Introduzione Confrontati con quelli di molti altri filosofi, i pensieri e gli scritti di Berdjaev sono vibranti, freschi, vivi. Dal modo in cui scrive si ha la sensazione che egli stesse combattendo con le proprie idee, quasi come Giacobbe con lâangelo. Sebbene la sua patria fosse piuttosto il mondo dello Spirito che quello delle Idee, egli conosceva bene anche questâultimo territorio ed entrò in esso con passione. Vedeva il mondo delle Idee come unâarena dove si stava disputando una vera e propria lotta tra libertà e determinismo, creatività e passività , noumeni e fenomeni, e così via. La filosofia era per lui una materia di vitale importanza. Come vivere la propria vita, su quali basi fondarla, in che modo conciliare Dio col mondo o lâindividuo con la società , cosa significasse essere un uomo, scendere a patti con lâangoscia e lâalienazione che accompagna la libertà nel mondo moderno, il senso della Storia e il destino dellâumanità , lâimportanza della creatività nelle nostre vite: Berdjaev ha riflettuto e scritto su tutti questi argomenti ed ha dato un contributo significativo alla loro delucidazione. Per tutte queste ragioni egli può aiutarci anche a far luce sulla situazione contemporanea, non soltanto illuminandone gli errori e i mali, offrendoci così un punto dâappoggio più saldo, ma anche insegnandoci ad uscire da essi e ad imboccare la difficile strada della libertà e della creatività . Nikolaj Berdjaev (1874-1948) era un giovane marxista proveniente da una famiglia dellâalta borghesia. Nel 1900 inviò il suo scritto âSoggettivismo e Individualismo nei filosofi della società â a Struve, per ricevere commenti e consigli. Nella scia del revisionismo, il lavoro fu inizialmente concepito come un attacco retorico al populista N. Mihailovskij, ma introdusse fattori fino ad allora inediti nel dibattito sul marxismo. Riferendosi al positivismo come ad un âsuicidio intellettualeâ, Berdjaev sosteneva che il devastante dominio del pensiero materialista in filosofia avesse mostrato la ânecessità di un pensiero metafisico ed eticoâ. Derivò le sue principali idee da Solov’ev, ma le completò poi con elementi di teorie socialiste e psicologiche. Secondo Berdjaev la Storia progrediva su due livelli: per mezzo del capitalismo la Storia si sviluppava verso la Giustizia Assoluta (spravedlivost’), mentre attraverso la ricerca di mondi diversi e di valori eterni, lâumanità si stava avvicinando alla Verità Assoluta (istina). Egli suggeriva perciò che le leggi che avrebbero dovuto accompagnare lâavvento del capitalismo non dovessero essere soltanto leggi materialistiche e scientifiche, ma in primo luogo etiche e religiose. Lâavvento di una nuova società di giustizia e verità non sarebbe stato il risultato di cambiamenti da portare al rapporto distributivo dei mezzi di produzione, ma alla mente e alla comprensione dellâuomo, nello sforzo umano di perfezionarsi e di avvicinarsi ad un modello ideale di verità e moralità assoluta. Lâatmosfera religiosa del libro di Berdjaev colpì profondamente Struve, il quale, nonostante qualche osservazione critica ai salti filosofici di Berdjaev tra libertà e necessità , considerò il lavoro come il primo segno di uno sguardo completamente nuovo sullâuomo e sul suo mondo. Nella sua lunga prefazione a âSoggettivismo e Individualismoâ, Struve si unisce a Berdjaev nella lotta contro il positivismo: âIl materialismo storico ò soltanto una scadente sovrastruttura metafisica della struttura positivistico-scientifica del nostro tempo, una sovrastruttura completamente priva di elementi idealisticiâ, egli scrisse. Sosteneva inoltre che, se esisteva una componente idealistica negli ambienti marxisti, essa era costituita proprio dallâidealizzazione del concetto di âclasseâ: gli intellettuali rivoluzionari marxisti proiettavano perciò fatti ed eventi sociali su un terreno etico-morale, mostrando così come lâuomo non potesse evitare pensieri metafisici. âLa teoria positivista della conoscenza rivela tutti i limiti del pensiero di cui fa parte e al tempo stesso la necessità della metafisica. â âNecessità della metafisicaâ era lâesatta espressione usata anche da Solov’ev nel suo libro âUna giustificazione del Beneâ (1897), un lavoro che, tempo addietro, fu oggetto di critica da parte dello stesso Struve. Nella raccolta di scritti intitolata âVari temiâ (1901), Struve confessò la sua evoluzione da un pensiero positivista e marxista ad una visione filosofica del mondo che era âconsiderevolmente più vicina a Solov’evâ e ammise che molte delle sue precedenti accuse polemiche contro Solov’ev avevano ormai perso validità . Nellâarticolo âCosâò il vero nazionalismo? â (1901), questa svolta fu confermata dalla ferma adesione di Struve allâidea cristiana della personalità come valore eterno e come prerequisito necessario per ogni attività politica e sociale. La libertà La filosofia di Berdjaev ha inizio con la libertà , che egli considera essere la base di tutto le altre cose: libertà ò quellâambito della nostra esistenza che non può essere influenzato nè determinato da altro. La libertà ò la cosa ultima: non si può derivare da nulla nè può essere equiparata ad altro. La libertà ò il fondamento incausato dellâessere: ò più profonda dellâessere stesso. Ciononostante la libertà deve comunque essere conquistata. Sarebbe un errore pensare che lâuomo comune ami la libertà . Sarebbe un errore ancora più grande supporre che la libertà sia una facile conquista. La libertà ò difficile da ottenere, ò più facile rimanere schiavi. Lâ âoggettivazioneâ La libertà non può essere compresa nè tollerata dalla mente oggettiva, ossia da quella parte di noi che cerca di controllare la realtà e che ci fornisce certezze riguardo al mondo. La mente oggettiva scinde infatti il mondo in Soggetto e Oggetto, Io e Altri, Spirito e Natura, e così via. Questa attività , che Berdjaev chiama âoggettivazioneâ, comporta sia vantaggi che inconvenienti. La libertà ò prima rispetto allâessere: non può essere determinata dal nostro essere. à senza fondamento, senza causa. Quando cerchiamo di determinarla, di razionalizzarla, di oggettivarla, la libertà scompare. La verità La nostra nozione di verità subisce lâinfluenza dellâ oggettivazione: solo ciò che può essere oggettivamente verificato viene considerato vero, genuino, degno della nostra fiducia. Il dominio del pensiero oggettivo, che si manifesta materialmente nella scienza e nella tecnologia, soffoca, alienandola, la vita dello spirito e quella dellâindividuo. Verità ha due significati: verità come conoscenza della realtà , e verità come realtà stessa. Dove dobbiamo cercare i criteri di verità ? Troppo spesso gli uomini cercano questi criteri in ciò che sta più in basso della verità stessa, nel mondo oggettivo che porta con sè le sue costrizioni: si cercano criteri per il mondo dello spirito in un mondo che ò materiale, cadendo perciò in un circolo vizioso. La verità contingente e provvisoria non può fornire nessun criterio per la verità ultima: essa sta infatti a metà strada e non conosce nè lâinizio nè la fine. Ogni dimostrazione poggia sopra un che di indimostrato, di postulato, di assunto a priori. Câò unâalta dose di rischio, e nessuna garanzia: la libertà dello spirito non conosce garanzie. Lâunico criterio della verità ò la verità stessa e la luce che da essa si espande. La verità non ha niente a che vedere con il mondo oggettivo, ò piuttosto in relazione con quello spirituale. La verità ò qualcosa di presente ed immediato. La verità ò il ridestarsi dello spirito nellâuomo, la sua comunione con lo spirito. La verità non ò del mondo, ma dello spirito: essa si conosce soltanto trascendendo il mondo oggettivo. La verità ò la terminazione del mondo oggettivo. Lo spirito Come accadeva per la verità , nemmeno alla dimensione spirituale si arriva partendo dal mondo naturale. Questa dimensione, infatti, esiste per un suo proprio diritto, senza necessità di essere dimostrata e provata. Cercare di farlo ò come mettere il carro davanti ai buoi. Lâesperienza spirituale ò la realtà più alta nella vita dellâuomo: in essa il divino non ò dimostrato, ma si mostra di per sè. La realtà dello spirito ò testimoniata dallâintera esperienza dellâumanità : rifiutarla significa essere ciechi e sordi di fronte alla realtà , significa essere incapaci di distinguere le qualità dellâessere o di descrivere ciò che si distingue. Il mondo spirituale ò tanto reale quanto quello delle cose naturali. Questa realtà non si può dimostrare, ma ò percepita da coloro che riescono a distinguerne le qualità . Lo spirito, perciò, mira quasi a sopraffare il mondo oggettivo: la sua battaglia contro il potere dellâoggettivazione ò una sorta di ârivoluzione spiritualeâ. La personalità umana Mentre lâoggettivazione annulla il singolo in favore dellâuniversale e del generale, lo spirito ristabilisce ed afferma il valore dellâindividuo nei confronti di ciò che ò immobile, inerte, materiale, determinato, oggettivo. Lâanima dellâuomo ha più valore di tutti i regni del mondo: il destino dellâindividuo viene prima di qualunque altra cosa. Secondo Berdjaev la personalità umana rappresenta qualcosa di più che il nostro modo di essere nel mondo: essa ò lâinestimabile ed irripetibile valore dellâindividuo. Il segreto dellâesistenza della personalità sta nella sua assoluta non-rimpiazzabilità , nella sua unicità , nella sua incomparabilità . La personalità ò qualcosa di unico al mondo, non câò niente cui si possa paragonare, niente che possa essere messo al suo stesso livello. Sebbene la personalità individuale sembri essere inferiore alla società , al mondo e allâuniverso, essa in realtà li contiene, li ha al suo interno, ed ò un valore molto più grande. La personalità non ò parte dellâuniverso, ma ò lâuniverso che ò una parte della personalità : esso ò una sua qualità . Tale ò il paradosso del personalismo. La personalità contiene in sè lâuniverso, ma questa inclusione ha luogo non nella sfera del mondo oggettivo, bensì in quella del mondo soggettivo, cioò nella dimensione esistenziale. La personalità ò il centro dellâesistenza, ò capacità di soffrire e gioire. Nientâaltro al mondo – nazione, Stato, società , istituzione sociale, Chiesa – ha questa capacità . Lâesaltazione del valore dellâindividuo nei confronti della collettività non implica però lâ affermazione di un individualismo radicale nè la necessità di unâopposizione alla comunità . Lâaffermazione del supremo valore della personalità non ha solamente a che fare con la salvezza personale, ma piuttosto con lâespressione della suprema vocazione creativa della persona nel mondo in cui vive. La personalità ò di per se stessa relazionale: essa presuppone una comunità e una comunione con gli altri uomini. La profonda contraddizione e la difficoltà della vita umana ò dovuta proprio a questa dimensione relazionale della personalità . La creatività Lâabbandono dellâoggettivazione porta al riconoscimento della creatività come la più alta dimensione realizzativa dellâindividuo, poichè âsolo colui che ò libero, creaâ. La creatività ò qualcosa che proviene dallâinterno, da incommensurabili ed inesplicabili profondità , non dal di fuori, non dalla necessità del mondo. Il tentativo di rendere comprensibile e di porre un fondamento allâatto creativo ò destinato a fallire. Comprendere lâatto creativo significa ammettere la sua inesplicabilità e la sua non-fondazione. La creatività comporta una partecipazione al mistero dellâesistenza, essa vive infatti nelle profondità della libertà . La creatività ò il più alto mistero della vita, il mistero dellâapparizione di qualcosa di nuovo, finora sconosciuto, non nato o derivato da qualcosâaltro. La vera vita consiste nella creatività , non nello sviluppo: nella libertà dellâazione creativa e del fuoco creativo, piuttosto che nella necessità e nella pesantezza del cristallizzarsi in un autoperfezionamento. Con âcreatività â Berdjaev non intende soltanto la produzione di opere dâarte, ma ogni processo di trasformazione dellâIo e del mondo. In ogni attività artistica viene creato un nuovo mondo: un mondo libero ed illuminato. Lâessenza della creatività artistica ò costituita dalla liberazione dal fardello della necessità . Nellâarte lâuomo vive fuori da se stesso, libero dai pesi della vita: ogni atto artistico-creativo ò una sorta di trasfigurazione dellâesistenza. Nel pensiero artistico lâuomo si libera dalle costrizioni del mondo. Nellâatteggiamento artistico-creativo verso questo mondo troviamo un aggancio per un mondo diverso. La Terza Epoca o âlâottavo giorno della Creazioneâ Berdjaev vede lâavvento di un tempo in cui il nostro potenziale creativo sarà molto più sviluppato rispetto ad ora. Noi saremo allora in grado di collaborare con Dio per ri-creare il mondo. Nella religione dello spirito, la religione della libertà , tutto sarà fondato, non sul giudizio o sulla ricompensa, ma sullo sviluppo creativo e sulla trasfigurazione, a immagine di Dio. Ci troviamo sulla soglia di unâera di creatività religiosa, su uno spartiacque cosmico. Questo rovescerà gli effetti della âcadutaâ, del âpeccato originaleâ, ci porterà verso una nuova era (la Terza Epoca) e verso la religione dello spirito. Il mondo non ha ancora visto unâepoca religiosa della creatività . Il mondo conosce soltanto unâepoca della Legge dellâAntico Testamento e unâepoca della Redenzione del Nuovo Testamento. Le tre epoche della rivelazione divina nel mondo non sono altro che le tre epoche della rivelazione dellâuomo. Nella prima epoca ò portato alla luce il peccato e viene rivelata una naturale forza divina; nella seconda lâuomo si fa figlio di Dio ed appare così la redenzione; nella terza, infine, si rivela la divinità della natura creativa dellâuomo ed il potere divino diventa potere umano. La visione berdjaeviana dellâumanità supera la distanza tra uomo e Dio attraverso lâatto creativo, visto come un processo di divinizzazione. La terza rivelazione dello spirito non avrà nessun testo sacro, non ci sarà nessuna voce dallâalto; sarà compiuta nellâuomo e nellâumanità â sarà una rivelazione antropologica, uno svelamento della âCristità â dellâuomo. Lâalba dellâepoca religiosa della creatività sarà anticipata da una profonda crisi della creatività stessa. Lâatto creativo produrrà nuovo essere e nuove realtà piuttosto che valori o culture differenti; nella creazione la vita non verrà soffocata. La creatività umana continuerà la Creazione, rivelerà lâunione della natura umana col Creatore. Si arriverà così al passaggio del Soggetto nellâOggetto e sarà ristabilita la loro identità . Tutti i grandi artisti possono presentire questa svolta. Proprio oggi, allâinterno della cultura e dei suoi diversi ambiti, si può notare come stia maturando una crisi della creatività .
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- Filosofia - 1900