzare l’attenzione di milioni di telespettatori. Ma in fondo, il successo di questi programmi si deve a chi li guarda, a noi, alla società di oggi, troppo stanca della quotidianità per non evaderne attraverso i reality e troppo affamata di soldi e successo per invertire una rotta che, anche se giudicata stupida, frivola e diseducativa, è la più fruttuosa.
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