La discoteca è il luogo di raccolta dei giovani e il sabato è il giorno più atteso. Numerosi sono i motivi del “vivere la notte”: la discoteca non è solo un luogo di divertimento, ma è anche e soprattutto un luogo dove si dimenticano i propri problemi e la propria identità, dove si esprime in maniera anonima il proprio modo di essere. La musica, “sparata” da casse potentissime, è martellante o ossessiva; completano l’atmosfera le luci intermittenti, che assieme alla musica inducono in molti giovani uno stato vicino a quello ipnotico.
Ma la discoteca è, in realtà, anche un luogo di trasgressione, dove si consuma droga, si fa sesso, si bevono alcolici.
La droga più consumata dai giovani discotecomani, secondo indagini, è l’ecstasy, che ha un forte potere stimolante ed allevia la stanchezza, permettendo all’organismo di sopportare la fatica del ballo. Si stanno diffondendo, però, in Europa, delle bevande “energizzanti” provenienti dagli USA, gli smaith drinks che assomigliano a succhi di frutta, ma sono un concentrato di farmaci e ormoni ed hanno ugualmente effetti eccitanti.
La musica assordante, le luci, il consumo di droghe e/o alcolici, fanno affiorare istinti distruttivi a cui seguono istinti e comportamenti irrazionali. E così tutte le domeniche nei telegiornali ci viene proposto un vero e proprio bollettino di guerra, dal momento che il numero di giovani morti all’alba, durante il tragitto da una discoteca all’altra o durante il ritorno a casa è sempre molto alto.
La stanchezza e le lunghe distanze tra una discoteca e l’altra e tra questa e il luogo di residenza, insieme all’assunzione di droghe e alcolici, sono spesso causa di tragiche morti.
Qualche anno fa la situazione divenne talmente grave, che il governo fu costretto ad occuparsene, vari furono i provvedimenti presi: chiusura anticipata delle discoteche alle due di notte e divieto di servire alcolici all’interno.
L’ultimo provvedimento in ordine di tempo è riportato nel nuovo codice della strada e riguarda il divieto per i neopatentati di guidare automobili di grossa cilindrata nei tre anni successivi al conseguimento della patente.
I sistemi repressivi servono, tuttavia, a ben poco, anzi stimolano ancora di più la voglia di trasgressione dei giovani; inoltre la musica e il ballo sono il loro sfogo preferito. E di questo sono perfettamente consapevoli i proprietari delle discoteche, che hanno trovato il modo per far fronte alla diminuzione degli incassi causata dalla chiusura anticipata, aprendo le discoteche anche la mattina e distribuendo biglietti con omaggi e sconti agli studenti, che ovviamente preferiscono marinare la scuola, con grave danno alla loro formazione culturale.
C’è anche un’altra considerazione da fare. La società industrializzata, in cui viviamo, impone ritmi troppo frenetici, troppo incalzanti, troppo asfissianti ed al tempo stesso sempre monotoni e ripetitivi.
È, quindi, la nostra società la responsabile della concezione distorta che i giovani hanno del divertimento, la responsabile del loro irrefrenabile bisogno di evadere dalla routine quotidiana. Proprio per questo motivo la società non può permettersi di usare sistemi repressivi: sarebbe una soluzione troppo semplice e troppo comoda.
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