Medicina scienza o etica - Studentville

Medicina scienza o etica

Saggio breve su medicina ed etica.

La medicina è definita come la scienza che studia le malattie, le loro cause, l’evoluzione, la diagnosi, i metodi e le tecniche di terapia e si basa essenzialmente sull’esperienza. È dunque inevitabilmente una scienza “empirica”, sia perché si fonda su dati accumulati nei vari secoli e dalle più svariate civiltà, ma anche poiché è legata alla strumentazione. Nella storia della medicina erano definiti empirici i seguaci della scuola di Filolao, che legata al pensiero scettico, basa le nuove terapie sull’osservazione ripetuta dagli effetti di diversi farmaci su animali, ma anche sull’uomo. Abbiamo testimonianze di medici che sperimentavano farmaci su se stessi: un comportamento eroico e nobile, ma essenzialmente inutile. Per avere risultati tangibili si ha infatti bisogno di sperimentare su una scala molto più ampia e varia, ma questo non è facile da attuare. Tutta una serie di leggi morali, sociali e politiche regolano la ricerca scientifica, ma, senza di essa, la medicina perderebbe di vista il suo principale obiettivo, cioè garantire un beneficio per tutti.
Il problema delle cavie umane è però molto serio e tuttora irrisolto. Questo problema ruota principalmente attorno al consenso informato, una condizione fondamentale ai fini della sperimentazione sull’uomo, cioè il consenso libero e informato da parte del soggetto umano che si propone come cavia. È necessario, infatti, dichiarare di essere stato messo  al corrente degli scopi e delle finalità della terapia cui si deve sottoporre e di tutto ciò che ne concerne. Il dubbio sorge però quando a dare il suo consenso non è un uomo sano, ma un soggetto malato, che, costretto dalla malattia a turbamenti fisici e psichici, non è sempre in grado di agire liberamente e di essere consapevole delle proprie azioni. Per poter trovare terapie migliori delle esistenti o rimedi a malattie ancora incurabili è però necessario la ricerca. Ci sono stati casi in cui la decisione del medico di testare nuovi farmaci o terapie su soggetti in condizioni precarie, ha portato anche alla guarigione completa del paziente: si pensi alla penicillina che, basandosi su un semplice tentativo, ha salvato la vita a centinaia di persone. Il medico è un ricercatore e, in quanto tale, ha un suo rigore etico, dunque il problema del consenso passerebbe in secondo piano, ma è anche e soprattutto un uomo e può sbagliare. Come per molte altre professioni possono esserci medici che meritano la fiducia dei loro pazienti, ma anche medici incapaci che vedono nel consenso formativo l’allontanamento da ogni responsabilità. In caso di effetti negativi o di aggravamento dello stato del paziente, il medico resta comunque pienamente responsabile e non sarà un semplice documento firmato dal paziente a stabilire la sua colpa. Infatti non è mai stata formulata una legge che regolamenti i principi della bioetica e che li tuteli giuridicamente. Troviamo lo stesso tipo di problematiche scavando nella storia della medicina: quella ippocratica, ad esempio, riteneva valido il consenso solo se il paziente poteva giovare di benefici diretti dalla sperimentazione. La medicina moderna è incentrata soprattutto sul raggiungimento del benessere e della felicità dell’uomo ed in questo ambito la sperimentazione è sempre lecita, anche sul paziente sano perché consenziente. Nell’ultimo secolo sono stati effettuati innumerevoli esperimenti che hanno poi portato a modificare la vita dell’uomo o la natura stessa: basti pensare all’aborto o alla riproduzione assistita, che ci consente di generare senza un reale rapporto sessuale. Abbiamo poi, trapianti o l’impianto di cellule staminali che ci hanno permesso di poter sperare in un futuro senza più diabete o malattie incurabili. Siamo in piena corsa al progresso, corsa che è stata sempre lodata e, in altri casi, criticata da religione e moralità. Ma è giusto impedire che questo progresso avvenga? O è più saggio appoggiarlo pienamente? Probabilmente, la ragione sta nel mezzo, ma considerando gli aspetti positivi che la medicina ha contribuito a darci tramite la sperimentazione sull’uomo, allora la risposta è semplice: bisogna dare spazio alla ricerca che può darci la speranza, sebbene ipotetica, di una migliore. Il dovere del medico, è dunque, quella di rendere questo processo eticamente giustificato e il più possibile sicuro. La sperimentazione comporta dei rischi, è vero, ma il paziente deve essere a conoscenza dei fatti per poter  decidere secondo una giusta e consapevole riflessione.

  • Temi e Saggi

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti