L’invidia è un meccanismo che mettiamo in atto quando ci sentiamo sminuiti dal confronto con un’altra persona: sia per quello che questa persona è, sia per quello che questa persona ha. In termini psicologici potremmo dire che l’invidia è un tentativo un po’ modesto di recuperare la fiducia e la stima in se stessi, impedendo la caduta del proprio valore attraverso la svalutazione di un altro.
È un sentimento condannato dalla società, tanto da essere considerato un vizio. L’invidioso ha infatti il “vizio” di sminuire le persone che percepisce “migliori” di sé e non si limita al pensiero, ma cerca di danneggiare l’invidiato, considerato colpevole di farsi apprezzare e stimare dalla società più del dovuto.
Inoltre il pensiero che l’invidiato non nutre alcun sentimento negativo nei confronti dell’invidioso non migliora il sentimento doloroso dell’invidia: comunque questa persona troppo apprezzata ha fatto sentire sconfitto e umiliato l’invidioso e questo è, a suo parere, imperdonabile.
Pochissime persone parlano chiaramente e volentieri dell’invidia che provano: infatti parlarne apertamente significherebbe mettersi a nudo e svelare la parte più meschina e vulnerabile di sé.
Parlare della persona che si invidia e spiegare il motivo di questo sentimento, significa parlare delle aspirazioni e dei fallimenti personali, delle difficoltà e dei limiti che si hanno.
Secondo alcune teorie l’invidia nasce dalla proibizione della violenza, quella violenza che si manifesterebbe immediatamente nell’accorgersi che qualcuno che più o meno ha le nostre stesse caratteristiche è riuscito ad avere più di noi, che ci ha superato, che ha vinto.
Possiamo osservare questo comportamento nel bambino, quando si accorge che hanno dato qualcosa al suo fratellino e non a lui.
Per evitare questi comportamenti i genitori proibiscono sin dall’infanzia al piccolo, queste genere di violenze, che poi nella maggior parte dei casi si esprime con il sentimento dell’invidia.
Invidia, problema dell'individuo
Tema svolto sui meccanismi dell'invidia.