Ludovico Ariosto: riassunto vita e opere - Studentville

Ludovico Ariosto: riassunto vita e opere

Ludovico Ariosto: riassunto della vita, delle opere e della personalità del grande letterato italiano; studia al meglio con gli approfondimenti di StudentVille.

LUDOVICO ARIOSTO: RIASSUNTO VITA E OPERE

Riassunto sulla vita, il pensiero, la personalità e le opere di Ludovico Ariosto

Ludovico Ariosto nacque a Reggio Emilia nel 1474, primo di dieci figli. Studiò giurisprudenza per desiderio del padre, ma proseguì poi con gli studi letterari. Nel 1500, alla morte del padre, si trovò a capo della sua numerosa famiglia e dovette interrompere gli studi.
Assunse dunque l’incarico di capitano della rocca di Canossa, poi passò come segretario al servizio del cardinale Ippolito d’Este, un lavoro poco gradito dall’Ariosto in quanto il cardinale era rozzo, avaro e arrogante e  volte conferiva al povero Ludovico incarichi umili e sgradevoli.  Ariosto si lamentò anche nelle Satire del cardinale, il quale non apprezzava nemmeno la qualità di poeta del suo segretario.
Quando Ippolito d’Este fu nominato vescovo di Buda in Ungheria, Ariosto rifiutò di seguirlo e passò al servizio  del Duca Alfonso d’Este, fratello di Ippolito, che aveva un carattere più mite. Fu nominato Governatore della Garfagnana, una regione impervia infestata da briganti, dove seppe assolvere il suo dovere con onestà e saggezza.
Pacificata quella regione, Ariosto tornò definitivamente a Ferrara, dove in contrada Mirasole si sistemò in una casetta che si fece costruire, sul cui architrave si leggono questi versi: PARVA SED APTA MIHI, SED NULLI OBNOXIA, SED NON SORDIDA; PARTA MEO SED TAMEN DOMUS (piccola, ma adatta a me, non debitrice verso nessuno, non squallida; acquistata con il mio denaro ma tuttavia vera casa). Qui morì nel 1533, a 59 anni.

LUDOVICO ARIOSTO RIASSUNTO BREVE: LA PERSONALITÀ

La vita di Ariosto è caratterizzata dal contrasto tra la nativa tendenza ad una vita tranquilla e serena, immune da ambizioni e vanità, dedita agli studi e a gustare le gioie sane della vita, e le necessità della vita pratica, che lo costrinsero alle incombenze di cortigiano al servizio degli estensi, a Ferrara. Tuttavia, il servizio alla corte degli Estensi, tanto deprecato nei momenti di maggior cruccio, fu del resto una scelta matura e meditata. Egli era consapevole che per un intellettuale del suo tempo al di fuori della corte non vi era la possibilità di una vita dignitosa, dunque si adattò dimostrando di possedere abilità politiche e diplomatiche.
Possiamo definire la personalità dell’Ariosto dunque un’armonia tra doti di studioso e di uomo pratico, idealismo e realismo. Ludovico Ariosto ebbe una personalità serena, saggia ed equilibrata, improntata all’aurea mediocritas oraziana, lontana dalle vanità e dalle ambizioni. Fu sempre disponibile a comprendere i vari gusti e le diverse fantasie degli uomini, sorridendo però a volte della loro affannosa ricerca di un’impossibile felicità, contrapponendo i propri gusti semplici e schietti a quelli affannosi degli uomini. Possiamo affermare che con il suo equilibrio interiore e la sua visione serena della vita, Ariosto rappresenta lo spirito maturo del Rinascimento. A lui la vita non appare più come una fonte di piacere da godere intensamente per sconfiggere il triste presentimento della fine.
L’Ariosto vede la vita come uno spettacolo vario ed interessante, imprevedibile, da osservare ma senza farsi coinvolgere, con il distacco con cui Zeus guarda Achei e Troiani azzuffarsi durante la guerra di Troia, sorridendo della loro irrazionale passionalità. Così, Ariosto osserva gli uomini che rincorrono desideri e piaceri, onori e ricchezze. Egli sa che partecipa anche lui a questa generale pazzia, non rincorrendo le ricchezze ma assaporando le gioie semplici e sane, come l’amore per la sua donna. Anche le gioie semplici sono momentanee, tuttavia sono gratificanti nel momento in cui si godono.

RIASSUNTO VITA E OPERE LUDOVICO ARIOSTO: LA CULTURA

Ariosto potrebbe sembrare culturalmente inferiore ai dotti umanisti del suo tempo, in quanto, a causa delle sue vicende biografiche, dovette intraprendere gli studi di Giurisprudenza e poi lasciare quelli umanistici alla morte del padre. L’Ariosto non trascurò mai i suoi studi letterari prediletti, approfondendoli con dotti maestri come Iacopo Sadoleto e Gregorio da Spoleto. Approfondì il latino con quest’ultimo, mentre con il greco rimase solo ai primi rudimenti, a causa della morte del padre: da quel momento i suoi studi umanistici dovettero decisamente ridursi.
La sua formazione umanistica fu dunque incompleta, e ciò viene dimostrato dal fatto che egli fu estraneo ai dibattiti culturali del Cinquecento, e non scrisse nessun trattato filosofico, letterario, morale. Nonostante ciò, leggendo direttamente le opere dell’Ariosto ci accorgiamo che la cultura dell’Ariosto non è poi così limitata: lo dimostrano le fonti dell’Orlando Furioso, che confermano la vastità degli interessi culturali del poeta (letterature romanze e letteratura latina). Inoltre, l’Ariosto seppe assimilare bene queste fonti, le quali, immerse nelle sue opere, risultano rinnovate, plasmate e trasfigurate completamente dalla sua possente fantasia.

RIASSUNTO LUDOVICO ARIOSTO: LE OPERE MINORI

Ludovico Ariosto ebbe molti interessi, dunque utilizzò diversi generi letterari: lirica, commedia, satira e poema epico.

LUDOVICO ARIOSTO, OPERE MINORI: CARMINA E RIME

Egli scrisse poesie in latino, pubblicate con il nome di Carmina, e poesie in volgare, dedicate alla moglie Alessandra Benucci e raccolte sotto il titolo di Rime. Nei Carmina Ariosto imita i poeti latini dell’età imperiale (Virgilio, Orazio, Properzio), nelle Rime invece imita il Petrarca.

LUDOVICO ARIOSTO OPERE MINORI: LE COMMEDIE

Del teatro l’Ariosto coltivò solo la commedia, genere che rispecchiava in pieno la propria visione della vita. Nelle prime commedie, la Cassaria e i Suppositi, imitò i poeti latini Plauto e Terenzio. Nelle successive, il Negromante, la Lena, gli Studenti (incompiuta), vengono descritti ambienti, personaggi e vicende del Rinascimento. L’Ariosto scriveva le sue commedie prima in prosa, poi le metteva in versi utilizzando l’endecasillabo sdrucciolo.

ARIOSTO, RIASSUNTO OPERE MINORI: LE SATIRE

Tra le opere minori la più importante è costituita dalle Satire, che ci fanno conoscere ideali, gusti e personalità del poeta. Benedetto Croce le definì “un graziosissimo epistolario in versi”. Si tratta infatti di 7 lettere in terzine, composte tra il 1515 e il 1524, ma pubblicate dopo la sua morte, poiché alludevano non sempre in modo benevolo a personaggi importanti dell’epoca.
Le satire non hanno un contenuto propriamente satirico, ma autobiografico. Il poeta infatti prende spunto da eventi della propria vita per prospettare un ideale di vita tranquilla e serena, facendo anche considerazioni di carattere universale.

Qui di seguito in sintesi il contenuto delle 7 Satire dell’Ariosto:

  1. La prima satira è diretta al fratello Alessandro, e chiarisce i motivi per cui il poeta non intende seguire il cardinale in Ungheria: l’età matura, la salute cagionevole, l’attaccamento alla famiglia e soprattutto il pessimo carattere del Cardinale.
  2. La seconda satira viene scritta prima di un viaggio a Roma. Qui Ariosto chiede al fratello Galasso di trovargli un alloggio, e ne approfitta per parlare, con ironia, della corte pontificia e del nepotismo dei papi.
  3. Nella terza Satira il poeta informa il cugino Annibale Malaguzzi di essere passato al servizio di Alfonso d’Este, più umano del Cardinale. Tuttavia, l’Ariosto spera un giorno di poter vivere liberamente.
  4. Nella quarta e nella sesta satira il poeta parla della sua esperienza come governatore della Garfagnana, ricordando con nostalgia Ferrara ed esprimendo la speranza di potervi tornare quanto prima.
  5. Nella quinta satira Ariosto dà consigli al cugino Alessandro che sta per sposarsi, mettendolo in guardia sui difetti delle donne.
  6. Nella settima satira Ariosto prega Bembo di trovare un maestro di greco per suo figlio. Poi si sofferma sui costumi morali degli uomini di cultura del suo tempo.

Le satire di Ariosto sono decisamente influenzate dalle satire del poeta latino Orazio, molto amato dal poeta in quanto in sintonia con la sua medietas (equilibrio interiore e senso della misura) etica e stilistica.

Lo stile delle satire è apparentemente colloquiale, simile alla parlata popolare, ma in realtà è il risultato di un’attenta analisi tecnica. Le satire non possiedono ancora l’armonia e la perfezione delle ottave dell’Orlando Furioso, ma ne preannunciano il ritmo e l’andamento. Infine, nelle Satire l’Ariosto utilizza apologhi e favole (come Orazio), in modo da dare alle vicende della propria vita un’impronta universale.

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