Catonem vero quis nostrorum oratorum, qui quidem nunc sunt, legit? aut quis novit omnino? At quem
virum, di boni! mitto civem aut senatorem aut imperatorem; oratorem enim hoc loco quaerimus. Quis illo gravior in laudando?
acerbior in vituperando? in sententiis argutior? in docendo edisserendoque subtilior? Refertae sunt orationes amplius centum
quinquaginta, quas quidem adhuc invenerim et legerim, et verbis et rebus inlustribus. Licet ex his eligant ea quae notatione et
laude digna sint: omnes oratoriae virtutes in eis reperientur. Iam vero Origines eius quem florem aut quod lumen eloquentiae
non habent? Amatores huic desunt, sicuti multis iam ante saeculis et Philisto Syracusio et ipsi Thucydidi.
Versione tradotta
In verità, chi tra i
nostri oratori, che ci sono ora, legge Catone? O chi lo ha conosciuto del tutto? O dio buono! Ma quale uomo tralascio, un
cittadino o un senatore o un imperatore; infatti chiediamo un oratore in questo luogo. Chi è più autorevole di quello nel
lodare? Chi più acido nelle offese? Chi più arguto nei giudizi? Che più sottile nellinsegnare e nello spiegare? Vi sono più di
150 orazioni piene di parole e fatti illustri, che finora ho trovato e ho letto. E lecito che scelgano, fra queste, quelle che
sono degne di nota e lode: in queste si trovano tutte le virtù delloratoria. Invero, le sue Origini quale fiore e quale lume
di eloquenza non hanno? A lui mancano appassionati lettori, così come per esempio e Filisto Siracusio ed allo stesso Tucidide
già da molti secoli.
- Letteratura Latina
- Versioni di Marco Porcio Catone
- Cicerone