Tesina: Tecnica[br] Di: Mariella N. [br] Tipo Scuola: Altri [br][br] [b]Abstract:[/b] [br]L’azienda Fiat nacque dalla comune volontà di una trentina tra aristocratici, possidenti e professionisti torinesi di impiantare una fabbrica per la produzione di automobili. L’idea di produrre automobili su scala industriale era venuta all’avv. Cesare Goria Gatti (poi fondatore dell’ACI Automobile Club d’Italia) che aveva già finanziato la costruzione della "Welleyes", un’automobile progettata dall’ing. Aristide Faccioli e costruita artigianalmente dalla "Accomandita Ceirano & C.". Visto il successo ottenuto dalla "Welleyes" alla sua presentazione, Goria Gatti pensa di acquisire le esperienze, le maestranze e la competenza della "Accomandita Ceirano & C." (della quale era socio) per trasferirlo su scala industriale, come già avveniva nella fabbriche del nord Europa. Il gruppo di notabili, dopo una riunione a Palazzo Bricherasio per fissare le linee d’accordo, si ritrova nella sede del "Banco di Sconto e Sete" di Torino per sottoscrivere l’atto di "Costituzione della Società Anonima Fabbrica Italiana di Automobili" redatto dal Cav. Dott. Ernesto Torretta, Notaio Patrimoniale della Real Casa: è l’11 luglio 1899. I soci versano un capitale di 800.000 lire in 4.000 azioni (circa 10 milioni di euro attuali) ed affidano la presidenza al Cavalier Ludovico Scarfiotti. Immediatamente la neonata FIAT acquista la "Accomandita Ceirano & C.", liquidando il socio-fondatore Giovanni Battista Ceirano con la somma di 30.000 lire. La prima vettura costruita dalla FIAT sarà il modello "3½ HP", copia della "Welleyes" e prodotta in 8 esemplari nel corso del 1899. Dopo un primo periodo di difficile sviluppo, segnato da diverse ricapitalizzazioni e da modifiche nella composizione del capitale azionario (non sempre in maniera pacifica ma anche sfociate in processi clamorosi per l’epoca), la proprietà della casa automobilistica viene assunta quasi integralmente da Giovanni Agnelli, che diventerà senatore durante il Fascismo e resterà a capo dell’azienda sino al termine della seconda guerra mondiale. Dopo aver rischiato di perdere la proprietà dell’azienda per la propria compromissione con il regime fascista, Agnelli passa il comando a Valletta, essendo l’unico figlio maschio, Edoardo, morto in un incidente aereo. Valletta, uomo di qualità non comuni, si occupò di reggere per conto della famiglia Agnelli una delle
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